Suicidio Marchionne, ex operaio Fca: “Siamo poveri, Di Maio mantenga le promesse”

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Pomigliano d’Arco. ‘Non vogliamo vivere per forza di auto. E non vogliamo vivere in auto con i nostri figli. Ma e’ quello che ci attende, perche’ siamo i nuovi poveri”. E’ quanto afferma Domenico Mignano, l’ex operaio dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco licenziato insieme ad altri quattro lavoratori per aver inscenato, nel 2014, il finto suicidio dell’Ad Sergio Marchionne, per raccontare che l’azienda ha gia’ comunicato loro la prossima richiesta di restituzione degli anni di stipendio ”indebitamente percepiti”. Gli operai, infatti, avevano percepito lo stipendio per due anni, dopo che, nel 2016, la Corte d’Appello aveva disposto il reintegro in fabbrica. Gli arretrati di due anni, spiega l’ex operaio, erano stati trattenuti in attesa della sentenza della Corte di Cassazione, che invece ha confermato la legittimità del licenziamento, annullando quella della Corte d’Appello di Napoli di due anni fa. I cinque operai non avevano mai fatto rientro in fabbrica, ma erano stati regolarmente pagati fino alla sentenza di Cassazione. Mignano, la scorsa settimana, si è incatenato davanti la casa del Ministro Di Maio, per poi cospargersi di benzina in segno di protesta contro la decisione della Suprema Corte. Era poi stato raggiunto dal vicepremier a cui ha raccontato la vicenda dei licenziamenti. ”Di Maio ci ha promesso la vicinanza dello Stato – spiega Mignano – noi licenziati Fca siamo diventati dei ‘simboli’ nostro malgrado, ma adesso siamo ridotti in povertà. Non abbiamo di cosa sfamare i nostri figli, come pagare pigioni di casa, come pagare le bollette. E Fca ci chiede la restituzione di quanto percepito per il reintegro disposto dalla Corte d’Appello. Mi aspetto che le promesse siano mantenute. Nel frattempo invitiamo il Ministro a partecipare all’assemblea organizzata a Pomigliano d’Arco il prossimo 23 giugno, per discutere non solo di quanto accaduto a noi 5 licenziati Fca, ma anche ai tanti lavoratori che non hanno più un impiego e sono stati lasciati soli, come gli operai del Consorzio di bacino, che stamattina hanno protestato davanti la casa di Di Maio. Aspettiamo risposte da questo Stato che dice di essere vicino agli ultimi”.



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