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Arriva la riforma del fisco da gennaio

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Un intervento urgente non appena usciti dalla ‘fase emergenziale’: la riforma fiscale potrebbe partire già a gennaio, verosimilmente con una legge delega.

E’ il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo a dettare la ‘road map’ (serrata) del riassetto tributario del nostro Paese. E a garantire ai professionisti intermediari del rapporto fra il contribuente e l’Amministrazione finanziaria che, d’ora in avanti, L’approccio sarà diverso, fondato su (reciproca) fiducia.

Durante il convegno dell’Int, l’ Istituto nazionale tributaristi, il numero due del dicastero di via XX settembre ha tracciato l’orizzonte del prossimo ‘restyling’ fiscale puntualizzando una questione che sta particolarmente a cuore al governo di Giorgia Meloni: la tregua fiscale – lo stralcio dei debiti contratti con l’Erario prima del 2015, che farà sì che vengano cancellate le cartelle che hanno un valore fino a 1.000 euro.

Mentre per quelle fino a 3.000 euro l’imposta evasa può essere ridotta al 50% – “non è un condono”, bensì un modo per gestire l’impressionante mole dei “1.132 miliardi” di cartelle, “di cui secondo la Corte dei Conti soltanto il 6-7% può esser riscosso”. Secondo Leo, si tratta di un “magazzino che bisogna smaltire”.

Il viceministro, inoltre, punta a stabilire un clima di collaborazione più ampio con l’Agenzia delle Entrate. “Una delle cose che mi preme fare è riunire tutti i direttori regionali”, insieme al direttore Ernesto Maria Ruffini, lanciando, ha anticipato, un messaggio che vada in questa direzione: “Ho fiducia in voi e nei contribuenti, se ci sono situazioni patologiche dobbiamo colpire senza pietà”, tuttavia, “dobbiamo ascoltare i professionisti e avviare”, nel fronte tributario, “un approccio diverso”.

È, poi, sulle sorti delle agevolazioni in edilizia che si è sviluppato il dibattito, dopo che il presidente dell’Istituto nazionale tributaristi Riccardo Alemanno ha affermato che “modificare in corso d’opera varie volte le norme” sugli incentivi, in particolare sul Superbonus 110%, “ha vanificato quel circolo virtuoso che si sarebbe dovuto creare”, con conseguente “incertezza” nel comparto e con “il rischio di sanzioni per l’imprenditore”.

Pronta la replica dell’esponente del Mef: “Il Superbonus è stato uno stimolo per l’economia, ma ha anche generato patologie che stiamo correggendo. Ascolteremo con attenzione le proposte dell’Abi (bancari) e dell’Ance (costruttori). E vedremo di trovare, nei limiti delle compatibilità di bilancio, delle soluzioni”. 


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