Ecco perché il ‘pupone’ Totti ha lasciato la Roma

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 A due anni dal suo ritiro dal calcio giocato che ha fatto commuovere tifosi in tutta Italia non solo romanisti, Francesco Totti lascia – di nuovo – la Roma, questa volta abbandonando il suo ruolo di dirigente. Lo farà con una conferenza stampa che terrà nella palazzina H del complesso del CONI al Foro Italico, a pochi metri dall’Olimpico per anni lo ha visto protagonista. Nel 2017, lasciato il calcio giocato Totti è infatti diventato un dirigente della Roma di proprietà dello statunitense James Pallotta: una Roma diversa da quella di Franco Sensi che lo aveva visto trasformarsi da giocane promessa a uno dei più grandi campioni italiani, ma cui Totti è sempre rimasto fedele, finché qualcosa non si è rotto. Già alla fine del 2018, quando è uscita la biografia di Totti, lo storico capitano romanista ha parlato di una figura specifica che aveva spinto per il suo ritiro, ovvero Franco Baldini, arrivando con queste parole a metterlo letteralmente alla porta. Ma le ultime settimane hanno mostrato che nella Roma che ha in mente il presidente Pallotta c’è più spazio per Baldini e meno per Totti.  La svolta è arrivata quando la società ha deciso di non proporre il rinnovo di contratto a Daniele De Rossi, altra bandiera romanista nonché capitano subito dopo l’addio di Totti. La rimozione dei tasselli storici romanisti è continuata anche con il mancato rinnovo per Claudio Ranieri, allenatore arrivato con l’obiettivo – in gran parte centrato – di risolvere una stagione iniziata con Di Francesco in panchina e che stava prendendo una piega sempre più negativa, rischiando di tenere i giallorossi fuori dall’Europa. A questa situazione non hanno giovato le voci, messe nero su bianco da un articolo pubblicato su Repubblica ma smentite dagli interessati, di una guerra interna allo spogliatoio che vedeva De Rossi contrapposto proprio a Totti, con quest’ultimo ritratto come sostenitore di Di Francesco e del direttore sportivo – che ha lasciato con l’addio di Di Francesco – Monchi, mentre De Rossi avrebbe avuto il sostegno di Dzeko, Manolas e Kolarov. Voci che non aiutano a tenere sereno un ambiente in cui le divisioni sembravano già forti. In una Roma in cui la vecchia guardia giallorossa ha perso sempre più peso, senza neanche più De Rossi in campo, Totti si è trovato sempre più solo e sempre più all’angolo. In questa situazione ha annunciato, quindi, il suo addio da dirigente. 



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