Dalla provincia di Napoli a Siena per una rapina a mano armata e a volto scoperto, ma e’ stato tradito da una foto su Facebook. L’uomo, 51enne residente a Casavatore e’ stato arrestato dai carabinieri come presunto responsabile della rapina avvenuta il 9 luglio in orario di chiusura in un supermercato Conad nel centro di Siena. Il colpo gli aveva fruttato un bottino da 10mila euro. Gli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri sono riusciti a risalire a lui incrociando i filmati della telecamera interna al supermercato con il profilo facebook dell’uomo. Ad incastrarlo e’ stata la maglietta bianca con cui ha eseguito la rapina, lo stesso indumento che indossava in una foto postata sul profilo social qualche mese prima. Fin dai primi elementi probatori e dalle testimonianze della direttrice e di alcuni dipendenti del supermercato, che erano stati minacciati con la pistola per farsi consegnare il bottino, emergeva come l’autore della rapina fosse riconducibile ad “un gruppo di pregiudicati partenopei che gravitano nella Toscana meridionale”, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Siena Giorgio Manca in una conferenza stampa. Dal monitoraggio delle celle telefoniche i carabinieri sono risaliti agli spostamenti del 51enne: giunto a Siena l’8 luglio, il giorno successivo ha compiuto la rapina per poi spostarsi ad Arezzo e, nella stessa serata, fare ritorno a Casavatore. Nel corso dell’arresto sono state eseguite perquisizioni personali e domiciliari dalle quali sarebbero emersi importanti elementi al vaglio degli investigatori, coordinati in questa indagine dal pm Antonino Nastasi, alla ricerca di alcuni complici. Il 51enne ora e’ detenuto nel carcere di Poggioreale, a Napoli, a disposizione dell’autorita’ giudiziaria.
Al Pan di Napoli la mostra “Rock!”, dal 2 al 30 settembre
Dal 2 al 30, al Pan-Palazzo delle Arti di Napoli, la mostra Rock!, in occasione della quale saranno in esposizione la camicia militare e la stella da sceriffo di Elvis Presley La mostra internazionale sul rock e i suoi linguaggi, nata da un’idea di Carmine Aymnone e Michelangelo Iossa, cade quest’anno a ridosso dei 40 anni dalla morte di Presley, avvenuta il 16 agosto 1977. Saranno esposti, tra gli altri, la camicia militare originale indossata da Elvis Presley durante il suo leggendario servizio di leva a Friedberg, in Germania (1958/1960), luogo dove conobbe la sua futura moglie Priscilla. E ancora, l’originale distintivo da sceriffo della Contea di Shelby (Tennessee) che venne consegnata ad Elvis Presley a Graceland il 28 dicembre 1970 dallo sceriffo Roy Nixon. Inoltre, la copia originale del quotidiano Memphis Press Scimitar del 17 agosto 1977, pubblicato il giorno seguente alla morte di Elvis Presley. Ci sono poi 30 roll-up descrittivi con testi e foto (dal titolo: “Il diario di Elvis” in italiano / inglese), ognuno 85 x 215 cm, con l’intera storia del re del rock. E, riproduzioni del testamento di Elvis Presley, di una sua lettera del 1956, della sua ultima lettera del 15 agosto 1977, del suo foglio di congedo militare. I reperti sono provenienti direttamente da collezioni di Memphis di proprietà dell'”Elvis Museum on Tour”. A questi oggetti si aggiungono numerose memorabilia (45 giri rari, spartiti) messe a disposizione dalla Fondazione Bideri – della storica casa editrice Bideri di Napoli – presieduta da Ferdinando Bideri che detiene i diritti d’autore del classico dei classici partenopeo ‘O sole mio che Elvis incise nel 1960 come It’s now or never, ancora oggi il suo singolo più venduto, e di Surrender (Torna a Surriento di Ernesto e Giambattista De Curtis). Di tutte le incisioni proposte dalla Fondazione Bideri ed esposte alla mostra, saranno disponibili QR-codes che consentiranno ai visitatori di Rock! di poterle ascoltare via smartphone. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Napoli, ha totalizzato oltre 77.000 visitatori nelle sue prime sei edizioni. Rock! ogni anno si svolge su una superficie espositiva di oltre 1.100 mq. del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli: “tale continuità e tale estensione la rende una delle mostre espositive dedicate alla musica e ai suoi linguaggi tra le più ricche e ampie mai realizzate in Europa”, sottolineano gli organizzatori. Negli anni la mostra internazionale ROCK! ha consegnato il premio Rock! Legend, a leggende come David Gilmour (Pink Floyd), Graham Nash (The Hollies-CSN&Y), Joe Satriani, gli America, Ian Paice (Deep Purple), Uli Jon Roth (Scorpions), Pete Best (primo batterista dei Beatles), al Premio Oscar Nicola Piovani, Carl Palmer (ELP), Phil Palmer, Adrian Maben (il regista di Pink Floyd Live at Pompei), Fish (Marillion), Paul Whitehead (autore delle copertine dei Genesis), Eddie Kramer (ingegnere del suono e produttore di Jimi Hendrix, Rollins Stones, Led Zeppelin, David Bowie ?), Carmine & Vinnie Appice, Tony Levin (King Crimson), Roger Taylor (Duran Duran), alla coreografa Karole Armitage.
Il sindaco di Capaccio Paestum sulle biomasse: “no alle centrali”
Il sindaco di Capaccio Paestum, Franco Palumbo, in merito all’incontro a porte chiuse della Commissione riguardante la valutazione di un progetto per la realizzazione di un impianto di produzione di energia alimentato da biomasse di origine agricola, dichiara quanto segue: “La Casa comunale, come ho già detto in più di un’occasione, deve diventare un palazzo di vetro, trasparente e aperto a tutti. Non è tollerabile ciò che è accaduto. La Commissione è meramente consultiva, per cui avrebbe dovuto chiedere la collaborazione di tutti per una valutazione di merito, anziché trincerarsi dietro un aspetto puramente formale. Questo passaggio doveva essere accompagnato dalla responsabile del servizio, visto che il sottoscritto ha rilevato delle irregolarità progettuali e annunciato già in precedenza la nuova politica in materia dell’Amministrazione. L’atteggiamento è stato poco professionale, per cui ho deciso di rimuovere la responsabile dal suo incarico. La commissione, essendo un atto di consiglio, sarà invece valutata dai componenti del consiglio comunale. Sul tema biomasse siamo stati chiari dal primo giorno: no alle centrali”.
“Clandestino”, originale rappresentazione della Compagnia della Città, questa sera al Palazzo delle Arti e del Teatro di Caserta
Ancora non si è spenta l’eco dell’ottimo risultato artistico alla Reggia di Caserta della Compagnia della Città con La rivoluzione siamo noi e già i giovani artisti casertani sono in campo con un’altra sfida teatrale. Questa sera al Palazzo delle Arti e del Teatro, a Caserta in corso Trieste n.239, nell’ambito delle iniziative del programma artistico realizzato da Ali della Mente in collaborazione con la cooperativa Tam Tam andrà messa in scena Clandestino, originale rappresentazione della Compagnia della Città in collaborazione con Cidis Onlus. Lo spettacolo è il prodotto finale del laboratorio teatrale derivato dal progetto A te la parola per il programma Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno attuato dalla regione Campania. I giovanissimi immigrati integrati agli artisti ormai storici della Compagnia della Città affrontano uno dei temi più drammatici dell’umanità: il razzismo. È l’Africa la protagonista di questo percorso che parte dalla aggressione al mondo dei neri per giungere alla fuga attraverso il mare dei discendenti degli antichi schiavi e del confronto con la crisi che attanaglia la nostra società. Un incontro che pur sembrando scontro tra chi si sente invaso e chi cerca uno spazio per la dignità si tramuta in possibilità di conforto reciproco e, come nel caso dei giovani interpreti bianchi e neri di questa «installazione» teatrale scritta da Patrizio Ranieri Ciu, di efficace dimostrazione di quanto di positivo può essere realizzato in ogni circostanza di consapevole azione comune. Per la circostanza ingresso libero fino a capienza dei posti con spaghettacolo conclusivo dall’originale taglio tipicamente africano.
Amalfi, i Noe sequestrano piscina e lavanderia di un noto albergo
In data odierna, personale del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Salerno, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, relativo ad un intero lussuoso complesso alberghiero e di ristorazione del Comune di Amalfi. Il reato contestato è quello di scarico non autorizzato di acque reflue industriali, provenienti dalla struttura residenziale, dall’impianto di lavanderia e dalle acque di contro lavaggio dei filtri di depurazione della piscina. In fase esecutiva, è stato inibito l’utilizzo della piscina e della lavanderia nonchè sono stati concessi venti giorni per lo sgombero della struttura abitativa. L’accertamento del reato si inserisce in un più ampio e complesso piano strategico, disposto dalla Procura, di controllo del rispetto della normativa ambientale da parte di strutture ricettive operanti nella costiera amalfitana e che, in alcuni casi, smaltendo in maniera illegittima i reflui provenienti dall’attività produttiva incidono in maniera significativa sul livello di inquinamento marino riscontrato a seguito di specifiche indagini che hanno già portato al recente sequestro della piscina di un hotel di
Positano.
I detenuti si fanno i selfie e li pubblicano su facebook: la scoperta nel carcere minorile di Airola
“Ancora uno sfregio all’Istituzione penitenziaria, ancora selfie scattati da detenuti all’interno del carcere minorile di Airola pubblicati liberamente sui social network. E ancora una SIM card sequestrata dalla Polizia Penitenziaria”. Ne da’ notizia il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, attraverso un comunicato. “Il carcere e’ completamente fuori controllo dell’impiegato civile che svolge funzioni di direttore, che dopo i costanti e continui eventi critici avrebbe dovuto cambiare completamente l’organizzazione interna del carcere minorile”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Ma come e’ possibile che nessuno, ai vertici regionali e nazionali dell’Amministrazione della Giustizia Minorile, ha preso concreti provvedimenti per avvicendare l’attuale direttore facenti funzioni della struttura, che non ha affatto il controllo della situazione?”. Capece plaude al lavoro dei poliziotti in servizio nel carcere minorile che “continuano nella loro opera di controllo dell’ordine e sicurezza. Basti ricordare alle ultime brillanti operazioni dove e’ stata rinvenuta una Sim card occultata nella bocca di un detenuto e dopo qualche giorno alcuni detenuti venivano alle mani, durante la ‘socialita”, dove uno di loro e’ dovuto ricorrere alle cure ospedaliere perche’ aveva riportato un vistoso taglio sulla testa, che sembra gli sia stato procurato da un detenuto che da tempo stiamo chiedendo l’ allontanamento per la sua pericolosita’, e visto che e’ anche uno di coloro che partecipo’ ai disordini del 5 settembre 2016″. “E ci risulta – conclude il segretario del Sappe – che alcuni detenuti dell’IPM continuano a realizzare e pubblicare selfie scattati all’interno delle stanze di pernottamento. Per evitare il dilagare di questo fenomeno cosa sta facendo la Direzione? Assolutamente nulla”.
Medaglia d’oro per Nando Ambrosio, il suo vino vince un concorso internazionale
Nonostante i terribili incendi che hanno interessato tutti i versanti del Vesuvio e gli ingenti danni, è arrivato un riconoscimento internazionale a un viticoltore di San Giuseppe Vesuviano in provincia di Napoli. Il fuoco gli ha portato via mezza vigna nella zona di Ottaviano, ma Nando Ambrosio non molla, tanto che il giovane imprenditore ha ricevuto la medaglia d’oro per il suo vino al concorso internazionale “Gilbert & Gaillard”. La gold medal per la “Wine Guide 2018” è andata al Lacrymanera 2014 di Vigne Ambrosio, Lacryma Christi del Vesuvio Doc. Premiato dunque il lavoro di qualità fatto da un imprenditore (socio Coldiretti) che ama profondamente la sua terra. La cantina Vigne Ambrosio di San Giuseppe Vesuviano ha avuto l’onore di fornire il vino a Papa Francesco nello scorso Natale. Una curiosità riguarda uno dei vigneti dell’azienda, che insiste su un terreno dove si ha notizia storica della coltivazione della vite fin dal 79 d.C. Il Lacryma Christi del Vesuvio DOP è il vino più antico d’Italia. La sua storia si perde nella notte dei tempi ed è accompagnata da numerose leggende. La più famosa narra che Lucifero, nella sua discesa agli inferi, portò con se un pezzo del paradiso. Gesù, riconoscendo nel golfo di Napoli quanto gli era stato sottratto, pianse abbondantemente. Dalle sue lacrime nacque miracolosamente la vite del Lacryma Christi. I vini del Vesuvio erano già famosi e richiesti all’epoca dei Romani, quando buona parte della produzione veniva riservata esclusivamente alla corte imperiale. Le composizioni di molti poeti latini risultano un tripudio di note festose verso il vino vesuviano, ove si addensa l’essenza magica delle radici nascoste del sottosuolo. Il poeta Marziale in uno dei suoi epigrammi ne decanta l’essenza e la bontà: “Haec iuga quam Nysae plus Bacchus amavit (Bacco amò queste colline più delle sue native colline di Nisa). Gli ultimi scavi archeologici, effettuati nella valle vesuviana adiacente al fiume Sarno e risalenti a 4000 anni fa, hanno portato alla luce notevoli testimonianze circa gli antichi processi di vinificazione. All’epoca il vino serviva come merce di scambio per altri prodotti utili per il vivere quotidiano. Secondo Aristotele la tradizione enologica vesuviana risale ai Tessali i quali, essendo emigrati dalla natia Grecia, si stabilizzarono nelle nostre terre, ove impiantarono le primi viti sul Vesuvio. Nell’anno 1000 d. C. il Lacryma Christi veniva prodotto soltanto da alcuni monaci, il cui monastero sorgeva alle falde del Vesuvio. Durante il Medio Evo i Gesuiti si impadronirono di tutti i terreni adiacenti al vulcano, diventando in tal modo gli unici produttori e custodi del sacro vino Lacryma Christi. Alla fine del 1700 e nei due secoli successivi numerosi premi e riconoscimenti venivano tributati ai produttori del Lacryma Christi vesuviano in occasione della fiera universale di Parigi.
Caldo torrido fino a venerdì prossimo. Non c’è tregua in Campania, soprattutto nelle zone costiere
Le “ondate di calore” che stanno interessando la Campania permarranno sul nostro territorio almeno fino a venerdì prossimo. Questa l’informazione diramata dalla Protezione civile della Regione Campania. L’analisi del Bollettino Meteorologico Regionale e, in particolare, delle previsioni dei valori di umidità e temperatura dei prossimi giorni e dei valori osservati in tempo reale dalla rete termoigrometrica del Centro Funzionale, nonché dei valori degli indici climatici utilizzati al fine della valutazione delle condizioni di disagio per la salute umana, evidenzia che potranno verificarsi condizioni di criticità per rischio da ondata di calore. Si prevedono, infatti, temperature massime che saranno superiori ai valori medi stagionali anche di 6-8°C, soprattutto sulle zone interne, e associate ad un tasso di umidità che, nelle ore serali e notturne, supererà anche l’80-90%, soprattutto sulle zone costiere, e in condizioni di scarsa ventilazione.
Uomo nudo fa il bagno nel fontanone al Gianicolo a Roma
Un uomo nudo che a Roma fa il bagno nel Fontanone al Gianicolo: è l’immagine postata dal consigliere regionale del Lazio, Fabrizio Santori, che ha fatto il giro dei social suscitando polemiche. L’uomo sarebbe stato ripreso in un video, durante un servizio fotografico per le nozze di una coppia che in quel momento si trovava sul posto.
“Ennesimo bagno in una fontana storica di Roma ed ennesimo scempio al patrimonio artistico e architettonico della nostra Capitale – scrive Fabrizio Santori nel suo post su Facebook – . Questa volta a fare i conti con il degrado è la Fontana dell’Acqua Paola, meglio conosciuta come il Fontanone del Gianicolo, dove un immigrato ha pensato bene di immergersi totalmente nudo per rinfrescarsi dalla calura estiva, con una tanica al seguito da riempire, scambiando questo luogo consacrato al mondo anche dal film premio oscar La Grande Bellezza, di Sorrentino, e ridotto a piscina di quartiere. Un’offesa intollerabile verso Roma e i romani”.
Si apre la porta del bus in curva: sbalzato fuori il passeggino con neonato
Non e’ in pericolo di vita ma ha riportato un trauma cranico con alcune escoriazioni agli arti inferiori un bimbo di due mesi e mezzo su un passeggino che ieri e’ finito contro la porta di un bus Cotral apertasi all’improvviso ed e’ caduto fuori in strada. L’episodio e’ avvenuto ieri a Villanova di Guidonia, alle porte di Roma. Il bimbo era con la madre, una giovane romena. Sul caso stanno indagando i carabinieri di Tivoli, su delega della Procura. Il bus e’ gia’ stato sottoposto a sequestro: si vuole capire a quale velocita’ andasse quando ha affrontato una curva a gomito all’altezza del chilometro 28+200 della via Tiburtina, direzione Tivoli, e che cosa abbia determinato l’apertura delle porte.
Si presenta alla polizia col cadavere della fidanzata in auto e si fa arrestare
Un uomo di 34 anni si e’ presentato stamani al Comando della Polizia stradale di Palmanova (Udine) con il cadavere di una ragazza di 21 anni, la sua fidanzata, nella propria auto. Non avrebbe chiarito la causa della morte, gli investigatori procedono con l’ipotesi di un omicidio. Gli accertamenti sono svolti dalla Polstrada e dalla Squadra Mobile di Udine. Le tracce dei due erano scomparse da ieri sera. Sul posto anche il pm di turno, Letizia Puppa. Avrebbe confessato di aver strangolato la propria fidanzata Francesco Mazzega, 34 anni, di Spilimbergo (Pordenone), l’uomo che si e’ presentato stamani alla caserma della Polstrada di Palmanova con il cadavere della ragazza a bordo della propria automobile. La vittima si chiamava Nadia Orlando, 21 anni, di Dignano (Udine). Entrambi lavoravano all’azienda ‘Lima’ di San Daniele del Friuli (Udine), azienda specializzata in protesi ortopediche. I due erano attesi al lavoro stamani alle ore 9.00 ma non si erano presentati.
Sbalzato da giostra, grave un ragazzo di 14 anni
Un ragazzo di 14 anni e’ ricoverato al Gemelli in prognosi riservata, ma non e’ in pericolo di vita, dopo essere stato sbalzato in aria mentre si trovava sulla giostra Tagada’. L’episodio, sul quale stanno indagando i carabinieri della stazione Campo di Mare, e’ avvenuto ieri sera nel luna park ‘Paradise’ di Cerveteri, Comune alle porte di Roma.
Operaio napoletano morto in una cava di ghiaia in Trentino
Un operaio ha perso la vita la scorsa notte in un incidente sul lavoro ad Andriano, in Alto Adige. Si tratta di Lucio Catalano, 46 anni, di Napoli. L’uomo risulta residente a Laives. La disgrazia è avvenuta, verso le ore 21, in una cava di ghiaia. L’uomo era appena sceso da un camion, quando il mezzo pesante si è improvvisamente ribaltato, forse a causa del cedimento del terreno. L’operaio è finito sotto il camion, morendo sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e la Croce bianca con un medico d’urgenza.
Arrestato il piromane dell’area protetta del Monte Tifata nel Casertano
Arrestato dai carabinieri un altro piromane delle montagne della Campania. Nella mattinata odierna infatti i Carabinieri Forestali della Stazione e del Gruppo di Casetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su conforme richiesta della locale Procura, nei confronti di Mifaai Buzducan, 57 anni rumeno , ritenuto gravemente indiziato del delitto di incendio boschivo doloso con l’aggravante di aver danneggiato un’area protetta . L’ordinanza costituisce l’epilogo di una mirata attività investigativa, coordinata dalla Procura di santa Maria Capua Vetere, avviata subito dopo un incendio boschivo di vaste proporzioni, per effetto del quale andarono distrutti otto ettari di bosco il 13 luglio scorso, nel territorio del comune di Casagiove, lungo il versante del Monte Tifata. In particolare, i carabinieri forestali, intervenuti prontamente sul posto, allorquando l’incendio boschivo era in atto e nelle fasi immediatamente successive, raccoglievano una serie di elementi che consentivano di individuare nel rumeno l’autore dell’incendio boschivo. E, invero, il repentino intervento dei militari forestale consentiva di acquisire, sul luogo e nell’immediatezza del fatto una serie di oggetti, in prossimità del punto di innesco del fuoco. Le indagini hanno, dunque, permesso di ricostruire la dinamica dell’azione delittuosa per la quale si procede:Mifaai Buzducan, con l’uso di un accendino, dava fuoco al versante collinare del Monte Tifata, in prossimità della baracca abusiva da lui utilizzata, per distruggere la vegetazione boschiva ed arbustiva ivi radicata, allo scopo di mettere successivamente a dimora delle piantine di vite, in vista dell’ampliamento dell’impianto di vigneto già dallo stesso abusivamente realizzato, in una zona limitrofa a quella incendiata, peraltro disboscandola dalla vegetazione forestale ivi radicata. Le fiamme appiccate dal rumeno, grazie, all’elevate temperature, il forte vento spirante in zona, lo stato secco della vegetazione e le elevate pendenze, si sono propagate con virulenza verso la porzione a monte del rilievo collinare. Solo grazie all’intervento delle squadre antincendio, coadiuvate dagli sganci di acqua da parte di un elicottero della Regione Campania, si riusciva a contenere la ulteriore propagazione delle fiamme che hanno interessato complessivamente una superficie dì circa 8 ettari (circa 80.000 mq).
Castellammare, pizzo a un imprenditore di Pompei: ordinanza in carcere per il boss e tre affiliati. IL VIDEO
La Polizia di Pompei ha notificato a quattro persone, ritenute affiliate al clan di camorra dei Cesarano, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal gip di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica – con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore dell’area Vesuviana. Si tratta di Luigi Di Martino detto ‘o profeta (gia’ in carcere); Raffaele Belviso, Gerardo Di Martino e di Aniello Falanga. Dalle indagini e’ emerso che la vittima da anni era costretta a pagare il pizzo al clan che con il passare del tempo sono diventate sempre piu’ esose e frequenti.
Napoli, puntano la pistola contro un bimbo di tre anni per rapinare l’anziana nonna: arrestati tre pregiudicati del Vasto
Nel pomeriggio di ieri gli uomini della Polizia di Stato del Commissariato “Vasto Arenaccia” hanno arrestato tre pluripregiudicati, autori di una efferata rapina consumata ai danni di una famiglia all’interno di un’abitazione di via Alessandro Volta, nel quartiere Vasto Arenaccia.
I tre entravano in casa armati di pistola e, alla presenza della vittima, della figlia di sedici anni e della nonna anziana, dopo aver minacciato il figlio della vittima, di soli tre anni, puntandogli una pistola alla tempia, si impossessavano della somma di 25.000,00 euro, di tre orologi Rolex e di altri oggetti personali, per poi darsi a precipitosa fuga a bordo di una Lancia Y di colore bleu con targa parziale.
Da immediati accertamenti al sistema “cattura targhe”, i poliziotti riuscivano a risalire alla targa completa dell’autovettura utilizzata dai rapinatori e all’intestatario dello stesso, tale SCOGNAMIGLIO Mario, pluripregiudicato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla p.g..
Immediatamente gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del quartiere Vasto si portavano quindi presso l’abitazione dello SCOGNAMIGLIO, dove rinvenivano la Lancia Y utilizzata per la rapina, ferma e regolarmente chiusa a chiave con motore caldo, segno questo che i malfattori erano appena giunti. Appostatisi, i poliziotti notavano che dallo stabile usciva un giovane, ATTANASIO Salvatore, pluripregiudicato sottoposto alla misura dell’affidamento in prova ai servizi sociali, che con fare sospetto si avvicinava alla Lancia Y, cercando di aprirla.
Avvedutosi della presenza dei poliziotti, tentava di darsi alla fuga per essere quindi bloccato e sottoposto a perquisizione. Negli slip venivano rinvenuti 8920,00 euro, 4 banconote da 50 euro e un orologio Rolex, che costituivano parte della refurtiva già divisa con i complici.
Giunti sul posto i rinforzi dell’Ufficio Prevenzione Generale, gli uomini della Polizia di Stato facevano dunque irruzione nello stabile dello SCOGNAMIGLIO, che veniva trovato in compagnia del terzo malfattore, tale VINCIGUERRA Armando, anch’egli pluripregiudicato con precedenti per rapina e furto con strappo.
Gli operanti rinvenivano sul tavolo della cucina le chiavi della Lancia utilizzata per consumare la rapina, all’interno della quale trovavano occultata sotto il sedile anteriore sinistro una pistola a tamburo, arma priva del tappo rosso e con canna parzialmente otturata, utilizzata per commettere la rapina,. All’interno dell’abitacolo venivano altresì rinvenute tre cinture ed un paio di occhiali da sole, tutto riconosciuto come proprio dalla vittima della rapina.
I tre uomini venivano dunque prontamente bloccati, condotti negli uffici di polizia e riconosciuti immediatamente senza dubbio alcuno dalle vittime quali autori della violenta azione criminosa.
Arrestati per rapina aggravata poichè commessa con armi e sequestro di persona a scopo di rapina, i tre sono stati associati presso la Casa circondariale di Poggioreale.
- Scognamiglio Mario
- Attanasio Salvatore
- Vinciguerra Armando
Torre Annunziata, agguato per vendicare l’onore della famiglia: arrestato il figlio del boss “Pisiello”. IL VIDEO
Voleva vendicare l’onore della famiglia e per questo tentò di uccidere insieme con un complice Vittorio Nappi il 26 gennaio scorso in via Cuparella a Torre Annunziata. I Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno dato oggi esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, nei
confronti di Raffaele Gallo, 19 anni e di un complice, gravemente indiziati del tentato omicidio di Vittorio Nappi e detenzione e porto illegale di armi.
L’indagine, condotta dal gennaio al maggio 2017, è scaturita dall’esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco all’indirizzo di n’autovettura nei pressi di via Cuparella di Torre Annunziata, con a bordo due giovani oplontini, uno dei quali, Vittorio Nappi appunto, appena ventenne, fu ferito al torace. L’attività ha permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati, entrambi vicini al clan camorristico “Gallo-Cavalieri”, ed uno dei quali figlio di Gallo Francesco detto “O Pisiello”, attualmente detenuto in regime di 41 bis. Il movente è stato ricondotto proprio ai dissidi familiari intercorsi tra il giovane e la famiglia della
madre, parente di una delle vittime, scaturiti a seguito della relazione extra coniugale tra la moglie di Gallo Francesco ed un appartenente al contrapposto clan “Gionta”.
Raffaele Gallo, è stato incastrato dalle immagini delle telecamere e da una serie di inrtercettazioni. Il giovane è il figlio di Francesco ‘o pisiello, diventato noto alle cronache nazionali anche per la presenza di “casa Savastano”, la lussuosa e kitsch abitazione proprio della famiglia Gallo, affittata dalla casa cinematografica Cattleya per girare molte scene della fiction Gomorra. La villa fu sequestrata durante le riprese dopo l’arresto del padrone di casa, Francesco Gallo, che poi pretese il pagamento dell’affitto in nero: una chiara estorsione, per la quale lui e i suoi genitori Raffaele Gallo e Annamaria De Simone sono stati condannati in via definitiva a pene tra i 5 e i 6 anni e mezzo. Il giovane rampollo dei Gallo nell’aprile scorso si rese protagonista di una rivolta nei confronti della polizia che lo aveva fermato nel rione Penniniello per dei controlli mentre era in sella ad una moto con un complice. Il giovane aizzò gli abitati del rione a scendere in strada tanto che la polizia dovette esplodere dei colpi di pistola in aria per disperdere “gli assalitori”. Con lui c’era il 26enne Vincenzo Somma.
Concessioni demaniali illegittime, indagato dirigente comunale a Maiori
Il responsabile dell’ufficio patrimonio (area finanziaria e servizio patrimonio) del Comune di Maiori (Salerno) e’ indagato per la concessione, risultata illegittima, di autorizzazioni per l’occupazione di demanio statale in favore di alcuni esercenti commerciali i cui negozi si affacciano sul caratteristico corso Reggina della cittadina della costiera Amalfitana. La Guardia di Finanza di Salerno, su disposizione dell’autorita’ giudiziaria, ha anche eseguito un sequestro preventivo di strutture installate sul corso Reggina (gazebo e dehors). Le autorizzazioni, secondo secondo quanto accertato dagli inquirenti, sarebbero state rilasciate basandosi sul falso presupposto che l’amministrazione comunale fosse concessionario del Genio Civile, proprietario dell’area demaniale. Le indagini hanno anche accertato che il Genio Civile ha rilasciato un atto di concessione condizionato al pagamento di indennita’ pregresse, a partire del 2008, che non sarebbe mai stato onorato.
Napoli, 66enne trovato morto in casa a Capodichino
Un uomo di 66 e’ deceduto ieri sera in un appartamento di Napoli, in via Calata Capodichino, verosimilmente per cause naturali. A chiamare i soccorsi – 118 e polizia – e’ stato il compagno della vittima, un uomo di 42 anni, il quale, secondo quanto ha riferito, avrebbe tentato di rianimarlo. Il corpo dell’uomo, sul quale non sarebbero stati rilevati segni di violenza, e’ stato trovato vicino al letto. I medici, giunti sul posto, non hanno potuto che constatare il decesso. La salma e’ stata messa a disposizione dell’autorita’ giudiziaria.
Regione Campania: dopo settimane arriva l’accordo per salvare tutti i lavoratori Atitech
La Giunta De Luca accoglie con estrema soddisfazione l’accordo sottoscritto ieri per la soluzione della vertenza dei 178 lavoratori di Atitech Manufacturing. La Regione Campania stava lavorando da tempo a questo risultato, impegnandosi sui tavoli di crisi al Ministero dello Sviluppo, sostenendo la chiusura dell’accordo dei giorni scorsi e promuovendo l’accordo sulla Cassa integrazione. L’Assessorato regionale al Lavoro e quello alle Attivita’ Produttive hanno dato un forte contributo al raggiungimento di questo risultato, che consente la salvaguardia di tutti i lavoratori con l’impegno del loro rientro in Leonardo entro 15 mesi a partire dal 22 giugno scorso. “Si tratta – ha dichiarato il Presidente Vincenzo De Luca – di un importantissimo risultato che ci ha visto impegnati sin dall’inizio della vertenza e per il quale la collaborazione tra Regione e Governo ha contribuito in maniera fondamentale al positivo esito finale. La decisione di ‘Leonardo’ di avvalersi delle competenze e della capacita’ di tutti i lavoratori rappresenta un forte segnale positivo da parte del gruppo multinazionale che ha solide basi in Italia e in Campania, nella direzione di non dismettere le proprie attivita’ sul territorio ma a potenziare la propria presenza in una prospettiva di crescita produttiva”.