Napoli, ecco come fu rubato il quadro del Salvator Mundi

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Napoli. La banda che aveva rubato la copia del Salvator Mundi dalla chiesa di San Doemnico Maggiore aveva pronto un latro colpo. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Napoli oggi

Infatti il gip  Tommaso Perrella, al termine dell’udienza di convalida che si e’ tenuta oggi, ha disposto due arresti in carcere e quattro arresti ai domiciliari per le sei persone indagate, a vario titolo, dalla Procura di Napoli, per il furto e la ricettazione della copia del Salvator Mundi (o Cristo benedicente) trafugato dalla Basilica di San Domenico Maggiore (convento dei Padri Domenicani) e trovato dalla Polizia di Stato il 16 gennaio 2021 in un’abitazione del quartiere Ponticelli di Napoli.

Il giudice ha disposto l’arresto in carcere per Marco Fusaro e per Antonio Mauro, rispettivamente accusati di furto e di ricettazione, e i domiciliari per Pasquale Ferrigno e Tommaso Boscaglia (anche loro accusati di furto), e per Vincenzo Esposito e Domenico De Rosa, accusati invece della ricettazione. Il giudice non ha ritenuto sussistente la aggravante della finalità dell’agevolazione mafiosa.



    Secondo quanto emerso dalle indagini, il compratore della copia del “Salvator Mundi” era stato individuato in uno svizzero che avrebbe dovuto sborsare un milione di euro, ma l’affare venne vanificato dal ritrovamento del dipinto a casa dell’incensurato Silvio Vitagliano, nel quartiere Ponticelli di Napoli, dagli investigatori della Squadra Mobile, il 16 gennaio 2021.

    Sulla circostanza del ritrovamento gli indagati non escludono che possa essere stata frutto di una “soffiata” fatta alla Ps da una persona contattata dalla banda per fare da intermediario con gli intenditori di opere d’arte. L‘intermediario, vista l’opera in foto, si rese subito conto del suo valore e immediatamente si rifiuto’ di “piazzarla”.

    L’intercettazione risale al 18 febbraio 2021 e a parlare, a casa dei Maria Licciardi, ritenuta dalla DDA a capo dell’omonimo clan componente l’ “Alleanza di Secondigliano”, ritenuta coinvolta nel riciclaggio del dipinto, e’ Antonio Mauro: “…nooo, voi tenete il fuoco in mano, e’ una cosa piu’ grossa di me e se ne ando’ – dice Mauro alla Licciardi raccontando le parole pronunciate dall’intermediario – non lo voglio manco vedere, non lo voglio manco toccare…”.

    La banda, dopo la “debacle”, non si arrese: aveva in animo di mettere a segno un altro “colpo”, sempre nella stessa basilica, ovviamente prima della riapertura della struttura, chiusa per il lockdown.

    Ma stavolta si sarebbe dovuto individuare prima un compratore: emerge da una intercettazione ambientale che il Ros ha registrato nel pomeriggio del 18 febbraio 2021 in casa di Maria Licciardi: “…io te ne posso prendere un altro (di quadro) pero’ dobbiamo trovare il compratore…”, dice Marco Fusaro alla Licciardi, che proprio di individuare una persona facoltosa interessata all’acquisto si doveva occupare.

    Dalle intercettazioni si evince anche che il prezioso dipinto era stato portato via con uno scooter Honda Sh e consegnato a Vincenzo Esposito. Successivamente il quadro e’ stato spostato nell’abitazione di Antonio Mauro e, infine, per ragioni di sicurezza a casa dell’insospettabile Silvio Vitagliano dove poi fu trovato dalla Polizia di Stato: “…ce lo portammo sopra al motorino quel coso (il quadro, ndr) lo mettemmo in mezzo al SH (lo scooter, ndr) perche’ non gli davamo manco valore , hai capito? o no?”, dice Antonio Mauro in una ambientale intercettata il 29 gennaio 2021, sempre a casa di Maria Licciardi, che verra’ arrestata dal Ros di Napoli, lo scorso agosto, all’aeroporto romano di Ciampino dal quale era in procinto di partire per la Spagna.

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