Capodanno: chirurgo, da botti traumi come da un proiettile 

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I botti di Capodanno sono una tradizione per alcuni irrinunciabile, ma “in caso di incidente, le esplosioni possono provocare alle mani danni del tutto sovrapponibili a quelli di un vero e proprio trauma da proiettile, un ‘trauma bellico’”. A mettere in guardia e’ Giorgio Pajardi, direttore dell’Unita’ Operativa di Chirurgia della mano dell’Ospedale San Giuseppe di Milano. Da Nord a Sud Italia, a prescindere dall’eta’, l’uso improprio di petardi e micce e’ trasversale. “Ci si improvvisa ‘esperti pirotecnici’, senza considerare i pericoli. Quando si verificano degli incidenti, vengono danneggiati soprattutto mani, volto, occhi e udito”, spiega l’esperto. Per quanto riguarda la mano, “l’evento piu’ ricorrente e’ un trauma da proiettile: i tessuti si bruciano, coinvolgendo ossa, tendini, nervi”. Anche se le ricostruzioni chirurgiche oggi possono fare molto, “queste lesioni a volte sono irreversibili”. All’Ospedale San Giuseppe di Milano (Gruppo MultiMedica), dove arrivano i casi piu’ complessi, sottolinea, “subito dopo Capodanno abbiamo mediamente 3 giorni ininterrotti di sala operatoria”. Per evitare il peggio, non comprare petardi da rivenditori non autorizzati e accertarsi che riportino il marchio della Comunita’ Europea; usarli all’aperto, non raccogliere quelli inesplosi e non modificare i botti per farne di piu’ grandi. I petardi non vanno mai puntati ad altezza uomo e una volta accesi, bisogna allontanarsi. Attenzione poi a non indossare in prossimita’ di sostanze e indumenti infiammabili. Infine, se si verifica un incidente, ricorda Pajardi, “rivolgersi ai centri di riferimento della Societa’ Italiana di Chirurgia della mano, dove operano specialisti in grado di eseguire interventi microchirurgici per preservare il piu’ possibile la funzionalita’ dell’arto leso”.


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