Condannato a Napoli l’imprenditore Alfredo Romeo: i giudici della prima sezione penale del Tribunale partenopeo (collegio A, presidente Conte) lo hanno riconosciuto colpevole e inflitto una pena di 7 anni e 6 mesi di reclusione.
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Quattro anni invece per Ivan Russo, architetto e dirigente della Romeo Gestioni, ritenuto suo stretto collaboratore.
La sentenza è arrivata nell’ambito del cosiddetto “troncone napoletano” dell’indagine avviata quasi dieci anni fa dal pubblico ministero Henry John Woodcock, allora in forza alla Procura di Napoli e oggi in servizio alla Direzione Distrettuale Antimafia. Un’inchiesta che, all’epoca, diede origine anche al noto procedimento Consip, scaturito in parte a Roma e in parte rimasto nel capoluogo campano.
A Romeo sono stati contestati sei episodi di corruzione e una frode nelle forniture, mentre Russo è stato condannato per tre ipotesi corruttive. I fatti risalgono al biennio 2015-2016. Al centro del processo, presunti favori e regalie da parte dell’imprenditore a pubblici funzionari, tra cui un ex dirigente, alcuni dipendenti del Comune di Napoli e una funzionaria della Soprintendenza di Roma.
E’ uno dei filone dell’inchiesta Consip
Nel novembre del 2017 Romeo era finito ai domiciliari, misura poi annullata dalla Corte di Cassazione. Questo procedimento, avviato nel 2018 con un giudizio immediato per i due imputati, rappresenta uno dei tre filoni in cui è stata suddivisa l’inchiesta originaria: uno è stato trasferito a Roma (processo Consip), un altro ruota attorno agli appalti dell’ospedale Cardarelli (ancora in corso), mentre il terzo ha condotto alla sentenza emessa ieri.
La pronuncia era attesa anche da un’altra sezione del Tribunale di Napoli, dove sono attualmente imputate circa cinquanta persone coinvolte nella tranche principale dell’indagine.
Articolo pubblicato il giorno 26 Giugno 2025 - 14:35