Campania

Donna con grave patologia placentare, diventa mamma dopo 12 anni

Pubblicato da
Condivid

Donna con grave patologia placentare, diventa mamma dopo 12 anni

Una coppia salernitana, finalmente, può vivere la gioia della genitorialità per la nascita di un bellissimo bambino di due chili e quattrocento grammi.

Erano oltre 12 anni che aspettavano questo momento; infatti dopo i primi anni di matrimonio la coppia cominciò un pellegrinaggio verso diversi Centri Nazionali di Fecondazione Assistita dove sono stati sottoposti a diversi tentativi di Procreazione Assistita, però andati tutti falliti. Alla fine i due hanno deciso di rivolgersi al dottore Raffaele Petta, esperto in gravidanza a rischio e nello studio della sterilità di coppia.

Sottoposta a diversi ed approfonditi approfondimenti diagnostici, la coppia è stata avviata ad un percorso di Fecondazione Assistita che ha portato ad una gravidanza già al primo tentativo. Tuttavia la gravidanza è stata complicata da una minaccia di aborto all’inizio e da una grave emorragia al settimo mese per cui è stato necessario il ricovero presso il reparto di Ostetricia della Clinica Malzoni di Avellino, diretto dalla dottoressa Annamaria Malzoni. Sottoposta a controlli e terapie del caso B.M.T è stata dimessa ma alla trentaseiesima settimana si è verificata una rottura intempestiva delle membrane con fuoriuscita di liquido amniotico.

Ricoverata nuovamente alla Clinica Malzoni, è stata sottoposta a terapia con antibiotici e cortisone per accelerare la maturazione polmonare e dopo 24 ore sottoposta a taglio cesareo, operata dall’equipe formata dalla dottoressa Annamaria Malzoni, il dottore Raffaele Petta, l’ostetrica D’Amato. L’anestesia è stata condotta dalla dottoressa Bianca Maria Cillo. Il neonato, prematuro, è stato affidato alle cure del dottore Angelo Izzo, primario della Terapia Intensiva Neonatale e non è stata neanche necessaria una assistenza respiratoria intensiva. Attualmente il bimbo e la mamma godono ottima salute.

Leggi anche delle 17 sure positive al Covid: qui


Pubblicato da