Dall’autopsia la verità sulla morte del costumista Luca Canfora

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Sarà l’autopsia a fare chiarezza sul giallo della morte di Luca Canfora, il costumista 51enne morto venerdì in mare a Capri davanti alla grotta dell’arsenale, sotto via Krupp, mentre era impegnato a lavorare nel nuovo film di Paolo Sorrentino, ‘L’Apparato Umano’.

Al momento gli investigatori, coordinati dalla procura di Napoli, hanno recuperato le immagini delle videocamere di sorveglianza e hanno ascoltato alcuni testimoni.

Cruciale sarà anche il ritrovamento del cellulare dell’artista, al momento irrintracciabile. Assistente di Danilo Donati, Gabriella Pescucci e Milena Canonero, Canfora aveva collaborato in più occasioni con il regista premio Oscar de La grande bellezza, co-firmando i costumi di Youth, Loro, e le serie The Young Pope e The New Pope con Carlo Poggioli, col quale aveva lavorato anche in Jason and the argonauts, Ritorno a Could Montain, Miracolo a Sant’Anna, The Raven, Abraham Lincoln Vampire Hunter.

A trovare il cadavere dell’uomo è stato un canoista, nello specchio d’acqua tra Marina piccola e i Faraglioni: il corpo era stato recuperato dalla polizia e dagli uomini della capitaneria di porto intervenuti sul posto.

Ora è stato identificato grazie alla fede nuziale che portava al dito. Cosa è successo? Il commissariato di zona e la squadra mobile di Napoli stanno indagando sulle cause della morte di Luca Canfora. Gli investigatori sono ancora alla ricerca del suo telefono cellulare, per ricostruire gli ultimi momenti della sua vita. Il telefono risultava acceso fino a poche ore fa, mentre adesso è spento, forse perché la batteria è scarica.



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