Gli ultimi dati sui nomi più diffusi a Napoli confermano una tendenza preoccupante: il nome Gennaro è sempre meno comune.
È scivolato oltre il decimo posto, surclassato da nomi come Antonio, Giuseppe, Vincenzo, Salvatore, Giovanni e Ciro, che superano di gran lunga il patrono della città partenopea.
Ancora più raro il nome al femminile: le bambine chiamate Gennara si contano sulle dita di una mano.
A livello nazionale, i dati ISTAT relativi ai neonati chiamati Gennaro dal 1999 al 2022 mostrano un trend perlopiù in calo, con un minimo registrato nel 2021, quando solo 279 bambini hanno ricevuto questo nome, pari allo 0,14% dei maschi nati quell’anno in Italia, la maggior parte dei quali di origine campana.
Nel 2022 c’è stata una leggera ripresa con 310 neonati chiamati Gennaro. Il picco si è avuto nel 2000, con 614 bambini (0,22% su scala nazionale).
Napoli rischia così di perdere una delle sue più antiche e significative tradizioni, che prevedeva che in ogni famiglia, soprattutto per il primogenito, si tramandasse il nome del Santo Patrono.
Una tradizione che ha contribuito a rendere Napoli nota in tutto il mondo. Ancora oggi, dove c’è un Gennaro, c’è un pezzo di Napoli. Il nome ha radici antiche e nobili, derivando dal dio romano Giano, da cui prende il nome anche gennaio, il primo mese dell’anno.
È fondamentale invertire questa tendenza. A tal proposito, rilancio una proposta già avanzata in passato, senza però ricevere riscontro dalle amministrazioni regionali e comunali: offrire un omaggio simbolico, come un corredo per neonati o un buono spesa per articoli per l’infanzia, alle coppie che decidono di chiamare il loro bambino Gennaro o Gennara.
Mi rivolgo nuovamente alla Regione Campania e al Comune di Napoli affinché prendano in considerazione questa iniziativa.