Incatena il figlio senza cibo e acqua,arrestato

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Aveva litigato col padre ed era uscito di casa. Ma il genitore lo aveva cercato e dopo averlo trovato lo aveva riportato a casa per punirlo, per l’ennesima volta in modo violento. Aveva afferrato il figlio e gli aveva dapprima legato con una catena le caviglie e poi, con un’altra catena, lo aveva assicurato al divano letto. Per due giorni il ragazzo, che ha 17 anni, non ha ricevuto ne’ cibo ne’ acqua. Fino a quando, approfittando dell’assenza del padre, a fatica e perdendo sangue dalle caviglie, e’ riuscito a trascinare il divano letto accanto alla finestra che da’ su un balconcino. Li’, sporgendosi fino a un mobiletto, ha preso una lima e pazientemente, ma con il terrore che il padre potesse ritornare da un momento all’altro, si e’ liberato della catena che lo legava al divano. Si e’ quindi trascinato sul pianerottolo, con le caviglie ancora incatenate, e ha chiesto aiuto a una vicina. E’ stata lei ad avvertire i carabinieri e a salvarlo. E’ finito con l’arresto del padre, un romeno incensurato di 38 anni, proprietario di una piccola ditta di autotrasporti e spesso ubriaco, l’incubo del ragazzo di Ladispoli, vicino a Roma, che ai carabinieri ha detto di essere gia’ stato in passato vittima della violenza del genitore. I militari, dopo aver fatto medicare il minorenne dai sanitari del 118, lo hanno portato in caserma a Civitavecchia, lo hanno ascoltato e tranquillizzato, oltre ad avergli dato da bere poiche’ era disidratato, e da mangiare, poiche’ era stato tenuto completamente digiuno dal padre da due giorni. Il ragazzo, in evidente stato di prostrazione psicofisica, ha difeso subito la madre che, ha raccontato, non ha mai reagito alla violenze perche’ impaurita anche lei dall’uomo. I carabinieri allora si sono messi sulle tracce del padre, lo hanno trovato per le strade di Ladispoli e lo hanno arrestato. Al termine degli accertamenti sono scattate le manette per i reati di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia e accompagnato alla Casa Circondariale di Civitavecchia per rispondere all’Autorita’ giudiziaria dei reati di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. Il caso del ragazzo e’ stato segnalato dai carabinieri alla Procura dei Minori di Roma che decidera’ se riaffidarlo alla madre o a una casa famiglia.


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