"L'ennesima aggressione ai danni di un equipaggio di un'ambulanza deve spingere ad accelerare l'iter per dotare i mezzi di soccorso e il personale che operano in Campania e soprattutto nel napoletano di quegli strumenti di prevenzione annunciati, a cominciare dalla dotazione di telecamere da indossare e da montare sulle ambulanze". Così il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, nel riferire di una denuncia dell'associazione "Nessuno tocchi Ippocrate". In particolare, spiega, l'ultima aggressione si è verificata "in via Duomo, ai danni di un equipaggio partito dalla postazione Ascalesi di Napoli". "All'arrivo dell'ambulanza - aggiunge Borrelli - il figlio del paziente ha aggredito verbalmente i sanitari passando poi alle vie di fatto tentando di colpire con un paio di pugni l'autista per poi spingere lungo le scale l'infermiera". "Solo l'intervento della Polizia - conclude - ha permesso poi che la situazione degenerasse".
Rapì un imprenditore negli anni '80: confiscati 30 milioni di beni a Stallano
Beni per un valore complessivo di 30 milioni di euro sono stati confiscati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bari a Giuseppe Stallone, di 78 anni, di Andria, con precedenti penali, condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione per il rapimento, a scopo di estorsione, di un imprenditore di Brescia, Pietro Fenotti, avvenuto nel marzo del 1984 e per la cui liberazione fu pagato un riscatto di 10 miliardi di lire. Al fisco Stallone dichiarava 15mila euro all'anno. Il provvedimento scaturisce da un'ordinanza emessa dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Trani - che ha disposto la confisca, accogliendo gran parte delle risultanze investigative dei Carabinieri, da cui emerge in modo chiaro come Giuseppe Stallone e i suoi congiunti fossero intestatari di beni di provenienza illecita, già sottoposti a sequestro, il 5 giugno 2017, per un valore complessivo di oltre 30 milioni euro. Confiscati il capitale sociale di una società che si occupa della organizzazione di eventi, una famosa sala ricevimenti, 26 appartamenti e 10 terreni.
Scafati, si riunisce 60 anni dopo una classe degli alunni del maestro Pentone: amarcord e nostalgia degli anni '60
Scafati. Ritrovarsi dopo 60 anni, quando dismessi pantaloncini corti, penna e calamaio ognuno ha vissuto la propria vita: lo hanno fatto i ragazzi del maestro Francesco Pentone, quelli della licenza elementare dell'anno scolastico 1962/11963, ieri sera in un ristorante di Angri. Alcuni, in questi sessant'anni non si sono mai persi di vista, hanno vissuto nella stessa città, si sono rivisti spesso nel corso della vita. Altri hanno vissuto lontano e reincontrandosi hanno rivissuto quei momenti della giovinezza e dell'adolescenza che ha formato la loro vita di uomini d'oggi. Operai, medici, avvocati, professionisti, commercianti hanno incrociato le proprie vite sui banchi prima alla scuola elementare e poi alle scuola media negli anni '60. Una rimpatriata, un brindisi ai vecchi tempi, voluta fortemente da Martino Fortunato, un ex operaio Alcatel di Scafati, che è riuscito dopo mesi a fare l'appello, così come faceva il loro maestro e a riunire intorno ad un tavolo gli studenti della sua classe, ricordando quelli che non ci sono più, gli aneddoti di quegli anni e il corso della vita. Nostalgia, ma anche divertimento e il piacere di rivedersi con i capelli bianchi o la testa pelata, ma con lo sguardo immutato di sempre. Tempi che furono tra spensieratezza e marachelle, ma anche della formazione alla vita che li ha accompagnati nel corso degli anni. I ragazzi del maestro Pentone hanno ricordato quegli anni, insieme ai figli del loro insegnante, compagni di classe e amici nella vita. E poi il passaggio alle scuole medie quando ognuno cominciava a prendere la propria strada. Una classe interamente maschile come era a quei tempi che ha voluto ritrovarsi per ricordare i tempi che furono e che saranno!

Foto scuola media 1^ G: Fortunato Martino - Prete Domenico - D'Ambruoso Alfredo - Catapano Michele - Rebecchi Bernardo (deceduto) - Schettino Pasquale (deceduto) - Schioppa Ferdinando (deceduto) - De Felice Alfonso - Della Posta Pietro - Iorio Giuseppe - Cocco Celio - Vignapiano Carlo - Torino Domenico - Avino Francesco - Vaccaro Gennaro - Arpaia Michele - Raimo Ciro - Annunziata Francesco (deceduto) - Sessa Francesco - Napolitano Giovanni - Cerrato Ferdinando (deceduto) - Cirillo Giovanni (deceduto) - Esposito Sabato (deceduto) - Fienga Francesco (deceduto) - Vicidomini Luigi (deceduto)

Licenza Elementare 1962/1963
Annunziata Francesco, Ardillo Gianfranco, Arpaia Michele, Cerrato Ferdinando, Cirillo Giovanni, Cocco Celio, De Felice Alfonso, De Felice Giacomo, Della Posta Pietro, Esposito Sabato, Ferraiiuolo Alfonso, Fienga Francesco, Fittipaldi Riccardo, Fortunato Martino, Giardino Torino Domenico, Iovane Benedetto, Nappi Giuseppe, Popolo Arcangelo, Prete Domenico, Quattroventi Alfonso, Raimo Ciro, Rebecchi Bernardo, Schettino Pasquale, Vaccaro Ferdinando, Vicidomini Luigi, Vignapiano Carlo. Privatisti Cirillo Aniello, Raiola Raffaele, Santarpino Vittorio.
Studente si infortuna a scuola: condannata la preside
E' stata condannata la preside del liceo Pisacane di Sapri, Franca Principe a un mese di reclusione con pena sospesa. La corte d'appello di Potenza ha confermato la sentenza in primo grado e il pagamento di una provvisionale di quindicimila euro. La preside fu condannata a maggio del 2017, in qualità di rappresentante legale dell'Istituto scolastico, per l'infortunio subito da uno studente che cadde dal terrazzino del Liceo durante gli esami di Stato."Sono delusa", ha confessato la preside, ma "Sono forte perché innocente". Il mondo dei presidi salernitani intanto esprime solidarietà e fa fronte comune rispetto la revisione delle responsabilità dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza .
"C'è delusione commenta l'avvocato Domenico Ferrante, legale della preside Principe presenteremo ricorso in Cassazione. Siamo fiduciosi che questo atteggiamento colpevolista nei confronti del datore di lavoro venga ribaltato". La Principe è condannata per responsabilità oggettiva per i fatti risalenti al luglio del 2011, quando un giovane di Torre Orsaia del Liceo Pisacane cadde nel vuoto a causa del cedimento del lastricato solare dell'istituto.
Napoli, la capitale dei set. Una nuova Cinecittà nel reportage di Marcelle Padovani
"Oltre cinquecento pellicole, tra film, corti e documentari in tre anni" suggeriscono di parlare di nuova Cinecittà, scrive la giornalista Marcelle Padovani nel suo reportage pubblicato da L'Obs.
Dal set della serie "I bastardi di Pizzofalcone", adattamento del romanzo di Maurizio De Giovanni, del regista Alessandro D'Alatri, con il quale la giornalista francese apre il suo servizio, alla serie tratta dal best seller di Elena Ferrante l'Amica geniale, diretta da Saverio Costanzo.
Il rilancio di Napoli come set è cominciato nel 2015 - si racconta - con la prima stagione della serie "Gomorra", realizzata con maestranze napoletane e venduta poi in oltre centonovanta territori nel mondo. Da allora la città, racconta la Padovani, ha accolto cinquecento produzioni in tre anni e oggi si stanno girando una decina di film e serie, ancora, quarta stagione di "Gomorra", la serie Sky realizzata da Cattleya, che il periodico francese ha scelto proprio come immagine a corredo dell'articolo con il popolare Genny Savastano (Salvatore Esposito).
La Padovani cerca di capire da dove arrivi il vero e proprio "Miracolo a Napoli". "Non dimentichiamo che Napoli è da sempre la capitale italiana della cultura, come Roma la capitale amministrativa e Milano quella economica. Napoli sa accogliere tutti da millenni a braccia aperte, anche gli invasori, e oggi fa lo stesso con troupe di cinema e televisione", scrive L'Obs che ricorda la nascita della Film Commission, voluta dieci anni fa dalla Regione Campania per attirare i grandi produttori, e l'Ufficio Cinema, creato tre anni fa dal comune di Napoli "senza spendere un soldo". "Napoli è l'unica città al mondo che può offrire questo lusso", spiega il sindaco De Magistris. "Qui non facciamo pagare ai produttori la tassa di occupazione del suolo pubblico, mettiamo la polizia a disposizione degli sceneggiatori, apriamo gratis alle troupe televisive i palazzi municipali abbandonati, diamo prova di flessibilità sulle norme in nome della cultura".
Napoli, il giovane chef migrante ferito a pallini: 'Ridevano dopo avermi colpito'
Per dare seguito ai valori della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, a Napoli il tempo lo si trascorre a giocare al tiro a bersaglio: un gioco in cui il bersaglio è un extracomunitario.
Questo perché a Napoli non basta la violenza della criminalità organizzata e della microcriminalità a tenere sempre alta la tensione, ora pare ci sia un altro tipo di violenza: il delinquente, criminale di turno che impiega il suo tempo a sparare al primo passante che capita. L'episodio più grave è sicuramente quello che vede vittima Konaté Bouyagui, ventiduenne del Mali che a Napoli ci è arrivato da minorenne e richiedente asilo e che oggi, con altri extracomunitari, ha rilevato una società e trasformato un locale a Chiaia in ristorante multietnico, "Kikana", nel quale lavorano altri rifugiati. Intorno l'una di giovedì notte, Konaté tornava a casa a piedi, quando lungo l'ultimo tratto di Corso Umberto verso piazza Garibaldi, da un'auto in corsa, qualcuno gli punta contro la canna di un fucile. L'arma era caricata a salve ma ha sparato piombini ad aria compressa: due colpi colpiscono il giovane all'addome.
"Ho sentito forti le loro risate quando hanno tirato fuori il fucile dal finestrino dell'auto e mi hanno sparato", ha poi raccontato Bouyagui agli agenti della polizia dopo il ricovero al Loreto Mare, dov'è stato curato e dimesso con una prognosi di dieci giorni. "Hanno colpito un ragazzo che è il simbolo di un percorso di accoglienza che funziona - dichiara Marika Visconti, Presidente di Less Onlus - Quanto accaduto è probabilmente il becero frutto di quanto sta succedendo in Italia". La presidente racconta che violenze come questa succedono spesso, anche se poi, purtroppo, non riescono a venire a galla. E lancia l'apertura di uno sportello di denuncia contro le violenze razziali. "Qualche giorno fa un ragazzo africano si è preso quattro coltellate dal suo datore di lavoro, un meccanico che non aveva intenzione di pagarlo. Poi ogni giorno c'è chi prova ad investirli per strada con l'auto. Una caccia all'uomo nero priva di senso. È per questo che dobbiamo alzare la voce".
Napoli, una lite per la divisione dei proventi di furti e rapine dietro l'omicidio di 'Pisellino'
Napoli. Svolta vicina nelle indagini per l'omicidio del 19enne Emanuele Errico detto "Pisellino" avvenuto il 26 aprile scorso in via Chiaro di Luna al rione Conocal di Ponticelli. Sono tre le persone nel mirino degli investigatori. Tra i tre ci sarebbe anche chi materialmente fece fuoco quella sera uccidendo il giovane,. E poi ci sarebbe il filatore e colui che avrebbe attirato nella trappola "Pisellino" dandogli l'appuntamento. persone quindi che la vittima conosceva bene perché essendo agli arresti domiciliari era uscito di casa, violando la restrizione, fidandosi di persone conosciute. Gli investigatori stanno cercando gli ultimi riscontri ma la svolta sembra essere vicina. Ci si è arrivati analizzando il traffico telefonico del giovane e controllando anche le celle dei telefoni delle persone sospettate oltre alle immagini delle telecamere private poste nella zona dell'omicidio. Il giovane qualche giorno prima di essere ammazzato aveva litigato con alcune persone della vicina Volla e anche in questo caso aveva violato gli arresti domiciliari (cosa che faceva di sovente). Ed è proprio partendo da questo episodio che gli investigatori sono riusciti a risalire agli ultimi movimenti e a quello che Pasquale "Pisellino" Errico aveva fatto negli ultimi mesi di vita. Ora la svolta sembra essere vicina.
Pacco bomba all'avvocato, la pista porta alle ingiunzioni di pagamento
Procedono a tutto campo le indagini per comprendere il movente dell’attentato all’avvocato Giampiero Delli Bovi. Il cerchio è ancora ampio ma i carabinieri stanno passando a setaccio ogni messaggio di comunicazione estrapolati dalle memorie del pc e del telefono. Dalle mail, sms, whatsapp nei giorni precedenti all’attentato gli investigatori potrebbero comprendere il movente dell’attentato così da risalire al responsabile o ai responsabili. All’ attenzione degli investigatori anche alcuni esposti anonimi ricevuti durante la campagna elettorale del sindaco D’Onofrio, amico dell’avvocato ferito. Il movente politico non con il passare delle ore è venuto meno, rimane attenzionata la pista personale e professionale. All’attenzione dei militari ci sono tutti i contatti del giovane civilista. I carabinieri si sono recati sia a casa sua che nel suo studio per cercare documenti utili per le indagini in attesa di poter interrogare l’avvocato che è ricoverato in chirurgia d’urgenza al Ruggi di Salerno. Il giovane è ancora fortemente sedato per alleviare i dolori a causa delle gravi ferite riportate. E’ in profondo stato di shock e seguito da psicologi. I militari potranno parlare con lui sono quando i medici scioglieranno la prognosi. A chiedere giustizia e chiarezza sulla vicenda, oltre i familiari del 29enne, anche l'intera comunità cittadina. Sono, infatti, comparsi in città striscioni di incoraggiamento: «Forza Giampì» oppure «Io sto con Giampiero».
Non accetta la fine della relazione e incendia l'auto dell'ex suocero
Non riesce a rassegnarsi per la fine della relazione e perseguita la sua ex. Le lancia contro un coltello mentre si trovano sul posto di lavoro. Uno stalker 22enne è stato prima licenziato e poi arrestato dai carabinieri. I militari di Volla mercoledì hanno eseguito un’ordinanza di custodia ai domiciliari per il 22enne di Ponticelli già noto alle forze dell’ordine che dallo scorso 29 aprile perseguitava la sua ex fidanzata, una 21enne di Volla, con minacce di morte, aggressioni, pedinamenti e ripercussioni anche sui familiari. La loro storia d’amore era nata poco più di due anni fa in una pasticceria di Volla, dove entrambi lavoravano. Dopo gli atteggiamenti violenti ed ossessivi la ragazza a fine aprile decise di chiudere il rapporto scatenando in lui reazioni incontrollate. Da quel momento il giovane la bombardava di telefonate e messaggi oltre che a perseguitarla con pedinamenti e appostamenti sotto casa. Il giovane è arrivato anche ad aggredirla all’interno del negozio dove lavoravano, così i proprietari hanno deciso di licenziarlo. In un primo momento la vittima non aveva denunciato ma dopo qualche settimana, sfinita, si è presentata dai carabinieri. Ma il comportamento del giovane non è cambiato. «Ti ammazzerò come una tro…- scriveva nei messaggi. «Fra poco vedrai di cosa sono capace», subito dopo è avvenuto il lancio di due bottiglie incendiarie contro l'auto del padre della ragazza. Così la 21enne è ritornata dai militari. Mercoledì il giovane è stato arrestato ed attualmente è in regime di detenzione domiciliare.
Marano, scarcerato il ras delle pompe funebri legato ai Polverino
Marano. E' stato scarcerato per decorrenza dei termini Attilio Cesarano, esponente di primo piano del clan Polverino. La decisione è stata assunta dalla quinta sezione della Corte d’appello di Napoli che ha accolto la richiesta avanzata dai sui avvocati avvocati Luca Gili e Stefano Sorrentino. Cesarano era agli arresti domiciliari a Terracina con il braccialetto elettronico. Era stato arrestato nel 2009 insieme con il suo congiunto Alfonso Cesarano e con Patrizio Macrì. Condannato per associazione a delinquere e racket a 14 anni, poi ridotti a 12 in Appello. Cesarano è un personaggio molto noto nei comuni a Nord di Napoli: è stato presidente della squadra di calcio della Puteolana e amante dei cavalli da corsa. Aveva una scuderia tutta sua composta da ben dieci cavalli che gli furono sequestrai al momento dell'arresto insieme con un parco auto di lusso. E'considerato il ras delle pompe funebri della provincia di Napoli, particolarmente attivo nei comuni di Marano e Calvizzano.
Operaio morto dopo 45 giorni dall'incidente e dopo un calvario tra tre ospedali: 45 indagati
Quarantacinque persone tra medici, infermieri e collegi di lavoro degli ospedali di Sarno e Nocera Inferiore sono state iscritte nel registro degli indagati dal sostituto procuratore presso il tribunale di Nocera Inferiore, Angelo Rubano. Sono accusate di omicidio colposo per la morte di Biagio Menna, 63enne di Nola. L'uomo, circa un mese fa, stava lavorando in un cantiere edile a San Gennaro Vesuviano. Secondo la denuncia, Biagio Menna fu vittima di un incidente. Mentre lavorava avrebbe perso l'equilibrio, cadendo a terra e sbattendo con violenza la testa. L'uomo fu prima ricoverato all'ospedale più vicino, quello di Sarno, il Villa Malta.Per poi passare all'Umberto I di Nocera e poi ritornare a Sarno, dove è deceduto il 14 giugno scorso. La famiglia ha presentato denuncia lamentando l'assenza di cure adeguate, e pretendendo chiarezza sulle cause della morte. La causa del decesso è stata un'infezione. L'autopsia sarà effettuata oggi dal medico legale.
Choc a Capua: uccide moglie e figlio e poi si suicida
Un uomo di 76 anni avrebbe ucciso la moglie di 63 anni e il figlio di 44 anni e poi si sarebbe suicidato. E' successo nei pressi di Capua nel Casertano. I corpi senza vita sono stati ritrovati all'interno di un'azienda agricola sulla Casilina, in localita' Zarone. A chiamare i carabinieri e' stato un cittadino romeno che aveva sentiti dei colpi d'arma da fuoco provenire dall'azienda. La pattuglia dell'Arma giunta sul posto ha trovato i tre corpi privi di vita. Dai primi accertamenti sembrerebbe trattarsi di un duplice omicidio e successivo suicidio. Indagini in corso.
Castellammare, sub muore dopo un immersione al banco di Santa Croce
Un sub di 63 anni e' morto nelle acque di Castellammare di Stabia dopo un immersione al banco di Santa croce. Il fatto accaduto nel tardo pomeriggio di oggi. L. S., residente in Germania ma originario del Piemonte e' stato portato a riva da un'imbarcazione; inutile l'intervento della Guardia Costiera. Il natante e' stato sequestrato cosi' come l'attrezzatura dell'uomo. Non si esclude che si tratti di un malore, ma solo dopo gli accertamenti disposti dal pm si potra' chiarire la dinamica dei fatti.
Camorra: condanne per 67 anni di carcere al gruppo 'scissionista' del clan Mazzarella
Cinque condanne sono state emesse dal gup Alessandra Ferrigno del tribunale di Napoli nei confronti di altrettanti esponenti del gruppo cosiddetto "scissionista" delle Case Nuove del clan Mazzarella: Salvatore Sembianza (difeso dai penalisti Francesco Buonaiuto e Diego Pedicini) è stato condannato 14 anni e otto mesi per l'omicidio di Pasquale Grimaldi nipote del capoclan di Soccavo, Ciro detto 'o settirò, il 19 giugno 2006 e per il tentato omicidio di Enrico Esposito: per Sembianza viene esclusa l'aggravante della premeditazione e sono state ritenute le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti;Il gup ha inoltre condannato il pentito Salvatore Maggio a 12 anni sempre per l'omicidio Grimaldi e per il tentato omicidio Esposito, e alla pena di 5 anni per associazione camorristica; Gennaro Catapano è stato condannato a 16 anni di reclusione; Raffaele Micillo e Domenico Di Perna sono stati condannati a dieci anni di reclusione per il tentato omicidio Persico. Il gruppo degli "Scissionisti" capeggiato da Salvatore Maggio era stato arrestato nel luglio scorso dalla squadra mobile di napoli, solo Salvatore Sembianza in quella occasione era riuscito a sfuggire alla cattura, ma fu arrestato a settembre in un B&B in via Nuova Poggioreale. Ad incastrare in maniera particolare Maggio e Sembianza erano state le dichiarazioni dell'ex boss del clan Puccinelli, ora pentito Davide Leone: “Salvatore Sembianza guidava il mezzo mentre Salvatore Maggio è stato l’esecutore materiale dell’omicidio di Pasquale Grimaldi. Dal mio balcone ho visto Sembianza e Maggio sul motorino arrivare a pochi metri dall’Audi A3 di proprietà di Enrico Esposito “Palletta” con Pasquale Grimaldi alla guida. Maggio mi ha poi raccontato che quando il mezzo era all’altezza dello sportello posteriore, ha esploso un colpo verso il poggiatesta lato passeggero, centrando il conducente. Credo che Grimaldi sia morto all’istante perché la macchina ha proseguito la marcia finendo contro il marciapiedi e poi contro un muro. Maggio a quel punto si è avvicinato all’Audi ferma e ha sparato all’altezza del vetro anteriore destro, finendo Grimaldi. Ha scaricato l’intero caricatore sparando anche contro Esposito, il quale si è abbassato ed è stato colpito alla schiena. Allora Maggio ha preso l’altra pistola, detenuta da Salvatore Sembianza, che però si è inceppata e così Enrico “Palletta” è riuscito a fuggire a piedi. Allora Maggio e Sembianza sono andati via e sono tornati alle Case Nuove: Sembianza con il motorino e Maggio con un taxi”. Dell’omicidio di Pasquale Grimaldi e del ferimento di Enrico Esposito ha parlato anche, nell’interrogatorio del 29 luglio 2015, Errico Autiero. “Savio (Salvatore Sembianza, ndr) mi disse che Salvatore Maggio lo mandava a rione Traiano dai suoi parenti (è imparentato con Davide Leone, ndr) per ritirare la settimana. Ma “Savio” mi confidò di temere un agguato e alla mia domanda su perché avesse quella paura, mi disse che insieme a Maggio avevano ucciso Pasquale Grimaldi su ordine di Davide Leone”. Per questo episodio nel luglio scorso sono stati arrestati dalla squadra mobile Gennaro Catapano, Domenico Di Perna e Raffaele Micillo, mentre l’ordinanza a Salvatore Maggio era stata notificata in carcere. Un mese dopo è arrivata la decisione di pentirsi. Oggi la sentenza di primo grado nei confronti dei cinque.
(nella foto da sinistra Salvatore Maggio, Salvatore Sembianza, Gennaro Catapano, Domenico Perna, Raffaele Micillo)
Mondiali: Argentina quasi fuori, Francia avanti
Una debacle frutto di una stupidaggine di Caballero, di una perla di Modric e di un gol a tempo scaduto di Rakitic rischiano di mandare a casa anzitempo l'Argentina dal Mondiale russo. Dopo il brutto 1-1 contro l'Islanda all'esordio, l'Albiceleste perde, e male, 3-0 contro la Croazia che passa agli ottavi. A Novgorad, un'altra brutta prestazione della squadra di Sampaoli che nonostante i cambi (fuori Di Maria e Biglia) mette in campo una squadra raffazzonata, con poco idee e senza nerbo. Ne fa le spese Messi, spaesato e inconcludente come poche volte a cui non ha fatto bene nemmeno l'ingresso di Higuain e Dybala, quando la frittata era fatta. Ci aveva pensato Caballero con uno sciagurato passaggio a Rebic che, tutto solo, ha imbucato. Argentina avanti a testa bassa ma senza occasioni vere e così Modric al 35' ha chiuso i conti con un gol a giro che si infila nell'angolino. Rakitic nel recupero ha reso ancora più amara la serata di Messi il cui futuro passa adesso dal risultato di Islanda-Nigeria domani (22 giugno) in campo. Francia avanti: la squadra di Deschamps cresce nei suoi uomini chiave, vince di misura contro il Perù e stacca il pass per la fase ad eliminazione diretta con un turno di anticipo. Decide una rete dell'attaccante del Psg Mbappè.Finisce in parità (1-1) la sfida tra Danimarca e Australia che apre la seconda giornata del gruppo C dei mondiali. Un pareggio che serve più alla Danimarca che dopo la vittoria contro il Perù sale a quota quattro e guarda con ottimismo alla prossima partita con la Francia per la qualificazione agli ottavi. L'Australia con il punticino conquistato oggi smuove la classifica e continua a sperare. Il pareggio contro i danesi sta stretto a Jedinak
Nocera: è tempo di Sistemi Informativi Territoriali (di Claudia Squitieri)
Sono previste novità al Comune di Nocera Inferiore nel trattamento dei dati sul territorio, grazie all’attivazione del SIT, ossia il Sistema Informativo Territoriale. Fortemente voluto dal sindaco M. Torquato, il SIT dota il Comune di una piattaforma informatica nuova, favorendo l’accesso ad un patrimonio documentale certo a operatori, cittadini e studenti motivati a conoscere, per motivi di lavoro o per informazione personale, la realtà nella quale operano. Il SIT è uno strumento di trasparenza in aggiornamento costante che mette in relazione informazioni riferite a settori specifici che s’interfacciano continuamente con i dati di altri ambiti, in modo da evidenziare l’esistenza di fenomeni che altrimenti non verrebbero alla luce. L’Architetto Fontanella, Dirigente del Settore Ambiente, ha riferito di un’azione che rientra in un processo più ampio che prevede l’informatizzazione del Comune. La geolocalizzazione è l’esempio di come il lavoro cartaceo precedentemente richiesto per assolvere a compiti di lavoro, possa essere sostituito dalla semplice digitazione di coordinate che in breve tempo produrranno informazioni legate al PUC (Piano Urbanistico Comunale). L’Ingegnere Mastrantuono, che si è occupato dello sviluppo della piattaforma, ha fornito un esempio pratico dell’operatività del sistema, mostrando la semplicità gestionale e l’osservazione unificata di ciò che si è abituati a vedere separatamente. In questo modo risultano attuabili ricerche specifiche, anche a beneficio delle imprese, che possono prendere visione del quadro delle attività presenti sul territorio, oltre che per garantire il monitoraggio da parte degli organi competenti, delle attività raggruppate per genere in città. Il lavoro svolto con l’Ufficio Strade per la riattribuzione dei numeri civici ha richiesto un anno e mezzo di impegno e, i dati ottenuti sono stati riportati nella toponomastica territoriale Il Sistema in oggetto è una specie di scatola cinese dove ogni rete si ricollega ad un’altra per garantirne la pervasività, in questo modo il SIT è governato dall’ufficio di informatica, collegato alla rete comunale, che si riallaccia ad Internet e aggiorna i dati con quelli della Camera di Commercio nel caso in cui risulti necessario ottenere informazioni sulle pratiche di un edificio. Il SIT ha raggiunto gli obiettivi a breve termine stabiliti riguardanti la digitalizzazione, condivisione e pubblicazione dei dati. Ma questo è stato solo l’inizio di un processo che ha mire più ambiziose che prevedono l’attivazione di servizi per tecnici e l’attivazione di un sistema di supporto decisionale per gli organi politici.
Claudia Squitieri
Saviano attacca Salvini: 'Sei ministro della malavita'
Matteo Salvini alza il tiro nella guerra di parole con Roberto Saviano, che lo ha definito "il ministro della crudelta'", ipotizzando di valutare se confermargli la scorta, di verificare "se corra qualche rischio" visto che "passa molto tempo all'estero". L'autore di 'Gomorra' risponde durissimo su Fb: "Buffone, e' il ministro della malavita, ma non mi fa paura". E Saviano rinfaccia al titolare degli Interni di essere silenzioso sulla 'ndrangheta e gli chiede di "restituire i 50 milioni della maxi-truffa dei rimborsi elettorali della Lega". La sinistra difende lo scrittore, accusa Salvini di "ritorsione" per le critiche. Il caso finisce anche sui media esteri per la notorieta' di Saviano. Sulla sua scorta "saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio - dice Salvini -, mi pare che passi molto tempo all'estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani". E gli manda "un bacione". Poi precisa che saranno riviste "tutti i servizi di vigilanza", "sono quasi 600 e occupano circa duemila uomini delle forze dell'ordine". La sfida tra il simbolo anticamorra e il leader della Lega, che dura da anni, e' al calor bianco dopo l'arrivo al Viminale di Salvini e le sue azioni e parole su migranti e Rom. "Se la prende con gli ultimi, sono felice di essere tra i suoi nemici", dice Saviano. "Questo governo ha gia' causato troppo male. Un male irreparabile", scrive sul quotidiano francese Le Monde, "non possiamo dargli tregua, dobbiamo fargli rimpiangere il giorno in cui per egoismo, interesse e cattiveria ha deciso che per esistere bisognava diventare razzisti". Poi su Fb accusa Salvini, eletto anche in Calabria, di non aver detto nulla "da codardo" contro la 'ndrangheta, a suo dire presente ai comizi dell'avversario. E in serata arriva la presa di posizione del presidente della Camera Roberto Fico: "Chi combatte la mafia deve essere protetto" scrive su Facebook l'esponente cinque stelle schierandosi dalla parte dello scrittore. Dopo l'avvertimento sulla scorta, il ministro precisa di non essere lui a decidere, tantomeno in base a "simpatia e antipatia" e che il tema "e' l'ultimo dei miei problemi". Quindi ancora parole polemiche: "L'antimafia a parole e' un conto, io preferisco sostenere chi la mafia la combatte nei fatti. Di Saviano, della sua casa a New York, della sua vita e dei suoi soldi mi interessa meno di zero". Con Saviano si schiera tutto il centrosinistra. Pietro Grasso, leader di Leu ed ex magistrato antimafia, sostiene che Salvini "vuol far capire a Saviano di non criticarlo, di stare zitto, altrimenti puo' intervenire per lasciarlo senza protezione". "Salvini minaccia e alza la voce perche' non sa di cosa parla - twitta il capogruppo Pd alla Camera ed ex ministro Graziano Delrio -. Tolga a me la scorta ma la lasci a Roberto Saviano". I Verdi chiedono a Salvini di dimettersi, il radicale Roberto Magi lo vede "inadatto a fare il ministro". Con Saviano, tra gli altri, anche Federica Angeli, reporter sotto scorta, il sindacato giornalisti Fnsi e il figlio di Daphne Caruana Galizia, cronista maltese uccisa, che parla di "minaccia di morte" e ricorda che alla madre fu negata la protezione. "Chi ricopre cariche istituzionali - e' invece l'avvertimento lanciato dai microfoni del Tg1 da parte del Pm Nino Di Matteo - dovrebbe conoscere bene la mentalita' dei mafiosi in modo da evitare che certe dichiarazioni siano interpretate come un segnale di indebolimento".
Speronato e accoltellato: un barista 65enne ucciso a Sanremo
Prima lo ha 'speronato' a bordo di uno scooter poi, dopo aver provocato l'incidente, lo ha ucciso colpendolo a morte con un coltello. Delitto in strada a Sanremo dove un 65enne, Fernando Foschini, è stato ucciso a coltellate in serata da un uomo che al momento risulta ricercato dalla polizia, come confermato dagli inquirenti. Il tutto è avvenuto intorno alle 19 in via Padre Semeria: Foschini, a bordo di un motorino, è stato avvicinato e fatto cadere a terra da un secondo scooter. Alla guida un uomo di circa 40anni che dopo averlo fatto sbandare si è avvicinato e lo ha colpito a morte per poi fuggire subito dopo, sempre a bordo del mezzo a due ruote. Ad assistere alla scena un passante, la cui testimonianza è ora al vaglio delle forze dell'ordine. Nonostante i tentativi di soccorso per il 65enne non c'è stato nulla da fare. Foschini lavorava come barista in zona. Sul posto gli agenti della Questura di Imperia che hanno avviato le indagini e diffuso la targa del mezzo con il quale l'omicida si è allontanato. Si tratterebbe di un muratore 39enne, conosciuto in zona. Secondo gli inquirenti l'uomo conosceva la vittima circa dal 2010 e tra i due c'erano stati alcuni trascorsi tra cui diverse liti sfocate in un episodio di violenza: Foschini aveva sparato alcuni colpi di fucile verso il presunto omicida per una storia di debiti tra i due e la vicenda era finita a processo.
Nocera: ecco la Festa della Musica (di Claudia Squitieri)
Al via le attività in cartellone previste per l’Estate 2018 “Summer Festival”, all’insegna della musica e tanto altro. Se n’è parlato stamane presso l’Aula del Comune di Nocera Inferiore alla presenza dell’Assessore Fortino e L’Assessore Franza che con i rispettivi assessorati (alle Politiche Giovanili e allo Sviluppo Economico) operano in collaborazione per promuovere iniziative culturali che guardano anche all’aspetto commerciale, favorendo una sinergia con quelle che sono le realtà produttive attive sul territorio. Il primo appuntamento è previsto il 23 giugno alle ore 20; nella corte interna del Palazzo Comunale giovani artisti avranno la possibilità di proporsi al pubblico presente. Patrocinano la serata l’Arcc, Associazione Regionale Cori Campani; la Feniarco; federazione nazionale italiana associazioni regionali campani; Musicaviva; organizza Ensemble Corale Noukria,con la Direzione artistica di Genny Strianese. Interverranno il coro di voci bianche Iris, il Coro Giovanile Voicing, il Coro Ensemble Corale Noukria (Presidente Antonio Rispoli) di Nocera Inferiore.
Claudia Squitieri
Ai detenuti al 41 bis è vietato scrivere all'associazione 'Nessuno Tocchi Caino'
I detenuti in regime di 41 bis (il cosiddetto 'carcere duro' per i mafiosi) non devono scrivere lettere a 'Nessuno tocchi Caino', associazione radicale che si batte per l'abolizione della pena di morte nel mondo. La circostanza e' stata ribadita in un procedimento giudiziario, gestito dai tribunali del Piemonte, che riguarda Giuseppe Falsone, 48 anni, originario di Campobello di Licata, considerato dagli inquirenti uno dei capi di Cosa nostra nella provincia di Agrigento, arrestato nel 2010. Falsone, rinchiuso a Novara, aveva chiesto a una congiunta di inviare 200 euro al proprio legale per l'iscrizione al Partito Radicale; "in realta' - si legge nelle carte del procedimento - era quasi certo che la somma fosse indirizzata a sostenere l'associazione 'Nessuno tocchi Caino', cosa che pero' e' vietata da una circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap)". Il magistrato di sorveglianza della citta' piemontese aveva autorizzato il trattenimento della missiva con una decisione confermata dal Tribunale di Torino nel 2017 e resa definitiva nei giorni scorsi dalla Cassazione. Gli Ermellini hanno fatto notare, nei giorni scorsi, che "la circolare del Dap aveva vietato rapporti epistolari fra detenuti sottoposti al 41 bis e un'associazione, al fine di evitare l'insorgere di proteste da parte della popolazione detenuta". A questa disposizione i supremi giudici non hanno mosso rilievi perche' e' "dettata da ragioni di sicurezza e di ordine nelle carceri in aderenza a quanto permesso dall'ordinamento penitenziario". Per bloccare la corrispondenza - ha ribadito la Corte Suprema - "non e' necessaria la prova della commissione di reati o della pericolosita' della missiva, ma e' sufficiente il ragionevole timore di un pericolo per l'ordine e la sicurezza degli istituti".



