‘Devo sgozzare quel prete che mi ha danneggiato’, prof di Pietramelara ai domiciliari

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‘Devo sgozzare quel prete che mi ha danneggiato’, prof di Pietramelara ai domiciliari.

personale della Stazione dei Carabinieri di Pietramelara ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, con attivazione di braccialetto elettronico, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, nei confronti di Raffaele De Nuccio (58 anni), insegnante residente a Pietramelara, indagato per i delitti di lesioni aggravate, tentata violenza privata, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica, sono originate dall’aggressione, patita dal Parroco, don Giosuè Zannini, della durante la celebrazione della Santa Messa del Natale del mese scorso.
A seguito del grave episodio consumato ai danni del Sacerdote, condotta attuata prima lanciando un candelabro della Chiesa – conseguentemente danneggiato – all’indirizzo della vittima, seguita poi da un’aggressione fìsica alla stessa, il prof. rivendicava nell’immediatezza il gesto, minacciando risolutamente di morte il parroco.

Nei giorni successivi l’indagato rilasciava poi una video intervista ad una giornalista locale, nella quale ribadiva la premeditata volontà di voler uccidere il parroco, giungendo persino ad indicarne la modalità, mediante “sgozzamento”, azione che avrebbe attuato, secondo le sue palesate intenzioni, in un futuro non remoto.
Motivava la sua determinazione omicidiaria quale futura sanzione dovuta a supposti soprusi subiti, in passato, condizionando pubblicamente la mancata esecuzione dell’omicidio ad una pretesa “confessione” da rendere, da parte del religioso, per fatti nebulosi ed incomprensibili.
Nel corso delle indagini, come consueto estremamente rapide, veniva operata una perquisizione presso l’abitazione dell’indagato, sequestrata documentazione e strumenti da punte e da taglio potenzialmente idonei all’offesa, nonché assunte informazioni da diverse persone che consentivano una ricostruzione precisa degli eventi.
E’ stato conseguentemente possibile giungere in tempi ridotti alla richiesta di misura cautelare degli arresti domiciliari – cautela massima prevista dalla legge per i delitti consumati -, alla successiva ordinanza applicativa del Giudice delle indagini preliminari ed alla esecuzione del provvedimento cautelare, ponendo dunque argine alla dinamica criminale.


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