Napoli, presentazione del libro di Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino ‘Cinquantasette giorni’

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Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino, racconterà i Cinquantasette giorni che separarono la strage di Capaci dalla strage di via d’Amelio, e del sogno d’amore di suo zio Paolo, realizzato con la Casa di Paolo per i bambini del quartiere Kalsa di Palermo.

La Iod edizioni sostiene il sogno d’amore di Paolo Borsellino, realizzato da Salvatore Borsellino e Roberta Gatani con “ La Casa di Paolo”, divenuto realtà il 17 luglio 2015, che ha preso vita nei locali della ex “Farmacia Borsellino”, a Palermo in via Della Vetriera n. 57. Un luogo unico, speciale, emozionante, in cui si fa memoria col sorriso e con tanta dignità, a beneficio delle giovani generazioni, e non solo.

Salvatore Borsellino
“Ciao Roberta, sto leggendo il tuo libro. È bellissimo. Grazie per avermi fatto piangere, per essere riuscita a entrare dentro il mio sogno, ma facendolo diventare ancora più bello di come lo avevo sognato io, perché tu ci hai messo dentro anche il tuo amore di mamma. Grazie per aver fatto tornare, assieme a te, anche mia sorella Adele. Grazie per avere scritto di Paolo non come ne hanno scritto gli altri ma come di quello che era prima di tutto tuo zio, prima di tutto mio fratello. Dobbiamo assolutamente pubblicarlo questo libro, farlo leggere a tutti, è così che Paolo non morirà mai e sarà anche grazie a te e alle tue parole. Ti voglio bene Robi”.

Programma

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Sala Di Stefano, Palazzo delle Arti Napoli
Via dei Mille, 60

    Laura Bercioux, giornalista de La Voce di New York

    Franco Roberti, già Procuratore nazionale antimafia
    Nino Daniele, presidente Premio Amato Lamberti
    Salvatore Cuoci, presidente Comitato Don Peppe Diana
    Don Franco Esposito, Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli
    Pasquale Testa, Iod edizioni

    Luciana Esposito, giornalista Napolitan.it
    Francesco Dandolo, comunità di Sant’Egidio-Università Federico II
    Gianlivio Fasciano, scrittore
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    Roberta Gatani, autrice

    Elena Scala, prof.ssa Liceo Medi di Cicciano
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    Roberta Gatani visiterà la Sala della Memoria e della Mehari di Giancarlo Siani
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    A.N.P.I. Napoli
    Comitato Don Peppe Diana
    Comunità di Sant’Egidio Napoli
    Figli in famiglia onlus
    Gruppo Agende Rosse Campania “Paolo Borsellino”
    Movimento Agende Rosse Gruppo Giancarlo Siani di Torre Annunziata
    Premio Amato Lamberti
    Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli
    Chiesa cristiana evangelica Libera di Casalnuovo di Napoli
    Persempre News
    Napolitan.it
    Tribunali 138
    United Colors of Naples
    La casa del Popolo – Pomigliano

    CONTENUTI DEL LIBRO

    Cinquantasette giorni separano la strage di Capaci dalla strage di via d’Amelio. Un tempo in cui si sarebbe potuto fare molto da parte delle istituzioni per proteggere Paolo Borsellino, ma niente di quel molto fu fatto.
    In questo libro, Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino, in una sorta di countdown, ripercorre ogni singolo giorno trascorso tra il 23 maggio e il 19 luglio 1992, un arco temporale fittissimo di lavoro per il Giudice che, sapendo di avere le ore contate, senza mai pensare di sottrarsi al proprio destino, mise in campo tutte le proprie forze e la propria volontà per fare luce sulla strage di Capaci, annotando nella sua agenda rossa ogni particolare di quell’inchiesta.

    Roberta Gatani ci racconta anche le fragilità di Paolo, dilaniato in quei giorni dal dolore per la morte dell’amico fraterno Giovanni Falcone e preoccupato per la sorte dei propri familiari e dei ragazzi della scorta.
    Il racconto di Paolo bambino per le strade della Kalsa insieme a suo fratello Salvatore, quello dei ricordi familiari e della voglia di ritagliarsi spazi di libertà e normalità ci restituiscono un ritratto umano che rende ancora più giustizia al sacrificio fatto in nome della Verità.

    In parallelo a questo racconto corre la narrazione della quotidianità alla Casa di Paolo, un’associazione nata nel 2015 per volontà di Salvatore Borsellino, diretta da Roberta Gatani, con sede proprio nella vecchia farmacia di famiglia in via Vetriera, nel cuore della Kalsa, un luogo dove la memoria di Paolo rivive oggi attraverso il lavoro dei volontari che si battono, con tutte le loro forze, per offrire accoglienza, affetto, istruzione e un futuro migliore ai giovani del quartiere. Un luogo che è diventato tappa fondamentale per chiunque vada a visitare Palermo. Un luogo dove l’amore ha compiuto il miracolo di riportare a correre le lancette di un tempo spezzato dalla violenza criminale.

    BIOGRAFIA

    Roberta Gatani nasce a Palermo. È figlia di Adele, sorella maggiore di Paolo Borsellino.
    Si laurea in Scienze dell’educazione ma rinuncia all’insegnamento per dedicare tutto il suo impegno e la sua passione alla memoria del Giudice e alla lotta per rendergli giustizia.
    Dal 2016 è responsabile della Casa di Paolo, un progetto volto a dare alternative ai bambini e ai ragazzi della Kalsa, il quartiere in cui sono nati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, oggi fortemente a rischio.

    LA CASA DI PAOLO

    È il progetto di Salvatore, fratello di Paolo Borsellino, nato dal desiderio di riportare il Giudice nel quartiere in cui è nato e al quale è rimasto fortemente legato per tutta la vita. Viene inaugurata il 17 luglio del 2015 nei locali della storica farmacia di famiglia e da allora è aperta gratuitamente a tutti, soprattutto ai bambini e ai ragazzi che vivono in situazioni di disagio economico, di carenze affettive e relazionali e di svantaggio culturale, cercando di dar loro l’opportunità di immaginare un futuro diverso e gli strumenti necessari per realizzarlo.
    La Casa di Paolo vive unicamente grazie all’impegno di soli volontari e alle donazioni di privati
    cittadini.

    http://www.19luglio1992.com/
    [email protected]

    DALLA PREFAZIONE DI SALVATORE BORSELLINO

    Il libro alterna, nel ripercorrere quei terribili cinquantasette giorni – durante i quali Paolo non faceva più le carezze ai propri figli per abituarli alla sua assenza; chiedeva al suo padre spirituale di andarlo a confessare in Procura perché “doveva essere pronto”; confidava a sua moglie Agnese di avere appreso che il generale Subranni fosse punciutu, e vomitava nel ricordarlo –, la descrizione di quei momenti vissuti attraverso lo sguardo di una nipote che allora era solo una ragazza, alla descrizione dei giorni alla Casa di Paolo attraverso gli occhi di quella ragazza che adesso è una mamma, insieme ai volontari e ai bambini che vengono in quella che era una volta la farmacia della nostra famiglia a trovare l’amore di Paolo. Come pure, in queste pagine si alternano la disperazione, lo sconforto e la solitudine di quei giorni con la speranza di oggi e, così, questo volume, piuttosto che accompagnarlo alla sua tragica fine, lo accompagna piano piano lì dove oggi vive e continuerà a vivere il suo amore.

    ROBERTA GATANI

    Il 19 luglio del 1992 avevo diciotto anni. Ero una ragazza normale, come ce ne sono tante. Anzi, sicuramente una persona poco attenta a quello che mi capitava intorno, superficiale, magari. Da quando mio padre era morto, dieci anni prima, tutti intorno a me avevano fatto in modo di farmi stare bene, coccolandomi e viziandomi, anche. I miei fratelli maggiori, mia madre e anche tu, zio, che sei diventato il mio punto di riferimento, il mio sostegno. […] Quel giorno, quindi, avevo accettato un invito in barca, io che ho sempre sofferto il mal di mare. Tutto pur di non stare con mamma e sentire sempre gli stessi discorsi. E così siamo partiti dalla Cala al mattino presto e ho visto Palermo allontanarsi sempre di più e diventare piccola piccola insieme ai miei pensieri, a tutte le preoccupazioni. E abbiamo trascorso tutto il giorno al largo. Senza una radio accesa. Senza nessun contatto con la terraferma.

    Una giornata senza pensare a nulla. Sole e nuotate. Rientriamo in porto in tarda serata, e scopro che tu sei morto. Lo scopro dopo aver visto che nessuno è venuto a prendermi. Lo scopro dopo che, dalla cabina telefonica, ho cominciato a chiamare ma nessuno mi ha risposto né al telefono di casa, né in maneggio dai miei fratelli. Lo scopro dal mio ragazzo, che sei morto. La cornetta mi cade dalle mani e barcollo.

    Un uomo mi viene accanto, l’unica anima viva che passa di lì, dopo minuti interminabili in cui la strada, solitamente affollatissima, è rimasta deserta. Lo guardo e gli chiedo cosa sia successo a Palermo, dove sia finito il caos, il traffico, la vita. Lo scopro così, che sei morto. E il mio mondo entra in una bolla. Tutto si annebbia e i ricordi da quel momento sono solo frammenti di dolore che, quando riemergono, ancora mi straziano il cuore…

    COLLANA CRONISTI SCALZI DEDICATA A GIANCARLO SIANI | NOTA DELL’EDITORE

    Sono 21 i titoli pubblicati nella collana cronisti scalzi in appena due anni dalla sua nascita.
    Cronisti Scalzi è la collana della Iod edizioni dedicata alla memoria di Giancarlo Siani e ha l’ambizione di raccogliere i racconti, le narrazioni e le storie di giovani cronisti delle periferie, insegnanti, educatori, letterati e familiari di vittime innocenti di mafia, che resistono a un giornalismo che va sempre più adeguandosi al conformismo del pensiero dominante e ai potenti.
    Siamo convinti che oggi più che mai sia necessaria una nuova generazione di narratori, nel significato più ampio, che sappiano vivere, con la mente e il cuore, i quartieri, i vicoli e le piazze delle città, per raccontare con passione i fatti e i volti delle persone che ogni giorno si impegnano per costruire una chiara e consapevole alternativa al degrado sociale, allo strapotere delle mafie e della corruzione.

    Vogliamo dare spazio, insieme ad autorevoli voci del giornalismo d’inchiesta, a donne e a uomini che continuano a essere presenti sul posto, a piedi scalzi, e che conservano la memoria, lo stile e la passione di Giancarlo Siani, il giornalista precario, ucciso dalla camorra la sera del 23 settembre del 1985, e definito da Erri De Luca «Il cronista scalzo».

    “Giancarlo era un giornalista scalzo, non aspettava le notizie per riportarle, ma cercava il meccanismo sanguinoso che le produceva”.



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