Riapertura di uffici e aziende: misure di sicurezza e Bonus Sanificazione

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I luoghi di lavoro tornano lentamente operativi, adeguandosi alle nuove norme di sicurezza relative alla prevenzione della diffusione del nuovo Coronavirus e della malattia COVID-19.

Tra i requisiti imprescindibili per gli uffici e, in generale, per tutte le tipologie di aziende, rientra la pianificazione di interventi periodici di sanificazione degli ambienti e la dotazione di tutti quei dispositivi di protezione individuali e collettivi utili per garantire la sicurezza dei lavoratori e del pubblico.

Per sostenere le imprese in questa complessa fase di riorganizzazione delle attività e di investimento per la messa in sicurezza degli spazi lavorativi, il Governo ha introdotto un apposito Bonus Sanificazione, grazie al quale sarà possibile detrarre parte delle spese sostenute.

    Vediamo nel dettaglio cosa prevede il Bonus Sanificazione e quali sono i requisiti necessari per accedervi.

    Il credito di imposta al 50% per la sanificazione di uffici e aziende

    Già con il Decreto Legge “Cura Italia” (ovvero il DL n.18 2020), il Governo stanziava un fondo pari a 50 milioni di euro per coprire, in parte, le spese sostenute dalle imprese per la sanificazione degli uffici e, in genere, di tutti gli ambienti di lavoro.

    In sostanza, è possibile avvantaggiarsi di un credito di imposta del 50% per recuperare sino ad un massimo di 20mila euro nel corso del periodo di imposta 2020, portando in detrazione gli investimenti relativi alle spese di sanificazione.

    L’accesso al Bonus Sanificazione è subordinato all’esecuzione di interventi effettivamente riconosciuti come “sanificanti”, ovvero mirati all’incremento della salubrità di uffici e aziende attraverso la riduzione della carica microbica presente (e, di fatto, attraverso l’eliminazione di tutti i potenziali batteri e virus patogeni).

    Gli interventi di sanificazione, dunque, non fanno confusi con le più semplici operazioni di pulizia. Tali trattamenti devono prevedere l’impiego di appositi agenti chimici disinfettanti, in genere a base di cloro, che vengono erogati in forma nebulizzata all’interno degli ambienti, su tutte le superfici e le strumentazioni di lavoro presenti. In alternativa, è possibile ricorrere anche a protocolli basati su altri principi attivi, come ad esempio l’ozono, avendo l’accortezza di verificare che rientrino tra quelli ufficialmente riconosciuti dal Ministero della Salute. (Qui per maggiori informazioni sui trattamenti per uffici e aziende).

    Tra gli altri requisiti da rispettare per l’accesso al Bonus Sanificazione, rientra anche quello di avere l’accortezza di incaricare dei lavori una ditta abilitata, secondo quanto indicato all’interno del DM 274/1997, e, naturalmente, di conservare tutta la documentazione relativa agli interventi effettuati e alle spese sostenute.

    Il credito di imposta del 50% per l’acquisto di guanti, mascherine e gel disinfettanti

    L’articolo 30 del Decreto Legge “Liquidità” (DL n. 23 2020) amplia le tipologie di spesa che possono beneficiare Bonus Sanificazione e del credito di imposta del 50%, includendo anche quelle relative alla dotazione di guanti, mascherine ed altri DPI (dispositivi di protezione individuale) per tutti gli operatori. Non solo: anche gel disinfettanti per le mani e barriere protettive in PVC, plexiglass o vetro (impiegati per la separazione degli spazi e la creazione di postazioni di lavoro isolate) potranno rientrare tra gli investimenti oggetto degli sgravi fiscali.


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