Pianificavano un golpe armato, maxi retata in Germania

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Pianificavano un golpe armato, maxi retata in Germania. Un principe e un’ex deputata alla guida del gruppo d’ultradestra.

Un principe ossessionato dalla gloria perduta, un’ex deputata dell’ultradestra in servizio fino ad oggi come giudice a Berlino e un ex militare del reparto speciale della Bundeswehr.

Sono i tre profili che svettano nei titoli delle cronache in Germania, dove in una maxi-retata sono stati eseguiti 25 arresti per sgominare un’associazione di stampo terroristico, i Reichsbuerger, ‘cittadini del Reich’, accusata di aver pianificato un attacco armato allo Stato. L’obiettivo del gruppo, che fino a qualche tempo fa veniva liquidato come poco più di una banda di squilibrati, sarebbe stato un golpe.

Avevano anche immaginato di entrare con la forza nel Bundestag, si erano allenati con le armi e si preparavano anche a governare, mettendo in conto che l’agognata rivoluzione potesse avere in bilancio anche dei morti.

Per la Procura i Reichsbuerger volevano sovvertire l’ordine statale e sostituire le istituzioni democratiche con organi da loro guidati. Aspetto comune dei fermati “è il rifiuto delle istituzioni statali e l’adesione a miti derivanti da teorie del complotto: sono intrisi di ideologia del Reich e di QAnon”, nelle parole del procuratore generale.

    Gli inquirenti hanno sequestrato diverse armi e alcune migliaia di euro. Gli insorti avrebbero contato infatti perfino su un’armata che puntava su un ex militare e alcuni riservisti della Bundeswehr, e cercavano di reclutare nuove leve fra poliziotti e militari di professione.

    Al blitz che, alla vigilia del primo anniversario del governo di Olaf Scholz, è stato realizzato all’alba in ben 11 regioni della Repubblica federale, hanno partecipato 3.000 agenti delle forze dell’ordine, che hanno perquisito 150 luoghi. Sono stati eseguiti anche due arresti all’estero, uno in Austria e l’altro in Italia, dove a Perugia, in un albergo dove era arrivato da una settimana, è stato catturato un ex ufficiale dei Reparti speciali.

    Non ha opposto resistenza di fronte al mandato di arresto europeo e non avrebbe avuto contatti nel nostro Paese. Raccontando i numeri dell’operazione, il procuratore generale Peter Frank ha sottolineato che per 8 persone – fra cui il nobile Heinrich XIII Principe Reuss e l’ex deputata di Afd, Birgit Malsak Winkemann – è immediatamente scattata la custodia cautelare in carcere.

    “Il nostro Stato di diritto è forte”, ha commentato la ministra dell’Interno Nancy Faeser. “Sappiamo come difenderci con tutta la durezza del caso contro i nemici della democrazia. Le indagini permettono di lanciare uno sguardo nel baratro di una minaccia terroristica proveniente dal milieu dei Reichsburger”, l’aggiunta.

    Parole che rispecchiano la gravità delle accuse e che ricordano quanto sostenuto già durante l’era Merkel in seno al governo federale: la minaccia maggiore per la democrazia tedesca viene dagli estremisti di destra. E i Reichsbuerger avevano destato attenzione già da tempo nella Repubblica federale.

    L’organizzazione si era costituita nel novembre 2021. I suoi membri si incontravano regolarmente e avevano messo su un Consiglio, diviso per competenze, come il governo federale. C’erano delegati per gli Esteri, gli Interni, la Salute e la Giustizia. Destinata al ruolo di guardasigilli sarebbe stata proprio Malsak-Winkemann, allontanata oggi dal Tribunale di Berlino, dove prestava servizio come magistrato dal 1996.

    Fra gli arrestati c’è anche un ex poliziotto della scena no vax. Guida dei nostalgici del Reich era però un 71enne di nobili origini, Heinrich XIII. “Un anziano confuso che aderisce a teorie complottiste”, secondo una descrizione data dalla famiglia che si è precipitata a prenderne le distanze già nei mesi scorsi.

    Nella casa nobiliare originaria della Turingia “non ha alcun ruolo”, chiosano secondo quanto ha pubblicato un giornale locale. Ma si tenta anche una spiegazione psicologica delle iniziative di Heinrich, evidentemente alla ricerca di un regno: sarebbe rimasto amareggiato per le tante sconfitte subite nei procedimenti avviati per recuperare i possedimenti sottrattigli.

     



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