Cronaca di Napoli

Finte nozze arrestata anche fidanzata del calciatore preso con 20 chili di eroina

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Figura anche la 25enne, Anna Varlese, tra le 18 persone arrestate dai carabinieri di Caserta nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla DDA di Napoli che ha consentito di sgominare un’associazione per delinquere che favoriva, attraverso finti matrimoni, l’ingresso e la permanenza sul territorio italiano di stranieri clandestini e irregolari.

Per la donna, nata a Napoli, il gip ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Nel giugno della scorso anno venne arrestata insieme con il calciatore Marco Liccardi di Pozzuoli che ha giocato nelle fila di alcune squadre di calcio di serie D e del campionato Eccellenza a Zurigo: nelle loro valigie, infatti, le forze dell’ordine scoprirono un ingente quantitativo di eroina, ben 20 chilogrammi, che erano destinati in Olanda.

Una vera e propria “fabbrica di finti matrimoni”, guidata da “zia Maria”, la 61enne Matilde Macciocchi,  gia’ nota alle cronache come la “maga dei promessi sposi”, consentiva a migranti non regolari di ottenere il permesso di soggiorno: a smantellarla sono stati i carabinieri di Caserta, coordinati dalla DDA di Napoli, che hanno notificato 18 misure cautelari (5 in carcere, 11 domiciliari e 2 obblighi di dimora) tra Napoli e Caserta. Complessivamente sono 66 gli indagati e oltre 40 i matrimoni fittizi accertati tra il 2019 e il 2020, per un giro d’affari di circa 200mila euro.

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La banda, che aveva ramificazioni anche ad Avezzano, era capeggiata e composta soprattutto da donne: 13 quelle colpite dai provvedimenti del gip. Al vertice c’era Matilde Macciocchi, nota anche come “a bionda”, 61enne residente nel quartiere  di Ponticelli – base operativa di tutto il gruppo – finita in carcere con la factotum Antonietta Noletto e i collaboratori Gennaro Di Dato e i due marocchini Nabil El Hazmi e Hisham Metrache, incaricati di reperire gli immigrati, anche nel loro Paese d’origine.

Finte nozze Zia Maria intascava fra 5000 e 6500 euro dagli immigrati

Zia Maria intascava fra 5000 e 6500 euro dagli immigrati (perlopiu’ marocchini e tunisini) in contanti o via Western Union. In totale sono state 25 le donne italiane, tra 21 e 49 anni, a essersi sposate con stranieri piu’ o meno della stessa eta’; in alcuni casi e’ stata fatta solo promessa di matrimonio, che ha validita’ di 6 mesi, ma consente comunque allo straniero di avere permesso di soggiorno.

Le spose erano scelte tra ragazze spesso indigenti, come le sorelle Jessica e Francesca Riccardi Catino, 27 e 29 anni, o la 21enne Enrica Russo (per loro sono stati disposti i domiciliari) che, come le altre “spose”, hanno contratto piu’ matrimoni, figurando anche come testimoni per altre nozze di comodo; Francesca Riccardi, che lavorava in un bar di Ponticelli, si e’ sposata cinque volte.

Ma sono emersi anche casi di ragazze forse riluttanti a sposarsi: in una intercettazione Di Dato dice a zia Maria di “avere tutto pronto” per il finto matrimonio, e di attendere solo la “sposa”. “La sto andando a prendere” risponde la Macciocchi, spiegando di essere stata costretta ad andare a casa della ragazza, una 22enne solo indagata, per convincere la madre. Il “marchio dell’impresa criminale” gestita dalla Macciocchi e’ emerso non solo dalle intercettazioni, ma anche dall’analisi della documentazione per il permesso di soggiorno inviata dai migranti, in particolare, al Commissariato di Ps di Castel Volturno, comune del litorale casertano dove dimorano molte migliaia di stranieri non regolari; gli stessi agenti si sono accorti della falsita’ dei documenti.

“Mi conoscono tutti, da Milano a Napoli”, assicurava la donna. Parlando con un altro interlocutore, invece, ‘Zia Maria’ gli dava suggerimenti su come gestire le pratiche per la cittadinanza: “Ti devono dare subito il permesso di soggiorno perché tu sei papà di un bambino italiano, nato qua subito in Italia”. Mentre per il cugino, ‘Zia Maria’ propone la soluzione del finto matrimonio: “Se la vuoi pure domani te la mando … pure dopo domani vengo io a Milano … con lui” e “per il prezzo non ti preoccupare, che ci aggiustiamo”.

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Alcuni stranieri infatti, si legge nell’ordinanza cautelare, “hanno indicato come consorte sempre la stessa donna” e, inoltre, “tutte le richieste sono state avanzate con kit postale presentato nella maggior parte dei casi presso l’ufficio postale di Cercola, i prestampati sono stati compilati tutti dalla stessa mano e le residenze, spesso coincidenti, ricadono tutte a Mondragone. Almeno cinque finte spose hanno contratto piu’ volte matrimonio con clandestini.


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