Piano svuota carceri del Governo: detenuti stranieri nei loro Paesi e lavoro esterno per gli ultimi sei mesi

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il governo punta a far scontare la pena nei loro Paesi d’origine attraverso accordi bilaterali con Stati africani. I principali Paesi interessati sono Marocco (con oltre 3.600 detenuti in Italia), Tunisia e Nigeria.

Il piano per lo svuotamento delle carceri italiane, con il rimpatrio dei detenuti stranieri e l’affidamento esterno degli ultimi sei mesi di pena, si presenta come un progetto ambizioso e complesso.

Il suo successo dipenderà dalla capacità del governo di stringere accordi solidi con i Paesi africani, di garantire il rispetto dei diritti umani e di gestire efficacemente la “corsia veloce” per i detenuti in vista del fine pena.

    Modello Romania e Albania: il piano si ispira agli accordi già siglati con questi due Paesi per il rimpatrio dei detenuti.

    Incenitvi per i Paesi africani: per convincerli a collaborare, l’Italia potrebbe offrire investimenti economici e accordi per il rilascio di permessi di lavoro ai migranti regolari.

    Piano Mattei: il progetto carcerario si affianca al Piano Mattei, la strategia di cooperazione con l’Africa per contrastare i flussi migratori.

    Magistrati di collegamento: per gestire gli accordi con i Paesi africani, il governo ha rallentato la riduzione dei magistrati “fuori ruolo”, che saranno necessari come figure di raccordo.

    Difficoltà e cautela: il piano presenta sfide notevoli, come la mancanza di un accordo quadro europeo con i Paesi africani e la tutela dei diritti umani dei detenuti. Il governo procede con cautela, stipulando accordi individuali con ogni Paese e effettuando rigorosi controlli giuridici.

    Sfoltire le carceri italiane

    “Corsia veloce” per gli ultimi sei mesi: per ridurre il sovraffollamento, il governo prevede una “corsia veloce” per i detenuti che devono scontare gli ultimi sei mesi di pena e hanno avuto una buona condotta.

    Affidamento a cooperative esterne: questi detenuti saranno affidati a cooperative esterne registrate in un albo nazionale, che riceveranno un contributo giornaliero dallo Stato (30 euro dalla Cassa Ammende e almeno 20 dalla Regione) per coprire i costi.

    Benefici: questo progetto mira a liberare spazio nelle carceri e a tagliare i costi (un detenuto costa allo Stato circa 141 euro al giorno).

    Circa 7.000 persone interessate: si stima che circa 7.000 detenuti, di cui 4.000 per reati non ostativi, potrebbero beneficiare di questa misura.

    Obiettivo sicurezza e diritti umani:

    Il piano del governo mira a duplice obiettivo:

    Sicurezza: ridurre il sovraffollamento carcerario e migliorare le condizioni di detenzione, contribuendo alla sicurezza degli istituti penitenziari.

    Diritti umani: garantire il rispetto dei diritti umani dei detenuti, sia in Italia che nei Paesi di destinazione, attraverso rigorosi controlli e accordi bilaterali mirati.



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