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”Dalla mensa dei poveri a una vita normale”. Il racconto della Escort per necessità

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Jolanda (nome di fantasia) è una escort, ed è una delle ragazze intercettate nell’ambito dell’inchiesta che ha portato il sequestro di alcune case a luci rosse in provincia di Caserta.
Ho cercato di trovare un lavoro normale, ci ho provato, ma ero finita alla mensa dei poveri così ho iniziato con gli annunci sul web e ora vivo dignitosamente.” – racconta a Il Mattino la ragazza.
“Sono sola, non ho una famiglia e andare per case a fare i lavori domestici non mi bastava più neanche per pagare il pigione. Le donne dell’Est si fanno pagare molto poco, batterle in concorrenza è del tutto impossibile, così ho iniziato a prostituirmi. La prima volta è difficile, poi ci fai l’abitudine. Cento euro per un’ora al massimo anche con un solo cliente al giorno riesco a guadagnare più di sei euro all’ora, perché questo è il massimo che riuscivo a prendere quando facevo le pulizie”.
Stando al racconto della quarantacinquenne, è dal 2012 che si prostituisce pubblicando annunci on line.
“Fitto una casa solo per gli incontri, spesso cambio città, ma una regola non la cambio mai: dove vivo non porto i clienti”. La sua è solo una delle storie della vicenda che ha portato, due giorni fa, all’arresto di Antonietta Zuppa, ai domiciliari per Luigi Romano che pubblicava, tra le altre cose, inserzioni sul sito Bakekaincontri e all’obbligo di soggiorno per Vincenzo Guardato.
Secondo l’accusa, i tre affittavano case a prezzi maggiorati a donne e transessuali dedite alla prostituzione.
Ma non si tratta solo di escort. Veronica (nome inventato) è un’altra ragazza contatta da Il Mattino. Napoletana,  risponde al cellulare mentre è al lavoro: sta truccando delle modelle a una sfilata in Lombardia.
“Non so di cosa stiamo parlando – risponde al telefono – sono una visagista, una massaggiatrice, non escludo di aver telefonato a qualcuno per affittare un appartamento a Caserta, ma non posso sapere cosa facevano le persone che ho contattato per trovare casa”. Sostiene di non prostituirsi, di non conoscere i giri in cui era coinvolta, secondo la procura, “Ornella”, ovvero Antonietta Zuppa.
“Fittava case a delle squillo? Io non lo sono”. Veronica viene intercettata dai carabinieri il 2 febbraio del 2017 mentre parla con “Ornella”. La conversazione dura circa dieci minuti. “Ti ho chiamata per sapere se c’è qualche disponibilità per zona sud, ho bisogno di lavorare… sto proprio che i soldi se ne sono andati tutti quanti… mi devo organizzare… tre giorni me li devo fare, pure se mi prendo una settimana posso fare un po’ di mattina e un po’ di pomeriggio…”. Ma Ornella, in quel periodo, ha tutto occupato e le risponde: “Adesso non c’è niente, ma ora chiedo a Isabella a Caserta di farti spazio in casa, ti metti nel salone… con l’asta con la tenda… tra divano e lettino”. Un subaffitto che, per l’accusa, deve servire a due prostitute contemporaneamente. “Ti pare che una si prostituisca dietro una tenda in una casa con altre persone?”, sbotta chiudendo la conversazione.
Le escort, o presunte tali, e i loro clienti, o presunti tali, non sono accusati di alcun reato. Eppure, durante le indagini, fuori le case controllate, sono state monitorate auto costosissime. Macchine di professionisti affermati, di uomini di mezz’età soli, ma anche di padri di famiglia in cerca di un’ora di svago. “Questi ultimi – commenta Jolanda – sono i miei clienti tipo. La maggior parte di loro ha moglie e figli e soldi da spendere”.

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