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Anche Oreo scarica Chiara Ferragni: "La beneficenza era un'iniziativa personale"

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Mondelez Italia, titolare del marchio Oreo, ha risposto al Codacons spiegando che la collaborazione con Chiara Ferragni non prevedeva alcun accordo di beneficenza.

La Ferragni, a seguito dell'emergenza Covid, ha deciso autonomamente di donare in beneficenza i proventi della vendita di una parte della capsule collection realizzata in collaborazione con Oreo.

La società Mondelez Italia ha precisato che l'accordo di collaborazione con Chiara Ferragni riguardava la realizzazione di una capsule collection di abbigliamento in edizione limitata, di cui una parte è stata utilizzata come premio di un concorso e l'altra è stata venduta direttamente dall'influencer. L'accordo non prevedeva alcun impegno di beneficenza da parte di Oreo o di Chiara Ferragni.

A seguito dell'emergenza Covid, Chiara Ferragni ha deciso autonomamente di donare in beneficenza i proventi della vendita della parte della capsule collection nella sua disponibilità.

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Venuta a conoscenza di questa decisione, anche Oreo ha deciso di effettuare una donazione allo stesso ente (Cesvi a favore dell'emergenza Coronavirus).

Il Codacons, ringraziando Oreo per i chiarimenti forniti, ha ora chiesto alle società della Ferragni e al Ministero del lavoro tutti i dettagli circa la donazione effettuata, per capire l'entità delle vendite della capsule collection, le somme destinate in beneficenza, la data e le modalità della donazione. In caso di mancata risposta, sarà inevitabile una nuova denuncia contro l'influencer.

La vicenda è stata oggetto di polemiche, poiché Chiara Ferragni aveva pubblicizzato la capsule collection come un'iniziativa di beneficenza, senza chiarire che si trattava di una sua iniziativa personale.

 “Per informazioni più dettagliate circa la suddetta vendita della capsule collection e la relativa donazione, Vi invitiamo pertanto a rivolgervi direttamente alla Sig.ra Chiara Ferragni”, scrive Mondella Italia.

“Il Codacons, ringraziando Oreo per i chiarimenti forniti, ha ora chiesto alle società della Ferragni e al Ministero del lavoro - competente per le raccolte fondi - tutti i dettagli circa la donazione effettuata, per capire l’entità delle vendite della capsule collection, le somme destinate in beneficenza, la data e le modalità della donazione. In caso di mancata risposta, sarà inevitabile una nuova denuncia contro l’influencer”, fa sapere l’Associazione dei consumatori.

Articolo pubblicato il 25 Gennaio 2024 - 16:24 - Rosaria Federico

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