Napoli, colpo ai narcos del clan Amato-Pagano: sequestrati 3 chili di droga. IL VIDEO

SULLO STESSO ARGOMENTO

Napoli. Ieri pomeriggio gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Scampia hanno arrestato Alessio Cuomo, 30enne napoletano, perché responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I poliziotti hanno eseguito un mirato controllo ad una delle piazze di spaccio in via Ghisleri, accertando che lo spacciatore di turno era stato appena “rifornito” da un giovane a bordo di scooter, al quale erano stati consegnati i soldi incassati dalla vendita al dettaglio.Gli agenti hanno deciso di seguire il “corriere” che è stato seguito fino al comune di Melito dove il centauro, in via Sandro Pertini, si era diretto all’interno di un garage.

Mentre l’uomo era all’interno del box, i poliziotti hanno fatto irruzione bloccandolo. Sono stati rinvenuti e sequestrati oltre tre chilogrammi di droga tra marijuana, hascisc e cocaina; molta della sostanza stupefacente doveva essere ancora preparata per la messa in vendita; sono stati rinvenuti e sequestrati due bilancini di precisone e tutto l’occorrente per il confezionamento. L’uomo è stato trovato in possesso di circa 500euro, ricevuti poco prima dallo spacciatore. La droga, i soldi e tutte le attrezzature sono stati sequestrati e l’uomo arrestato.




LEGGI ANCHE

Carcere di Poggioreale: protesta dei detenuti del reparto Avellino

50 detenuti del reparto Avellino del carcere di Poggioreale hanno protestato battendo oggetti contro i cancelli di sbarramento dalle prime ore del mattino fino alle ore 15:00 di oggi. I detenuti contestavano la circolare DAP che disciplina la consegna di generi alimentari e indumenti da parte dei familiari (15 kg di indumenti e 5 kg di generi alimentari). Con arroganza, hanno preteso di parlare con il direttore minacciando ulteriori proteste. Grazie all'interlocuzione dell'unico agente rimasto chiuso...

Il clan dei telefonini in carcere. Il pentito: “Entravano nascosti nelle ruote delle sedie a rotelle dei familiari”

L'ingegno dei detenuti e dei loro familiari complici per entrare in carcere tutto quello che di illegale non conosce limite ne ostacoli. "Noi facevamo entrare i telefonini anche attraverso un detenuto di Marcianise di cui non ricordo il nome ma solo il soprannome plusiello, questa persona faceva entrare i telefonini utilizzando la sedia a rotelle di un familiare che veniva a trovarlo in carcere, in quanto le sedie a rotelle non vengono perquisite al momento...

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE