Napoli, lettera al Governo dei cittadini del Vasto: ‘Basta illegalità, riprendete il controllo del rione’

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Napoli. Si sono stancati i cittadini del rione Vasto, non riescono più a vivere in un quartiere, diventato sempre più negli ultimi anni simbolo dell’illegalità ma soprattutto dell’invivibilità. E per questo che hanno scritto una lettera inviata al ministro degli interni Matteo Salvini, al vice premier, il napoletano Luigi Di Maio, e a tutto il governo.

“Siamo cittadini residenti nel quartiere napoletano del Vasto,- si legge nella missiva-salito ultimamente gli onori della cronaca per gli episodi di violenza che hanno avuto come protagonisti cittadini extracomunitari. Oggi il Vasto è un luogo dove il confine che corre tra legalità e illegalità si sposta di continuo a favore di quest’ultima, rendendolo un posto in cui la Legge dello Stato soccombe sempre più spesso davanti alla legge di gang straniere, a cui i flussi migratori dello scorso triennio hanno fornito preziosa manodopera.

La situazione qui è molto grave, per colpa soprattutto di scelte sbagliate e illogiche fatte dai governi precedenti in fatto di immigrazione e accoglienza. Alla fine di giugno scorso in città risultavano censiti 23 CAS, di cui 13 individuati a ridosso del Vasto, che ospitavano il 65% dei migranti quelli presenti a Napoli, ovvero ben 903 su 1390. Di fatto, lo Stato ha creato nella zona un vero e proprio ghetto, dove la sproporzionata presenza di richiedenti asilo rende impossibile l’avvio di un reale e spontaneo processo d’integrazione con gli abitanti, che pure sarebbe facilitata dalla pluridecennale tradizione di accoglienza presente nel quartiere.

    Questo massiccio e innaturale insediamento di cittadini stranieri ha inciso negativamente su di un equilibrio faticosamente raggiunto in passato: a differenza di coloro che, giunti anni prima alla ricerca di una vita migliore, si erano fatti apprezzare per la loro volontà di integrarsi ed entrare a far parte di una comunità rispettando regole e persone, i nuovi arrivati si sono invece contraddistinti spesso per comportamenti contrari alla convivenza civile. Come ad esempio la vendita nei mercatini abusivi di prodotti alimentari molto probabilmente entrati in Italia per vie illegali, che, complice anche la cattiva conservazione, potrebbero essere fonte di problemi igienico-sanitari nella zona. O anche episodi di violenza nei confronti di passanti, residenti e negozianti, oppure le frequenti risse e gli accoltellamenti, che stanno sempre più acquistando la parvenza di regolamenti di conti tra gruppi malavitosi dediti allo spaccio di stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione. In Europa gli esempi dove la massiccia immigrazione ha fatto finire interi sobborghi cittadini nelle mani di gang criminali si sprecano, e questo quartiere rischia purtroppo di diventare la prima no-go zone italiana.

    Signor Presidente e Signori Vicepresidenti del Consiglio dei Ministri, noi ci appelliamo a voi affinchè le nostre case e le nostre vite non vengano abbandonate alla legge del più forte. Nonostante l’encomiabile e prezioso lavoro svolto da Polizia e Carabinieri, sempre presenti e pronti a difenderci dalle aggressioni, noi abbiamo paura. Non è più possibile far crescere i nostri figli in un quartiere perennemente in stato d’assedio, dove anche uno sguardo di troppo può scatenare la guerriglia. Non chiediamo nulla se non poter soltanto vivere tranquillamente in un quartiere senza tensioni etniche, com’era il nostro appena qualche anno fa. Un quartiere che oggi si sta spegnendo, assieme alla sua gente che qui non riesce più a vivere e a lavorare: sono tante le attività che qui hanno chiuso bottega o che lo faranno a breve, con ricadute occupazionali che andranno ulteriormente a colpire famiglie che già faticano ad arrivare a fine mese.

    Il Vasto oggi è una polveriera pronta a saltare in aria alla prima scintilla, che qualcuno potrebbe provocare volutamente per portare italiani e stranieri ad uno scontro dalle conseguenze imprevedibili e incontrollabili. Per questo chiediamo aiuto alle Istituzioni nazionali di impedire che ciò accada. Vogliamo che le autorità riprendano il controllo del territorio, attraverso sia l’azione repressiva delle Forze dell’Ordine sia con azioni politiche mirate alla salvaguardia dello Stato di Diritto e delle libertà costituzionali dei cittadini, messe a rischio da chi pretende di dettare la propria legge fatta di violenza e soprusi. Nel ringraziarvi in anticipo per quello che farete per noi, vi salutiamo”.



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