Ancora una fumata nera sulla vertenza dello stabilimento Jabil di Marcianise.
Al Ministero del Lavoro a Roma, dove ieri si è svolta un ennesimo tavolo tecnico, il vice-presidente di Jabil Europa Bruno Soler, al cospetto dei sindacati territoriali e nazionali, di Confindustria Caserta, dei funzionari del Lavoro e del Mimit, ha ribadito la volontà, annunciata per la prima volta ad aprile scorso, di cessare l’attività a Marcianise.
Dove sono impiegati 420 lavoratori, e in alternativa di cedere il ramo d’azienda con i dipendenti ad una nuova società, la Tme Assembly Engineering Srl, newco costituita dalla Tme, azienda di Portico di CASERTA, e da Invitalia, società del Mef (Ministero Economia e Finanze). Una soluzione quest’ultima, già bocciata nelle scorse settimane da lavoratori e sindacati, ma che sembra però l’unica strada realmente percorribile per salvare 420 posti di lavoro.
In una nota, i delegati sindacali interni (Rsu) spiegano che “l’azienda ha confermato il disimpegno dal sito di Marcianise, non assicurato la continuità dei clienti attualmente in portafoglio e illustrato come unica possibilità di proseguimento produttivo la condivisione del progetto di cessione ad un terzo imprenditore (Gruppo TME).
Il sindacato ha nuovamente rigettato al mittente questo percorso argomentando tutte le ovvie criticità di questa soluzione in ordine all’affidabilità della impresa ricevente, alla tenuta complessiva del business fuori da Jabil, alle garanzie legate ai profili professionali, alla sostenibilità nel tempo di una nuova società, come previsto dal piano presentato dalla multinazionale”.
La Rsu, prosegue la nota, “ribadisce ancora, qualora ce ne fosse bisogno, che non è disponibile ad affrontare ed approfondire qualsiasi tema relativo a questo percorso ed individuerà tutte le forme di lotta utili a far permanere Jabil a Marcianise, a partire dalla prossima assemblea prevista per il prossimo 9 settembre, alla quale parteciperanno le Segreterie Nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Failms”.