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Turismo: estate boom ma con caro-bollette imprese a rischio

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Un estate da sold out. Il giudizio sulla stagione turistica di Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, e’ “molto positivo” ma ora incombe sulle imprese il caro energia: un problema che non puo’ aspettare i tempi della politica. “Da Pasqua in poi tutti sono tornati a viaggiare.

I dati su prenotazioni e occupazioni delle camere sono molto buoni. La bella notizia e’ che sono tornati tantissimi stranieri, in particolare gli americani, che rappresentano un segmento alto spendente, e non hanno fatto rimpiangere le assenza di asiatici e russi”. Cosi’, si sono riempite le citta’ d’arte e le destinazioni top, da Capri a Portofino, che hanno potuto aggiornare i prezzi in base all’inflazione.

Le altre mete estive hanno dovuto invece fare i conti con il rialzo dei costi in particolare dell’energia.- “All’improvviso la bolletta – fa notare Lalli – e’ stata di 5-7 volte superiore a quella che si era abituati a vedere. Gli operatori non hanno la possibilita’ di intervenire immediatamente sui prezzi se hanno una clientela italiana che a sua volta deve fare i conti con l’inflazione. Un turista italiano non puo’ sopportare il raddoppio della spesa di una struttura ricettiva.

Cosi’ per le imprese i margini si sono quasi o del tutto azzerati. E questa non e’ cosa con cui si puo’ pensare di convivere nei prossimi mesi”. Le prospettive del settore – prosegue Lalli – sono quindi necessariamente legate ai costi dell’energia. “Eravamo partiti con il grande problema della mancanza di lavoratori stagionali. Ora dobbiamo affrontare una questione piu’ grave. Molte strutture che sono aperte tutto l’anno stanno pensando di chiudere in autunno.

Se il margine si assottiglia tanto e si scivola in negativo, non ha senso rimanere aperti. Cosi’ si rinuncia a quell’offerta che abbiamo cercato di risollevare per due lunghi anni”. La situazione precipita mentre tutte le forze politiche “promettono ma nessuno decide”. Ma nell’attesa che si formi un nuovo governo – conclude Lalli – le imprese rischiano di chiudere.


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