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Incendio di Avellino: fiamme domate, ma paura per la nube

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Paura ad Avellino per l’incendio in una fabbrica che produce componenti plastici per batterie di auto: dopo quasi sette ore i Vigili del fuoco sono riusciti a domare le fiamme divampate alle 13,30 nello stabilimento Ics di Pianodardine, nella zona industriale del capoluogo campano. Non si registrano feriti se non il leggero malore dovuto allo stress di un Vigile del Fuoco, ripresosi dopo i soccorsi. La densa nube nera sprigionata dal rogo ha creato allarme in citta’ e in tutta l’area circostante, con il prefetto, Maria Tirone, che ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiesto ai cittadini di chiudere porte e finestre e di limitare gli spostamenti. Per precauzione sono state evacuate tre famiglie residenti nella zona e i dipendenti delle aziende vicine alla Ics. Il sindaco, Gianluca Festa, e altri suoi colleghi del comprensorio hanno disposto la chiusura delle scuole e dei mercati all’aperto per la giornata di sabato. Sono anche state avviate verifiche sulla staticita’ dei capannoni incendiati. Solo domani si conosceranno i livelli di inquinamento dell’aria registrati dalle centraline mobili installate dall’Arpac che monitoreranno per 48 ore. L’incendio e’ stato spento grazie all’intervento di un centinaio di pompieri arrivati anche da Napoli, Salerno e Benevento che sono intervenuti con autobotti da terra e anche con le autoscale per pompare acqua sul tetto dello stabilimento. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sta seguendo con estrema attenzione il caso dell’incendio di una fabbrica situata presso l’area industriale di Avellino. In costante contatto con Prefettura, Ispra e il Sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, il ministro Costa è al lavoro per il monitoraggio dei fumi e salvaguardare la salute dei cittadini. In queste stesse ore, il ministro Costa ha attivato gli uffici del dicastero per la verifica dell’incendio divampato nel pomeriggio a Ercolano, in provincia di Napoli, nei pressi dell’ex cava Fiengo di via Castelluccio, all’interno del parco nazionale del Vesuvio. A prendere fuoco sarebbero state alcune sterpaglie vicine alla cava che anni fa era stata riempita di rifiuti, anche tossici, e per questo finita sotto sequestro.


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