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Rolex da 40mila euro rapinato a Cervia: arrestato napoletano, caccia al complice

Rapina a mano armata sul litorale ravennate: i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di uno dei due presunti responsabili di un colpo messo a segno a maggio a Cervia, durante il quale a un imprenditore sarebbero stati sottratti un Rolex da circa 40.000 euro e

2.000 euro in contanti. Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Ravenna, riguarda due uomini di 33 e 47 anni, entrambi di origine partenopea: per il secondo, al momento, le ricerche sono ancora in corso.

L’ordinanza contesterebbe i reati di rapina aggravata in concorso, porto di armi e possesso di distintivi contraffatti. L’esecuzione è stata curata dai militari della Compagnia di Cervia–Milano Marittima, con il supporto delle Compagnie Napoli Stella e Marano di Napoli. L’arrestato è stato condotto nel carcere di Napoli Poggioreale, mentre sul presunto complice pende un ordine di cattura.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Norm, la rapina sarebbe scattata in tarda serata al termine di una cena organizzata con la vittima, titolare di una concessionaria di auto di lusso. Con lui ci sarebbe stato un uomo presentatosi come intermediario di una concessionaria napoletana, arrivato in riviera per concludere l’acquisto di una vettura.

Proprio mentre i due viaggiavano a bordo dell’auto oggetto della trattativa, si sarebbe avvicinato un secondo veicolo. Raggiunta un’area isolata e poco illuminata nei pressi delle saline di Cervia, i malviventi avrebbero simulato un controllo delle forze dell’ordine utilizzando lampeggianti e paletta segnaletica: un espediente che, per gli inquirenti, sarebbe stato reso possibile anche dall’uso di distintivi contraffatti.

A quel punto sarebbero scesi due rapinatori che, sotto la minaccia di una pistola, avrebbero sottratto all’imprenditore l’orologio e il denaro contante, lasciandolo poi in strada senza le chiavi dell’auto. Le indagini avrebbero consentito di individuare il presunto autore materiale e un complice: quest’ultimo sarebbe l’uomo che si era finto intermediario, attirando la vittima e accompagnandola nel luogo ritenuto “idoneo” per l’agguato.

Le ricerche del secondo indagato proseguono, mentre l’inchiesta dell’Arma resta aperta per ricostruire ogni fase del colpo e accertare eventuali ulteriori responsabilità.

Napoli, solidarietà natalizia: consegnati i giocattoli del “Giocattolo Sospeso” a Palazzo San Giacomo

Napoli – Questa mattina, nell'androne di Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, si è tenuta la cerimonia di consegna simbolica dei giocattoli raccolti grazie all'iniziativa “Il Giocattolo Sospeso 2025”. Il sindaco Gaetano Manfredi e l'assessora alle Politiche Giovanili, al Lavoro e alle Politiche Sociali, Chiara Marciani, hanno distribuito i doni a bambini provenienti da famiglie in difficoltà economica e da alcuni campi rom della città.

«Il Giocattolo Sospeso è un'iniziativa che racconta il volto solidale della nostra città», ha dichiarato Manfredi durante l'evento. «Napoli è una comunità che sa essere vicina a chi ha più bisogno, soprattutto ai bambini, perché nessuno deve sentirsi escluso dalla gioia delle festività. Ringrazio tutti i cittadini che hanno partecipato con generosità».

L'assessora Marciani ha sottolineato il valore della rete solidale: «Questa giornata è il risultato di un grande lavoro di partecipazione. Con il Giocattolo Sospeso vogliamo portare un sorriso ai più piccoli e ribadire che la solidarietà è un valore che ci unisce. Continueremo a promuovere iniziative a sostegno dell'infanzia e delle famiglie vulnerabili».

L'iniziativa, promossa dall'assessorato comunale, si ispira alla tradizionale pratica napoletana del “caffè sospeso” e fa parte del programma di azioni per le festività natalizie, con l'obiettivo di rendere la città più inclusiva. L'evento ha trasformato l'androne del Municipio in un momento di festa e condivisione, rinnovando l'impegno dell'amministrazione verso i più fragili.

Influenza, 800 mila casi in sette giorni: il ceppo K diventa dominante

L'influenza continua la sua corsa inarrestabile. Il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità ha registrato oltre 816 mila casi di sindromi respiratorie acute nella scorsa settimana, quasi 100 mila in più rispetto ai sette giorni precedenti. Oltre il 40% delle infezioni deriva da virus influenzali e, tra questi, più della metà è riconducibile al nuovo ceppo K del virus A/H3N2, ormai dominante sul territorio nazionale.

Il nuovo virus presenta un "vantaggio evolutivo che ne aumenta la trasmissibilità", spiega l'Iss sulla base dei dati epidemiologici forniti dall'Osms. Tuttavia, l'istituto precisa che non si registra "un aumento nella severità delle manifestazioni cliniche". Stime preliminari indicano inoltre che i vaccini attualmente in uso continuano a proteggere dalle ospedalizzazioni, sebbene i dati disponibili non permettano ancora di stabilire con precisione l'efficacia sulle manifestazioni cliniche della malattia.

Sardegna e Campania hanno vissuto un'esplosione improvvisa della stagione influenzale. In appena sette giorni, l'intensità è passata da bassa o media a molto alta, il livello massimo della scala. La Sardegna registra 23,61 casi ogni mille abitanti, mentre la Campania segue a ruota con 21,07 casi per mille. Anche la Sicilia segnala un'intensità alta, con 17,61 casi per mille abitanti.

I bambini sotto i 4 anni rappresentano la fascia d'età più colpita. Mentre nell'intera popolazione si osserva un'incidenza di 14,7 casi per mille abitanti, nei più piccoli la quota triplica, raggiungendo 42 casi per mille. Questo trend si conferma costante da settimane e conferma la maggiore vulnerabilità dei bambini in età prescolare.

L'Iss tenta di rassicurare la popolazione: il nuovo ceppo K, nonostante la maggiore trasmissibilità, non mostra segni di maggiore pericolosità. La protezione offerta dai vaccini contro le forme gravi rappresenta un elemento di difesa cruciale per le categorie più a rischio.

Il Natale degli ultimi: a Napoli Sant’Egidio trasforma la solitudine in festa

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Napoli – In una città che si prepara alle luci delle feste, c’è una tavola che si allunga per non escludere nessuno. È il Natale della Comunità di Sant’Egidio, che quest’anno a Napoli e in Campania mette in campo una macchina della solidarietà imponente: otto pranzi di Natale per 750 persone in difficoltà, supportati dall’energia di 300 volontari.

Una mappa della solidarietà: dal centro alle periferie
Il cuore dell'evento batterà il 25 dicembre alle 13:00, con l'appuntamento tradizionale nella chiesa di San Pietro Martire, a largo Bonghi. Ma la festa non resterà confinata nel centro storico. Le tavolate della fraternità verranno allestite anche a Fuorigrotta, Scampia e San Giovanni a Teduccio, spingendosi fino ad Aversa.

Il tratto distintivo dell'iniziativa non è solo l'assistenza, ma la dignità della persona: ogni ospite troverà al suo posto un regalo personalizzato, con il proprio nome scritto sulla busta, consegnato da un Babbo Natale. Un gesto simbolico per ribadire che, per Sant’Egidio, nessuno è un numero o un "invisibile".

Oltre le sbarre e ai margini
La solidarietà di quest'anno varca con decisione le soglie delle carceri campane, coinvolgendo le massime autorità cittadine e religiose:

22 Dicembre (Poggioreale): Un pranzo speciale per 150 detenuti che vedrà la partecipazione del sindaco Gaetano Manfredi, segno di una vicinanza istituzionale a chi vive la privazione della libertà.

29 Dicembre (Secondigliano): Sarà il cardinale don Mimmo Battaglia a sedere a tavola con i detenuti, portando un messaggio di speranza e riscatto.

Il programma non si ferma al giorno di Natale. Il 24 e il 31 dicembre sono previste cene itineranti per i senza fissa dimora, mentre nei giorni adiacenti le "Scuole della Pace" e i volontari raggiungeranno anziani soli e campi rom non solo a Napoli, ma anche a Caserta e Salerno.

Un segnale di pace in tempi difficili
L’impegno di Sant’Egidio culminerà il 1° gennaio, Giornata Mondiale della Pace. Sul sagrato del Duomo, dopo la messa celebrata dall'arcivescovo Battaglia, verranno letti i nomi dei Paesi martoriati dai conflitti, con testimonianze dirette di chi è fuggito dalla guerra.

"In un tempo segnato dall'aumento della povertà e da una solitudine sempre più profonda, questo Natale vuole essere un segno concreto di speranza", spiegano dalla Comunità. In una Napoli che soffre le contraddizioni della crisi, la tavola di Sant’Egidio si conferma come l'ultimo baluardo contro l'indifferenza.

Blitz antidroga a San Nicola la Strada: coppia di Caivano arrestata con 17 dosi

I carabinieri della Stazione di San Nicola la Strada hanno arrestato ieri sera, 18 dicembre, un uomo e una donna di Caivano sorpresi a spacciare stupefacenti in viale De Gasperi, a pochi passi dal Municipio. L'operazione si inserisce nell'incessante attività di contrasto al traffico di droga condotta dalla Compagnia di Caserta sul territorio.

L'operazione sotto copertura

Il blitz è scattato al termine di un servizio di osservazione in abiti civili, avviato dopo alcune segnalazioni su una presunta attività di spaccio nei pressi di un bar del centro. I militari hanno assistito in diretta a uno scambio sospetto: un giovane uscito dal locale si è avvicinato a un'auto in sosta, ha conversato brevemente con gli occupanti e poi ha effettuato quello che è apparso come un rapido passaggio di denaro e sostanza stupefacente prima di dileguarsi.

L'auto è ripartita immediatamente a forte velocità verso viale Carlo III, ma i carabinieri l'hanno intercettata e bloccata. Alla vista delle divise, i due occupanti hanno mostrato evidenti segni di nervosismo e hanno spontaneamente consegnato una dose di hashish.

Il sequestro e gli accertamenti

Gli accertamenti hanno rivelato che il conducente, un 21enne già noto per precedenti in materia di stupefacenti, guidava senza patente. I due sono stati quindi accompagnati in caserma per approfondimenti. Durante le perquisizioni personali, i militari hanno scoperto 17 dosi di crack e cocaina abilmente nascoste addosso alla donna, confezionate in involucri di colori diversi. L'uomo aveva invece 345 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio.

L'analisi dei cellulari ha fornito ulteriori riscontri: messaggi e immagini inequivocabili riconducibili all'attività di vendita, con riferimenti espliciti a quantitativi, prezzi e promozioni.

Le misure cautelari

Al termine degli accertamenti, la coppia di conviventi è stata dichiarata in stato di arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha disposto il carcere per l'uomo, tradotto presso la Casa Circondariale sammaritana, mentre per la donna sono stati concessi gli arresti domiciliari.

Il Cuore di Napoli batte forte: al Monaldi record di trapianti e mortalità crolla al 9%

NAPOLI – Il cuore del trapiantologico campano batte sempre più forte, e lo fa tra i colori del Monaldi. L’ospedale napoletano, punto di riferimento regionale, ha presentato oggi, venerdì 19 dicembre, un bilancio triennale che lo conferma tra le eccellenze nazionali nel settore. Numeri in netta crescita e performance di sopravvivenza che lasciano il segno: negli ultimi tre anni, la mortalità a un anno dai trapianti di cuore è stata ridotta al 9%, contro una media italiana che si attesta ancora attorno al 25%.

«La nostra curva di sopravvivenza a 365 giorni è aumentata al 90%», ha spiegato Claudio Marra, direttore della U.O.S.D. Procedure Innovative in Cardiochirurgia e Trapianti dell’ospedale diretto da Anna Iervolino. Un dato eclatante, se paragonato al 75% della media del Paese. Ma la vera rivoluzione è duplice: alla qualità si accompagna la quantità. L’attività trapiantologica ha visto un’impennata del 43%, passando da 15 a 23 trapianti di cuore effettuati. A questi vanno aggiunte 8 procedure di impianto di LVAD (cuore artificiale), con una sopravvivenza a un anno dell’85%. Il Monaldi si conferma così tra i pochi centri in Italia ad aver eseguito con successo trapianti con il supporto di dispositivi meccanici.

La ricetta del successo, secondo i vertici della struttura, non è un segreto: è il lavoro di squadra. Un approccio multidisciplinare che integra competenze diverse in ogni fase, dalla presa in carico del paziente in scompenso avanzato, al post-operatorio, fino al follow-up cronico che durerà per tutta la vita. «La presa in carico è globale», sottolineano dall’ospedale, con anestesisti, internisti e cardiologi che coordinano le varie fasi del recupero e del monitoraggio clinico.

Durante l’incontro sono stati approfonditi tutti gli aspetti della filiera. Il dottor Cristiano Amarelli ha presentato gli ultimi aggiornamenti in tema di immunoterapia, mentre i medici Irene Mattucci e Angelo Caiazzo hanno illustrato l’organizzazione e i risultati delle attività ambulatoriali dedicate ai pazienti trapiantati. Ampio spazio è stato dato alla qualità di vita post-intervento, con un focus curato dalle psicologhe Mariella Pratillo e Valentina Penta sugli aspetti psicologici e sul quotidiano dopo il trapianto.

Non sono mancate le prospettive future, delineate dai dottori Fabio Ursomando e Salvatore Costanza, che hanno indicato le prossime traiettorie di sviluppo del centro.

Il modello Monaldi viene preso a esempio anche a livello regionale. «I risultati presentati oggi confermano che quando si lavora con un'impostazione di squadra la qualità cresce», ha commentato Pierino Di Silverio, coordinatore del Centro Regionale Trapianti della Campania. «In Campania stiamo portando avanti una riorganizzazione della rete trapiantologica fondata su integrazione tra centri, percorsi condivisi e collaborazione costante: dalla presa in carico alla gestione del post-trapianto».

Una best practice, quella del polo napoletano, che dimostra come investire su un sistema integrato e su team specializzati non solo salvi più vite, ma costruisca un percorso di cura di eccellenza che accompagna il paziente ben oltre l’intervento chirurgico.

Carinola, maxi sequestro di droga in carcere: 400 grammi di hashish bloccati dalla Polizia Penitenziaria

Carinola – Un’operazione di sicurezza interna di particolare rilievo ha portato al sequestro di circa 400 grammi di sostanza stupefacente all’interno dell’Istituto Penitenziario di Carinola e al fermo di un soggetto esterno, parente di un detenuto, che tentava di introdurre la droga durante i colloqui. Un risultato che conferma l’elevato livello di vigilanza e professionalità della Polizia Penitenziaria, quotidianamente impegnata nel contrasto ai tentativi di infiltrazione criminale negli istituti di pena.

L’intervento, definito complesso e articolato, è stato condotto sotto la direzione e il coordinamento del Comandante di Reparto, con il contributo determinante del personale addetto al settore colloqui, che ha saputo individuare e neutralizzare un tentativo illecito potenzialmente in grado di alimentare circuiti criminali interni e tensioni operative.
A esprimere vivo e sentito plauso per l’operazione è il Si.N.A.P.Pe – Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria, che sottolinea come l’azione di Carinola rappresenti l’ennesima dimostrazione dell’efficacia del Corpo nel presidio della legalità.

«Quella di Carinola è una prova concreta di come la Polizia Penitenziaria sia un baluardo insostituibile di sicurezza e legalità – ha dichiarato il Segretario Generale Aggiunto del Si.N.A.P.Pe, Luigi Vargas –. Il risultato ottenuto è frutto di competenza, esperienza e spirito di squadra, qualità che meritano pieno riconoscimento e un sostegno istituzionale adeguato».

Sulla stessa linea il Segretario Nazionale del Si.N.A.P.Pe, Pasquale Gallo, che ha evidenziato il valore preventivo dell’operazione:
«Il sequestro di una quantità così significativa di droga dimostra l’efficacia dell’attività di controllo svolta quotidianamente dal personale. Dietro questi risultati vi sono sacrificio, responsabilità e un costante stress operativo che troppo spesso restano nell’ombra. Al personale di Carinola va il nostro ringraziamento più sincero».

A rimarcare l’aspetto organizzativo è intervenuto anche il dirigente sindacale Angelo Di Costanzo, che ha posto l’accento sulla qualità della gestione operativa:
«L’attenta coordinazione e una supervisione puntuale hanno consentito un intervento tempestivo e risolutivo. È la dimostrazione che, quando il personale è messo nelle condizioni di operare con professionalità e determinazione, i risultati arrivano e sono di assoluto rilievo».

Il Si.N.A.P.Pe auspica infine che l’Amministrazione Penitenziaria riconosca formalmente l’eccezionale lavoro svolto dal personale coinvolto, quale segnale concreto di attenzione verso un Corpo che, spesso in silenzio e in condizioni operative complesse, garantisce la sicurezza degli istituti penitenziari e dell’intera collettività.

Travolta e uccisa in kayak a Posillipo: patteggia per omicidio colposo il conducente della barca

Si è conclusa con un patteggiamento per omicidio colposo la vicenda giudiziaria legata alla morte di Cristina Frazzica, la giovane ricercatrice di origini calabresi, cresciuta a Voghera, travolta e uccisa nel pomeriggio del 9 giugno 2024 mentre era a bordo di un kayak nelle acque di Posillipo, a Napoli.

Il professionista 49enne che conduceva l’imbarcazione è stato condannato a un anno, un mese e sei giorni di reclusione, con pena sospesa, a seguito dell’accordo raggiunto con la Procura partenopea. Il procedimento si è chiuso con il riconoscimento della responsabilità penale dell’imputato e con il risarcimento dei familiari della vittima, liquidato dalla compagnia assicurativa titolare della polizza dell’imbarcazione.

Secondo l’impianto accusatorio, pienamente confermato dagli accertamenti tecnici, la morte di Cristina è stata causata da una condotta di navigazione imprudente e gravemente colposa, in violazione delle norme sulla sicurezza marittima e sui limiti di velocità in prossimità della costa.

Determinante, ai fini dell’inchiesta, la consulenza tecnica disposta dalla Procura di Napoli e affidata all’ingegnere Giuseppe Coccia, che ha ricostruito la dinamica dell’impatto attraverso l’analisi dei tracciati di navigazione. Dalla perizia emerge che l’imbarcazione si trovava a circa 300 metri dalla costa, in un tratto di mare in cui la velocità massima consentita è di 10 nodi, ma procedeva a circa 30 nodi, ossia tre volte oltre il limite.

“La barca – si legge nella consulenza depositata agli atti – ha raggiunto il kayak in pochissimi secondi, impedendo qualsiasi manovra evasiva. A quella velocità, il natante più piccolo non ha avuto possibilità di fuga”. Il kayak, dunque, “si è trovato sulla rotta di un’imbarcazione che navigava in violazione delle prescrizioni di sicurezza”.

Cristina si trovava a bordo di un kayak biposto insieme a un amico, rimasto illeso. L’impatto è avvenuto nello specchio d’acqua antistante Villa Rosebery, residenza estiva del Presidente della Repubblica, una zona notoriamente frequentata da bagnanti e imbarcazioni leggere. Intorno alle 17.30, i due si sarebbero accorti della barca che avanzava a velocità sostenuta e, nel tentativo di evitare la collisione, si sarebbero lanciati in mare. Cristina è stata però investita in pieno, riportando lesioni gravissime che si sono rivelate fatali.

“Ci sentiamo ancora totalmente inermi di fronte a quanto accaduto”, hanno dichiarato in una nota i genitori e la sorella della vittima. “La pena è bassa e non potrà mai essere commisurata al valore della vita di Cristina, ma il riconoscimento della responsabilità e l’accertamento della verità rappresentano per noi un punto fermo”.

La famiglia Frazzica è stata assistita dagli avvocati Giuseppe Vacca e Domenico Mesiano del gruppo Giesse, che sottolineano come il procedimento abbia chiarito un aspetto centrale: “Il kayak navigava legittimamente in quello specchio d’acqua. I ragazzi si trovavano in una zona in cui era consentita la loro presenza, una delle più affollate soprattutto nei fine settimana estivi. La responsabilità penale deriva da una condotta di guida non conforme alle regole”.

Un caso che, pur chiudendosi sul piano giudiziario, riapre il tema della sicurezza in mare e del rispetto delle regole di navigazione nelle aree costiere, dove l’inosservanza dei limiti può trasformarsi in tragedia.

Arzano, mamma fa inversione di marcia vicino a una scuola: giovane in scooter si schianta

Arzano - Drammatico incidente stradale poco dopo le 12,30 di oggi in via Garibaldi nei pressi di una scuola. La mamma di una alunna, probabilmente per la fretta ha fatto una invesrisione di marcia, dopo aver prelevato la propria figlioletta.

Una manovra azzardata tanto che un giovane centauro in sella un motorino non è riuscito ad avitare l'impatto schiasntosi contro l'auto e facendo un volo diu alcuni metri.

La velocità non era elevata e il giovane nella caudta ha riportato ferite non gravi ma comunque tali da dover ricorrere alle cure ospedaliere dove è stato trasportato a bordo di una ambulanza.

la donna e la piccola sotto choc per l'impatto non hanno riportato ferite. Sul posto la polizia locale e i carabinieri.

Si stanno ascoltando i testimoni mentre auto e motorino sono stati posti sotto sequestro. L'episodio riportando all'attenzione dei cittadini di Arzano la carenza di sicurezza per tutti in maniera particolare dei plessi scolastici.

P.B.

Sequestrati 900 chili di pesce senza tracciabilità al mercato ittico di Mugnano

Napoli. Novecento chili di prodotti ittici e frutti di mare privi di documentazione sulla provenienza e sulla tracciabilità sono stati sequestrati nella notte tra il 18 e il 19 dicembre al mercato ittico di Mugnano, in provincia di Napoli. L’operazione è stata condotta dai militari del Reparto Operativo Aeronavale di Napoli nell’ambito dei controlli di polizia economico-finanziaria e a tutela della salute dei consumatori.

Il pescato, pronto per essere immesso in commercio, è risultato completamente sprovvisto delle certificazioni obbligatorie che ne attestano l’origine e il percorso lungo la filiera. Una condizione che rende i prodotti potenzialmente pericolosi per il consumo umano. I controlli sono stati eseguiti in collaborazione con il personale delle Aziende Sanitarie Locali Napoli 1 Centro e Napoli 2 Nord e con il Centro di Riferimento Regionale per la Sicurezza Sanitaria del Pescato.

Nel corso dell’operazione sono stati individuati cinque responsabili, nei cui confronti sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di circa 6.500 euro. Il sequestro ha impedito che il pesce irregolare finisse sulle tavole dei consumatori in un periodo caratterizzato da un forte aumento della domanda. Le attività di controllo sull’intera filiera ittica proseguiranno e verranno ulteriormente intensificate nei prossimi giorni, in concomitanza con le festività natalizie e di Capodanno, per garantire sicurezza alimentare e legalità nel commercio dei prodotti del mare.

Truffa dei finti operatori bancari a Lanciano, bloccati 30mila euro

Lanciano. Si fingono operatori bancari, contattano la vittima e la convincono a trasferire i risparmi per “metterli al sicuro”. È il meccanismo della truffa scoperta dai Carabinieri a Lanciano, in provincia di Chieti, che ha portato alla denuncia di due persone di 21 e 47 anni, entrambi residenti a Napoli, e al blocco di 30mila euro su un conto corrente a loro riconducibile.

L’indagine parte dalla denuncia presentata da un 51enne del posto, contattato telefonicamente da presunti dipendenti di istituti di credito. “Sul suo conto risultano anomalie e operazioni sospette”, il messaggio utilizzato per creare allarme e spingere la vittima ad agire con urgenza. Con artifizi e raggiri, l’uomo viene indotto a disporre diversi bonifici bancari verso conti indicati come “di sicurezza”, in realtà intestati ai due truffatori.

L’intervento tempestivo dei militari dell’Arma consente di ricostruire i movimenti di denaro e di bloccare la somma prima che venga definitivamente sottratta. I due indagati vengono denunciati in stato di libertà per truffa, mentre il denaro resta sotto sequestro. La rapidità della querela e l’immediata attività investigativa evitano conseguenze più gravi, interrompendo una truffa che segue uno schema ormai ricorrente e che continua a colpire cittadini ignari attraverso telefonate mirate e falsi allarmi bancari.

Angiografia, al Sant’Orsola si usa l’anidride carbonica al posto dello iodio: l'analisi del prof. Gargiulo

Roma. “L’angiografia è un esame strumentale che serve per visualizzare le arterie o le vene del nostro corpo e che prevede la puntura di un’arteria o di una vena con l’inoculazione di un mezzo di contrasto, storicamente rappresentato dal mezzo iodato”, spiega il professor Mauro Gargiulo, ordinario di Chirurgia Vascolare all’Università di Bologna e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola. “È una diagnostica fondamentale per valutare restringimenti o dilatazioni delle arterie e per impostare correttamente un percorso diagnostico-terapeutico”.

Il mezzo di contrasto iodato, tuttavia, presenta criticità in una parte dei pazienti. “Lo iodio permette di disegnare molto bene le arterie, ma esistono pazienti allergici per i quali l’uso è controindicato e altri nei quali può creare problematiche a livello renale”, chiarisce Gargiulo. “Il mezzo iodato viene eliminato per via renale e può determinare danni al parenchima, con il rischio di insufficienza renale soprattutto in chi parte già da una funzionalità compromessa”.

Da qui la ricerca di un’alternativa. “Negli interventi endovascolari abbiamo osservato che l’uso abbondante di mezzo iodato poteva danneggiare i reni e si è cercato di ridurre questo rischio”, afferma il chirurgo vascolare. “Già nei primi anni Duemila alcuni colleghi hanno iniziato a utilizzare l’anidride carbonica come mezzo di contrasto. Dal 2007 al 2016 l’uso della CO₂ è cresciuto a livello internazionale, soprattutto nei pazienti con insufficienza renale sottoposti a chirurgia vascolare”.

L’evoluzione tecnologica ha fatto il resto. “Dal 2016 utilizziamo sistemi di iniezione automatizzata di anidride carbonica che hanno migliorato notevolmente le performance dell’angiografia con CO₂”, sottolinea Gargiulo. “In alcuni centri questa metodica è diventata routinaria non solo nei pazienti a rischio, ma anche nel trattamento endovascolare delle malattie arteriose, arrivando quasi a sostituire l’angiografia con mezzo iodato”.

Il professore precisa però che non si tratta di una contrapposizione. “Non è un approccio contro il mezzo iodato, che continuiamo a utilizzare, ma un ampliamento delle possibilità diagnostiche”, spiega. “Nei pazienti in cui lo iodio non può essere usato, l’angiografia con CO₂ offre immagini affidabili, quasi sovrapponibili, ed è un passo avanti nel ridurre i rischi delle procedure”.

Resta il tema della sicurezza legata all’uso di un gas. “La CO₂ fluttua nel sangue, viene eliminata per via polmonare e non crea problemi di embolizzazione periferica”, chiarisce Gargiulo. “Prestiamo però molta attenzione alla sede di iniezione: non utilizziamo la CO₂ nella parte alta dell’albero arterioso, sopra il diaframma o nelle arterie che portano sangue al cervello, per evitare rischi teorici di ischemia cerebrale”.

La metodica è già realtà nel Servizio sanitario nazionale. “Non tutti i centri di Chirurgia Vascolare sono dotati di questo sistema”, conclude Gargiulo, “ma al Policlinico Sant’Orsola lo utilizziamo dal 2016 in modo routinario e altri centri in Italia stanno adottando questa tecnologia”.

Napoli, il deputato Borrelli aggredito in Piazza Cavour: 15 giorni di prognosi

Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, è stato aggredito tra Piazza Cavour e il Rione Sanità mentre era impegnato in un sopralluogo per documentare illegalità diffuse e deregulation stradale insieme al consigliere della I Municipalità Lorenzo Pascucci. L’aggressione è stata compiuta da una donna, parente di Emanuele Tufano, il quindicenne ucciso nell’ottobre 2024 durante una sparatoria tra gruppi armati dei rioni Sanità e Mercato.

Nel corso dell’episodio, la donna ha colpito il deputato con un violento colpo al volto e lo ha minacciato di morte a gran voce. Nell’aggressione sono rimasti coinvolti anche gli agenti della scorta, immediatamente intervenuti per fermare la donna. Borrelli ha riportato una frattura chiusa delle ossa nasali con infrazione delle stesse e un trauma contusivo al bulbo oculare. La prognosi è di quindici giorni.

“Quello che è accaduto dimostra quanto sia profondo il radicamento di una cultura criminale che coinvolge intere famiglie e cresce i ragazzi nella convinzione che la violenza sia normale, legittima, persino da difendere”, ha dichiarato Borrelli. “Troppi giovani vengono allevati senza alternative, educati all’odio verso le istituzioni e spinti a identificarsi con la carriera criminale. Quando finiscono in carcere o muoiono si grida allo scandalo, ma raramente ci si interroga sulle responsabilità di chi li ha formati, sostenuti e incitati”.

L’episodio si inserisce in un contesto territoriale segnato da una lunga scia di violenza legata a dinamiche camorristiche. Emanuele Tufano perse la vita durante una “stesa” non autorizzata, degenerata in uno scontro a fuoco con un gruppo rivale di Piazza Mercato. Cinque mesi dopo, nello stesso contesto, venne ucciso Emanuele Durante, ventenne indicato dagli inquirenti come vittima di una rappresaglia interna legata alla morte del quindicenne.

“Chi rompe questo schema viene colpito, intimidito, cacciato. È successo a chi ha denunciato sparatorie e violenze, è successo a vittime innocenti costrette ad abbandonare il quartiere”, ha aggiunto il deputato. “L’aggressione che ho subito è l’ennesima prova di un metodo basato sull’intimidazione”.

Solo nella giornata precedente, nel Rione Sanità, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli avevano eseguito un blitz anticamorra con l’arresto di otto persone, su ordinanza del gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, per porto e detenzione illegale di armi aggravati dalla finalità mafiosa. Nel corso dell’operazione era stata anche rimossa un’edicola votiva abusiva dedicata a Emanuele Tufano, ritenuta un simbolo intimidatorio.

“Quando questi ragazzi vengono arrestati, feriti o uccisi la responsabilità è soprattutto di chi avrebbe dovuto educarli alla legalità e invece li ha spinti verso la carriera criminale”, ha affermato Borrelli. “I veri assassini sono spesso i loro stessi parenti, pronti a scendere in strada e a mettere a ferro e fuoco la città per difendere delinquenti armati, ma incapaci di spendere una parola per le vere vittime”.

“La mia aggressione è la conferma dei loro metodi. Bene i blitz e la rimozione dei simboli intimidatori, ma lo Stato deve restare presente ogni giorno. Senza continuità, questi territori tornano immediatamente nelle mani della criminalità. Ringrazio il Prefetto e la Questura per avermi immediatamente fatto sentire la loro vicinanza”, ha concluso il deputato.

Violentata la notte di Ferragosto nel Salernitano, due minori arrestati

Violentata la notte di ferragosto da due giovani nel Salernitano. A distanza di mesi, il cerchio si chiude nei confronti dei due presunti autori della violenza. La Squadra Mobile ha eseguito un'ordinanza applicativa della misura cautelare del collocamento in comunità, emessa dal gip presso il Tribunale per i minorenni di Salerno, su richiesta della locale Procura, nei confronti di due diciassettenni.

I giovani sono indagati per il reato di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una sedicenne. Nella notte tra il 15 e il 16 agosto scorso, infatti, i due giovani, abusando delle condizioni di inferiorità psicofisica della minore, dovute all'assunzione di alcolici e stupefacenti, l'hanno condotta in un parcheggio nelle vicinanze della spiaggia dove si stava svolgendo un falò, in una località balneare della provincia, costringendola a subire atti sessuali e umiliandola con diversi insulti.

Le indagini, avviate immediatamente dalla Squadra Mobile, si sono basate sul riscontro delle dichiarazioni della vittima, confermate oltre che con l'analisi delle celle del traffico telefonico, anche con le testimonianze di altre persone informate dei fatti e con immagini di videosorveglianza, che hanno immortalato le fasi precedenti e successive al fatto.

Centauro ucciso a Ponticelli, individuata l’auto pirata: sequestro e denuncia per il conducente

Napoli – È stato individuato e posto sotto sequestro dagli agenti dell’Unità Infortunistica Stradale della Polizia Locale di Napoli il veicolo coinvolto nell’incidente costato la vita a un centauro di 46 anni, avvenuto lo scorso 12 dicembre in via De Meis, nel quartiere Ponticelli. Identificato anche il conducente, che è stato denunciato all’autorità giudiziaria.

Nei confronti dell’automobilista sono stati adottati i provvedimenti di legge, tra cui il ritiro della patente di guida e il sequestro del telefono cellulare, sul quale saranno effettuati accertamenti tecnici per verificare un eventuale utilizzo al momento del sinistro.

L’incidente si è verificato intorno alle 20.30 e ha causato la morte del motociclista di 46 anni. I primi rilievi sulla posizione del mezzo a due ruote e la natura dei danni avevano da subito alimentato dubbi sulla dinamica, facendo ipotizzare il coinvolgimento di un secondo veicolo.

Grazie alle testimonianze raccolte sul posto, all’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona e ai successivi riscontri sul territorio, gli agenti sono riusciti a ricostruire le direzioni di marcia e a individuare l’auto che, dopo l’impatto, si sarebbe allontanata senza prestare soccorso al centauro.

Il mezzo è stato sequestrato e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria per ulteriori accertamenti tecnici.

Pericolo sulla SP1 a Qualiano: voragini e dislivelli mettono a rischio automobilisti e motociclisti

Qualiano – Un dislivello di circa 10 centimetri sul manto stradale, voragini non segnalate e crepe diffuse: è questa la situazione denunciata sulla Strada Provinciale 1 nel territorio di Qualiano, un'arteria a scorrimento veloce frequentata quotidianamente da migliaia di veicoli.

Il movimento politico Italia dei Diritti-De Pierro, guidato dal giornalista Antonello De Pierro, ha lanciato l'allarme, definendo il dissesto "inaccettabile" e chiedendo interventi immediati per evitare incidenti, soprattutto a danno di motociclisti e pedoni.Il fenomeno, già segnalato in passato sullo stesso tratto, evidenzia secondo il movimento una mancanza cronica di manutenzione.

«Ogni cittadino deve poter percorrere le strade senza rischiare la vita. Una voragine non segnalata è un pericolo reale e la manutenzione deve essere continua, non episodica», ha dichiarato Maira Nacar, segretaria provinciale napoletana dell'Italia dei Diritti-De Pierro.

A lei ha fatto eco Corrado Fella, consigliere ombra del movimento: «È inaccettabile che una strada così trafficata presenti un dislivello che mette a rischio la sicurezza di chi la percorre. Chiediamo interventi immediati di verifica e ripristino».

Critiche più generali arrivano dai vertici nazionali. Carlo Spinelli, responsabile per la Politica Interna, ha parlato di «gestione insufficiente della sicurezza stradale», mentre il presidente Antonello De Pierro ha sottolineato: «Il dissesto sulla SP1 non può diventare normalità quotidiana. Continueremo a sollecitare le autorità per programmi strutturali di manutenzione e monitoraggio».

Il movimento ha annunciato l'invio di documentazione fotografica e segnalazioni alle istituzioni competenti, tra cui la Città Metropolitana di Napoli, e vigilerà sull'effettiva realizzazione degli interventi. In Campania, il problema delle strade provinciali dissestate è ricorrente, con buche e voragini che causano danni ai veicoli e incidenti, come emerso da numerose denunce negli ultimi anni.

Villa Literno, aggredisce la compagna: arrestato 31enne

Villa Literno - Un uomo di 31 anni, residente a Villa Literno e già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, è stato arrestato con le accuse di maltrattamenti e lesioni personali ai danni della propria compagna.

L’allarme è scattato dopo una chiamata alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Casal di Principe. I militari della Stazione di Villa Literno, coadiuvati dal personale del 118, sono giunti pochi minuti dopo nell’appartamento teatro della violenza. A fare la loro drammatica accoglienza, la giovane donna, in evidente stato di shock e con chiari segni di percosse sul volto.

I sanitari del servizio di emergenza le hanno prestato le prime cure, constatando tumefazioni giudicate guaribili in sette giorni, salvo complicazioni. Sul posto, in uno stato di forte agitazione, è stato trovato anche il convivente, il 31enne identificato come autore materiale dell’aggressione.

Le immediate indagini dei Carabinieri hanno ricostruito la dinamica dell’acceso litigio, sfociato in violenza fisica. L’uomo, presente all’arrivo dei militari, è stato quindi bloccato e sottoposto a fermo. Data la gravità dei fatti e la condotta violenta, i Carabinieri hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato.

Dopo le formalità di rito presso la caserma, l’arrestato è stato trasferito nella Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, immediatamente informata, coordinerà ora le successive indagini.

L’episodio si inserisce nel più ampio contesto dell’attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere portata avanti dall’Arma dei Carabinieri, che punta alla tutela immediata delle vittime e alla repressione di condotte che minacciano l’incolumità delle persone più vulnerabili all’interno delle mura domestiche.

Gianni Conte in concerto: musica e solidarietà a Pagani

A Natale il pubblico ama lasciarsi trasportare dalla magia della musica e dal fascino delle tradizioni, ed è proprio questo lo spirito che ha guidato l’associazione “Amici a Teatro”, presieduta da Alfonso Giannattasio, nell’organizzare un evento speciale: il concerto di Gianni Conte, voce solista della celebre Nuova Orchestra Italiana di Renzo Arbore.

Artista poliedrico, con una carriera riconosciuta a livello nazionale, Conte si è distinto non solo come cantante, ma anche come compositore e pianista, e domenica 21 dicembre, alle ore 19:00, l’Auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori di Pagani ospiterà il suo spettacolo musicale che unisce arte e solidarietà.

I proventi della serata saranno infatti devoluti alla sezione AISLA Salerno-Avellino-Benevento, impegnata nel sostegno ai malati di SLA e nelle battaglie per migliorare l’assistenza sanitaria e sociale sul territorio.

Non si smentisce Alfonso Giannattasio che da anni porta sul territorio eventi capaci di unire cultura e impegno sociale, traducendo il suo lavoro in un’attività che si qualifica come un vero presidio culturale, valido nel creare occasioni di incontro e di comunicazione tra pubblico e artisti e di offrire appuntamenti che vanno oltre lo spettacolo.

L’evento, collocandosi a ridosso del periodo natalizio, preannuncia l’atmosfera avvolgente delle festività, quando cresce il desiderio di emozioni autentiche e indimenticabili, e con Gianni Conte, che nel 2023 ha conquistato il pubblico di The Voice Senior su Rai 1, e che continua a portare avanti con passione la tradizione musicale napoletana, le emozioni e il divertimento sono assicurati.

Luogo: Auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori – Pagani.
Data: Domenica 21 dicembre 2025. Orario: 19:00.
Info e prenotazioni: 338 9135029.

Un concerto che unisce tradizione musicale napoletana e solidarietà, promosso da Amici a Teatro.

Napoli denuncia Allegri: "Insulti violenti a Oriali, prove TV inevitabili"

La semifinale di Supercoppa Italiana tra Napoli e Milan si chiude con un'ombra pesante di polemiche bordocampo. La SSC Napoli ha emesso un comunicato ufficiale per condannare senza mezzi termini il comportamento di Massimiliano Allegri, reo di aver aggredito verbalmente Gabriele Oriali, coordinatore tecnico azzurro.

L'accusa formale: "Insulti pesanti e fuori controllo"

Il club di Aurelio De Laurentiis non risparmia critiche. "La SSC Napoli condanna con fermezza l’atteggiamento dell’allenatore del Milan", recita la nota, che descrive un episodio grave: Allegri avrebbe "pesantemente insultato Gabriele Oriali con termini offensivi e reiterati", davanti a decine di testimoni a bordocampo e in diretta TV.

La società invoca gli organi competenti, auspicando che "tale aggressione, totalmente fuori controllo, non passi inosservata". Con 33 telecamere puntate sull'evento, il Napoli sottolinea l'impossibilità di ignorare le prove video.

La scintilla al 29': da un fallo non fischiato al caos totale

Tutto è partito al 29' minuto. Un fallo di Adrien Rabiot su Matteo Politano non sanzionato dall'arbitro Zufferli accende la panchina azzurra, che reclama il rosso. Antonio Conte urla "Ma basta!", scatenando il parapiglia.

Da lì parte il duello verbale tra Allegri e Oriali, protrattosi per tutta la partita con continue scaramucce. Secondo la ricostruzione del Napoli, gli insulti culminanti meritano ora un'indagine approfondita.

Il club azzurro accusa il tecnico rossonero di aggressione verbale reiterata in Supercoppa, invoca sanzione con 33 telecamere come testimoni

La semifinale di Supercoppa Italiana tra Napoli e Milan si chiude con un'ombra pesante di polemiche bordocampo. La SSC Napoli ha emesso un comunicato ufficiale per condannare senza mezzi termini il comportamento di Massimiliano Allegri, reo di aver aggredito verbalmente Gabriele Oriali, coordinatore tecnico azzurro.

L'accusa formale: "Insulti pesanti e fuori controllo"

Il club di Aurelio De Laurentiis non risparmia critiche. "La SSC Napoli condanna con fermezza l’atteggiamento dell’allenatore del Milan", recita la nota, che descrive un episodio grave: Allegri avrebbe "pesantemente insultato Gabriele Oriali con termini offensivi e reiterati", davanti a decine di testimoni a bordocampo e in diretta TV.

La società invoca gli organi competenti, auspicando che "tale aggressione, totalmente fuori controllo, non passi inosservata". Con 33 telecamere puntate sull'evento, il Napoli sottolinea l'impossibilità di ignorare le prove video.

La scintilla al 29': da un fallo non fischiato al caos totale

Tutto è partito al 29' minuto. Un fallo di Adrien Rabiot su Matteo Politano non sanzionato dall'arbitro Zufferli accende la panchina azzurra, che reclama il rosso. Antonio Conte urla "Ma basta!", scatenando il parapiglia.

Da lì parte il duello verbale tra Allegri e Oriali, protrattosi per tutta la partita con continue scaramucce. Secondo la ricostruzione del Napoli, gli insulti culminanti meritano ora un'indagine approfondita.

Cannabis "light" potenziata, 45 chili sequestrati nei negozi: condannato imprenditore dell'Agro

Scafati– Vendeva droga spacciandola per prodotti legali, sfruttando la copertura dei cannabis shop. È arrivata la condanna definitiva per un cittadino italiano, titolare di tre esercizi commerciali, finito al centro di un’indagine della Guardia di Finanza di Salerno.

Il Tribunale di Nocera Inferiore ha emesso una sentenza di 2 anni e 2 mesi di reclusione, oltre a una multa di 12.000 euro, confermando le accuse di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L'inchiesta, condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Scafati, ha svelato un sistema di vendita ingannevole diffuso tra l'Agro Nocerino Sarnese e i paesi vesuviani. Quella che veniva presentata sugli scaffali come "marijuana light" – teoricamente legale e con basso principio attivo – era in realtà una sostanza stupefacente a tutti gli effetti, con valori di THC ben superiori alla soglia consentita dello 0,6%.

Il blitz e i sequestri

Le indagini sono partite dai controlli ordinari nei negozi specializzati, dove i finanzieri hanno subito notato anomalie. Gli accertamenti si sono trasformati in una vasta operazione di perquisizione che ha coinvolto diversi punti vendita e magazzini di stoccaggio. Il bilancio del blitz è stato pesante: sotto sequestro sono finiti 44,7 chilogrammi di marijuana e numerose ricariche liquide per sigarette elettroniche.

Non si trattava solo di una questione di principio attivo. I militari hanno riscontrato irregolarità che rendevano i prodotti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica: mancavano le certificazioni di filiera, non venivano esibite le analisi di laboratorio obbligatorie e vi erano discrepanze sostanziali tra quanto dichiarato in etichetta e il reale contenuto delle confezioni. Una vera e propria "mistificazione" commerciale, come l'hanno definita gli inquirenti, per immettere droga sul mercato alla luce del sole.

La misura cautelare e la condanna

Durante le indagini preliminari, la gravità degli elementi raccolti aveva già portato all'applicazione della misura cautelare dell'obbligo di dimora per uno degli indagati. La vicenda giudiziaria si è conclusa con il rito abbreviato presso il Tribunale di Nocera Inferiore.

Oltre alla pena detentiva e alla sanzione pecuniaria, il giudice ha disposto l'interdizione temporanea dall’esercizio dell’attività commerciale e la distruzione dell'ingente quantitativo di droga sequestrata, ponendo fine a un canale di approvvigionamento illegale che operava sotto falsa insegna.

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