Cronaca di Napoli

Castellammare, il raddoppio della Circumvesuviana arriva in Parlamento

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Tutelare il patrimonio archeologico di Castellammare deve essere interesse di tutti. I deputati Arturo Scotto e Marco Sarracino con un ‘interrogazione scritta hanno sollecitato l’intervento del Ministro della Cultura , alla luce dei ritrovamenti nel cantiere per il raddoppio dei lavori della Circumvesuviana . “Quanto sta accadendo scrivono è inaccettabile “.

Al ministro della cultura – per sapere – Premesso che:
sulla linea gestita da Eav che collega Napoli con Sorrento sono in corso i lavori per la creazione del secondo binario;
questi lavori interessano in maniera importate il territorio del Comune di Castellammare di Stabia;
sul territorio comunale, cosi come gran parte del territorio vesuviano, insistono insediamenti di epoca romana. Insediamenti che più di una volta hanno reso necessario bloccare i lavori per la scoperta di reperti d’interesse storico;
risulta agli interroganti che questo sua il terzo ritrovamento, e si teme che anche questa volta si proceda come accaduto nella piazza antistante la stazione di Castellammare centro della Circumvesuviana e in via R. Margherita, in quella occasione scavando a piazza Unità d’Italia vennero fuori dei reperti , il cantiere fu bloccato e i resti ricoperti;
quanto sta accadendo ed è accaduto nel silenzio dei vertici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’area metropolitana di Napoli e nella caparbietà a rifiutare un confronto dell’Eav è inaccettabile;
questa volta si è aperto un cantiere in grande stile sul fronte della collina di Varano, dove sopra ci sono le ville di Stabiae, dando vita ad uno sperpero di risorse per realizzare un tunnel non solo inutile ma anche dannoso;

Quali iniziative – per quanto di competenza – intende intraprendere affinché sia tutelato il patrimonio archeologico culturale che insiste sul territorio di Castellammare di Stabia e se non ritiene necessario di affidare tutto il territorio comunale di Castellammare al Parco archeologico di Pompei, sottraendolo alla giurisdizione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Area metropolitana di Napoli al fine di dare piena tutela e valorizzazione a all’intero patrimonio archeologico e culturale presente sul territorio cittadino.


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