Napoli, tentò di uccidere la figlia con la droga nel biberon: processo immediato per Marina Addati

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Ha tentato di uccidere la figlia di tre anni dandole per due volte droghe e sedativi con il biberon, mentre la bimba era ricoverata all’ospedale Bambino Gesu’ di Roma per dei controlli.

L’intervento tempestivo dei medici ha evitato la morte della bambina. Per questo Marina Addati, 29 anni, arrestata a gennaio e detenuta nel carcere di Benevento, e’ stata mandata a processo con giudizio immediato dalla Procura di Roma con l’accusa di tentato omicidio. L’udienza il 10 gennaio davanti ai giudici della Quinta sezione penale. In passato avrebbe tentato di avvelenare con le stesse modalita’ anche la figlia piu’ piccola, di appena un anno, la donna che a gennaio andra’ a giudizio a Roma per aver somministrato droghe e sedativi all’altra figlia, di 3 anni. La sorellina era allora ricoverata all’ospedale Santobono di Napoli.
La vicenda risale al novembre 2016 e il Tribunale per i minori di Napoli ha chiesto ed ottenuto la sospensione “dell’esercizio della responsabilita’ genitoriale” per la donna e il marito fondandosi sul fatto che la donna “in assenza di alcuna prescrizione medica ha somministrato nel tempo alle due figlie farmaci neurolettici e antiepilettici nella negligente omissione di controllo da parte del padre”. Per i pm di Roma la donna potrebbe essere affetta da “qualche sindrome di natura psichiatrica – e’ scritto nel capo di imputazione -. Si ipotizza una sindrome di Munchausen, conosciuta anche come sindrome di Polle, disturbo che affligge i genitori, perlopiu’ madri, spingendoli ad arrecare un danno fisico al figlio per farlo credere malato cosi’ da attirare l’attenzione su di se'”.

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