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Pozzuoli: urbanistica fuori norma, si chiede l’intervento della magistratura

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Un consiglio comunale fiume quello che si è tenuto ieri sera a Pozzuoli. Dalle 12.00 fino a mezzanotte circa l’assise è stata impegnata a discutere su questioni rilevanti per la città. Cento emendamenti presentati dall’opposizione per mostrare la netta contrapposizione a quest’amministrazione sulla questione “standard urbanistici”, che ritorna in assise modificando la delibera 71 del 2013.
“Il tema appare in prima istanza complesso – afferma il consigliere comunale di Pozzuoli ORA! Raffaele Postiglione – e proprio per questo l’amministrazione, nascondendosi dietro la presunta affidabilità del professore Gerundo, sta letteralmente mettendo le mani sulla città. Partiamo da un concetto molto semplice: la realizzazione di “standard urbanistici” è la possibilità che l’ente da ad un privato di costruire strutture di interesse pubblico, su zone predeterminate dal nostro piano regolatore. Fin qui nulla quaestio, anzi che ben vengano le giuste sinergie pubblico-privato. Il punto è che la norma parla chiaro: quelle strutture, attraverso un’apposita convenzione per la gestione, devono tornare nella disponibilità della collettività. Con le interpretazioni di questa amministrazione, invece, quei beni saranno patrimonializzati dai privati”.
Secondo la norma, quindi, l’ente dà la possibilità al privato di costruire e gestire una struttura a due condizioni: la prima è che questa sia di interesse pubblico, la seconda è che dopo il periodo di gestione del privato, atto a consentire il rientro e il risultato dell’investimento, l’immobile torni al Comune.«Noi chiediamo una cosa molto semplice – afferma Riccardo Volpe, segretario del movimento Pozzuoli ORA! – ovvero dare si la possibilità al privato di realizzare opere di interesse pubblico, ma dopo un congruo tempo queste strutture devono ritornare nella disponibilità del comune di Pozzuoli, così come la legge vuole. In questo modo si crea un nuovo insediamento, profitto per chi la costruirà e gestirà ma, siamo sicuri che alla fine resterà patrimonio della collettività. Quest’amministrazione – conclude Volpe – sta invece inspiegabilmente forzando una norma per svantaggiare il pubblico e, letteralmente, abboffare il privato». Il movimento annuncia che sul tema chiederà l’intervento della Magistratura, al fine di chiarire responsabilità ed eventuali danni arrecati alla collettività.

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