Cronaca di Napoli

Omicidio del poliziotto Attianese: libero uno degli indagati, ma accuse reggono

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Il tribunale del Riesame di Napoli ha emesso una decisione sorprendente nel caso dell’omicidio di Domenico Attianese, Sovrintendente principale della Polizia di Stato, avvenuto durante una rapina nel 1986. Salvatore Allard, uno degli indagati, è stato rilasciato dalla custodia cautelare in carcere grazie al suo percorso di reinserimento sociale, risultando estraneo alle dinamiche criminali.

Allard, 59 anni, era accusato insieme a Giovanni Rendina, 60 anni, tuttora detenuto, e un terzo uomo, del reato di omicidio aggravato in concorso. Le indagini sul cold-case sono state riaperte grazie alle nuove tecnologie e al rilevamento di un’impronta digitale a distanza di 37 anni dalla tragica rapina nella gioielleria Romanelli di Pianura, dove perse la vita Attianese.

Durante la rapina, il Sovrintendente intervenne per sventare il crimine ma fu disarmato e poi ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa. L’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli, ha portato alla risoluzione del caso a 38 anni dall’omicidio. Tuttavia, la decisione del tribunale di scarcerare Allard è stata motivata dal suo percorso di reinserimento sociale, che lo ha allontanato dagli ambienti criminali.

Il Comune di Napoli ha commemorato Attianese dedicandogli un giardino pubblico, il Parco Attianese, situato nel quartiere di Pianura dove viveva con la sua famiglia. Nel maggio del 1987, Attianese è stato insignito della Medaglia d’oro al valor civile, un riconoscimento che testimonia il suo coraggio e il suo sacrificio al servizio della comunità.

Nonostante la decisione di liberare Allard, l’impianto accusatorio resta solido e potrebbe portare a richieste di rinvio a giudizio nelle prossime settimane. La memoria di Domenico Attianese continua a essere onorata dalle istituzioni e dalla comunità, mentre il caso giudiziario si avvicina a una possibile conclusione.


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