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Il papà di Gioele riconosce la scarpe. il Pm: ‘Mamma e figlio morti nello stesso punto’

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“Quelle scarpe gliele ho comprate io con Viviana. Sono di Gioele”. Lo ha detto tra le lacrime Daniele Mondello il papà di Gioele durante il riconoscimento degli indumenti ritrovati ieri boschi di Caronia.

 

L’esame del dna dara’ la certezza, ma il riconoscimento delle scarpette blu di Gioele, mostrate poco fa al padre, Daniele Mondello, conferma i sospetti della polizia: quelli trovati ieri nei boschi di Caronia sono i resti del bambino, scomparso il 3 agosto con la madre, Viviana Parisi, trovata morta sotto un traliccio dell’alta tensione, a poca distanza dal suo bimbo. Daniele Mondello e il suocero, Luigino Parisi, sono stati sottoposti a un prelievo per l’estrazione del dna, accertamento comunque necessario visto lo stato dei resti del piccolo.

Il corpo martoriato ritrovato ieri nel bosco di Caronia è quello di Gioele. Daniele Mondello ha riconosciuto le scarpine blu repertate dalla polizia scientifica proprio vicino ai resti ossei. Null’altro è stato fatto visionare all’uomo che, oggi si è recato a Messina, nella sede della polizia scientifica, anche per il rilevamento del Dna insieme al papà di Viviana Parisi, la dj piemontese trovata morta l’8 agosto. L’attesa ora è per i primi risultati medici relativi all’analisi dei resti, fermo restando che, come detto dal medico legale, Elena Ventura Spagnolo, “sarà difficilissimo stabilire la causa della morte”. Il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, tuttavia, ci crede e spera che anche quel poco che è stato possibile repertare possa parlare. All’indomani del ritrovamento dei resti ossei nel boschetto di Caronia, ormai non si hanno quasi più dubbi: quel corpo dilaniato è di Gioele.

Si aspetta solo la prova del Dna per l’ufficialità e l’autopsia – che dovrebbe essere effettuata sabato -con la speranza di poter mettere un tassello in più nel misterioso mosaico della morte di Viviana Parisi e Gioele Mondello. “Già i consulenti medici ci hanno detto quello che è successo – dice il procuratore Cavallo – loro hanno delle certezze e ce le hanno comunicate riservandosi l’esito di questi risultati, in particolare di quelli istologici. Ma una pista, una lettura chiara degli avvenimenti già c’è stata data”.

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C’è quindi una pista, conferma il capo delle indagini, che aggiunge: “Non è escluso che la madre e il figlio siano morti nello stesso punto. Il corpo del bimbo non è mai stato spostato. Al limite l’ipotesi è che gli animali siano intervenuti e abbiano operato una dispersione dei resti”. Il giallo di Messina resta quindi tale, con tutte le ipotesi investigative ancora aperte “o una morte contestuale o in momenti separati. Le risposte più importanti arriveranno dagli accertamenti medico legali e grazie alla collaborazione di altre professionalità”, spiega Cavallo. Insomma Viviana potrebbe aver ucciso il bambino e poi essersi suicidata lanciandosi dal traliccio – anche se non ci sono ancora prove evidenti che vi sia salita – oppure che sia stata aggredita da animali selvatici insieme al piccolo Gioele, animali che non hanno dato scampo a madre e figlio.

Non si fermano le polemiche sulle ricerche. In alcuni post sui social proprio Daniele, ieri sera, aveva attaccato: “Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti, mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia”.


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