Lotta alle IPTV: proposti tre disegni di legge

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Negli ultimi decenni la tecnologia ha fatto passi da gigante e, ad oggi, immaginare le nostre vite senza internet sarebbe inverosimile. La maggior parte delle attività che svolgiamo giornalmente, che siano esse di natura professionale o meno, sfruttano la rete.

 

Il progresso tecnologico, dunque, ha aperto la strada a opportunità che prima ci erano precluse. Ha creato ruoli professionali che prima non esistevano e ci ha regalato servizi forse inimmaginabili ma che hanno ottenuto un successo senza precedenti. È il caso di Netflix, piattaforma di streaming on demand che nel 2020 ha frantumato un record dopo l’altro, ma anche di tutte le piattaforme social come Facebook, Instagram e Tik Tok, diventate una costante delle nostre vite.



     

    Eppure, non è tutto oro quel che luccica. La nascita del mondo virtuale ha portato con sé problematiche pericolose e soprattutto difficili da fronteggiare. Anche il gioco online, uno dei primi contesti aggregativi virtuali, è stato periodicamente vittima di truffe e attività di natura ambigua che hanno rischiato di comprometterne il benessere. Per questi motivi sono nate iniziative per arginare i problemi e limitare la disaffezione verso questo mondo, come la creazione delle autorizzazioni da parte dell’Agenzia delle Dogane dei Monopoli (ADM) attribuita a casinò online come LeoVegas.

     

    Da qualche anno a questa parte, però, a monopolizzare le discussioni sui rischi che il mondo virtuale comporta sono state le IPTV, contro le quali sono stati presentati tre disegni di legge. Ciononostante, prima di analizzare brevemente caratteristiche e obiettivi di queste proposte dobbiamo fare un passo indietro e chiarire cosa sono le IPTV e come funzionano.

     

    IPTV sta per Internet Protocol Television, uno standard di trasmissione che utilizza la rete per inviare flussi video. Sulla carta, dunque, servizi come Netflix ma anche tv satellitari come Sky rientrerebbero in questa definizione. Non tutte le IPTV sono però legali ed è qui che cominciano i problemi. “Abbonandosi” a questi servizi, tramite intermediari, è infatti possibile usufruire di una programmazione pressoché infinita direttamente dal proprio dispositivo elettronico, a prezzi decisamente contenuti. Si tratta di vere e proprie liste di canali di sport, cinema, documentari e molto altro riproducibili tramite programmi legali e gratuiti come VLC.

     

    In poche parole, le IPTV illegali sono un’evoluzione della vecchia pirateria che in molti ricorderanno benissimo. Alla base c’è un circolo vizioso che crea un danno enorme a tutto l’ecosistema televisivo e che sfrutta, appunto, internet. Ecco perché, come accennato precedentemente, si è deciso di aprire la strada a interventi di natura legale con tre nuove proposte di legge.

     

    Una delle novità principali è legata alle norme riguardanti i diritti degli editori dei giornali e delle pubblicazioni a stampa e, soprattutto, alla responsabilità detenuta dagli intermediari che gestiscono piattaforme digitali di servizi di condivisione.

     

    Inoltre, queste proposte di legge toccano forse il punto più rilevante della questione, proponendo la realizzazione di campagne di sensibilizzazione sulla tutela della proprietà intellettuale. Una tematica a cui forse non è mai stato dato il giusto peso.

     

    Internet ha rivoluzionato le nostre vite, cambiandole sicuramente in meglio. Nonostante questo alcune delle problematiche più importanti generate dallo sviluppo delle reti, come le IPTV illegali, non sono state risolte. Per fortuna, la situazione sembra poter cambiare da qui a breve.




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