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Napoli, de Magistris: ‘Salvatore morto per fame di lavoro, questa è un’emergenza nazionale’

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L’Amministrazione comunale parteciperà ai funerali del giovane Salvatore Caliano, morto ieri cadendo mentre stava lavorando sul lucernario di un palazzo in via Duomo a Napoli e attraverso le parole del sindaco Luigi de Magistris esprime “il piu’ profondo cordoglio per una morte assurda che devasta famiglie ed amici e commuove la citta'”. “Salvatore muore per la fame di lavoro a 22 anni a Napoli come e’ morto giorni fa a 69 anni un operaio a Milano. Disoccupazione e precariato, la morte dei diritti, della dignita’ e delle vite umane, sono vera emergenza nazionale”, conclude il primo cittadino. Anche il segretario nazionale di DemA, Enrico Panini, ha voluto commentare la tragedia:”Esprimo il mio e il nostro cordoglio alla famiglia di Salvatore, uno dei tantissimi figli della Forcella onesta ed operosa, morto ieri per guadagnare 35 euro.Salvatore aveva scelto comunque un lavoro e non altre strade per guadagnare alcuni spiccioli – aggiunge il segretario nazionale di Dema – e questa tragedia testimonia di un rifiuto radicale ad un sistema criminale che ti promette guadagni immediati e facili. Piuttosto che riposarsi, nell’ora di pausa dell’attivita’ di barista, aveva deciso di guadagnare un piccolo extra con un lavoro onesto. Una scelta che gli e’ costata la vita. Ed e’ inaccettabile che si muoia cosi'”. “Salvatore – ricorda Panini – e’ solo l’ultima vittima di una strage continua, che nel 2017 ha strappato la vita ad oltre 600 lavoratori, stando ai dati ufficiali”. Ed e’ per questo che Enrico Panini, a nome del movimento DemA, rivolge un appello alla politica: “E’ il momento che ci si impegni concretamente ad attuare la nostra Costituzione, garantendo la sicurezza sui posti di lavoro: serve un impegno concreto a livello nazionale, con norme stringenti e maggiori controlli. Ogni giorno migliaia di ragazzi come Salvatore scelgono da che parte stare, sudando e lavorando duro: vanno difesi e tutelati con una lotta senza quartiere al lavoro nero e insicuro”.


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