La denuncia di Lucia: “Io discriminata ai concorsi perché ho avuto un tumore”

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“Oggi, più che mai, sento la necessità di spiegare chiaramente il problema che mi induce a celebrare questa vittoria con l’amaro in bocca.”

Così inizia il nuovo video condiviso da Lucia Palermo, una trentenne originaria di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, la quale ha lanciato lo scorso estate una petizione su Change.org per eliminare le discriminazioni contro gli ex pazienti oncologici nei concorsi pubblici. La petizione ha nel frattempo raccolto quasi 60.000 firme.

Commentando la notizia dell’approvazione della legge sull’oblio oncologico, Lucia, che a settembre era stata ricevuta dal presidente della commissione Affari Sociali alla Camera Ugo Cappellacci, spiega che “nei concorsi ai quali io ho sempre fatto riferimento, ovvero quelli nelle Forze dell’Ordine, di Polizia e Forze Armate, esiste un limite d’età che varia dai 25 ai 32 anni circa a seconda del concorso.

Con la legge sul diritto all’oblio oncologico, come è stata approvata, situazioni come quelle da me portate alla luce non ottengono tutela, perché un’attesa di 5 o 10 anni non tutela quelle persone che vogliono partecipare ai concorsi cui accennavo.”

“Mi è stato detto,” aggiunge Lucia, “che da oggi si cercherà di lavorare sulla questione da me sollevata per trovare la soluzione ottimale. Ecco, io non so quale possa essere la soluzione ottimale, ma quel che posso assicurare è che non starò zitta. Porterò avanti la raccolta firme su Change.org oggi più che mai, affinché queste promesse vengano realmente mantenute.

    Quindi scusate se oggi, anziché festeggiare, sono qui a rendere il mio messaggio condivisibile e a chiedervi di diffonderlo come meglio potete, affinché l’entusiasmo che molti manifestano oggi non oscuri la lotta che per molti di noi ancora prosegue per rendere questa legge davvero una tutela per tutti.”

    Palermo torna a chiedere una revisione delle norme che hanno escluso lei e molti altri da concorsi pubblici a causa di un tumore. “In un certo senso,” dice, “le norme equiparano chi ha avuto un tumore a un pregiudicato, e questo non è giusto. Dopo aver superato il cancro al seno nel 2021, sono stata dichiarata non idonea in un concorso pubblico per psicologo nella Guardia di Finanza perché ero una ex paziente oncologica. Ero stata operata d’urgenza e sottoposta a chemioterapia e radioterapia neoadiuvante, cioè per pura prevenzione. Io, oggi, seguo la terapia ormonale e sto bene.”

    “Dopo anni di studio, master, impegno, ho visto il mio sogno infrangersi perché,” spiega nel testo della sua campagna e nel video-appello che la accompagna, rivolto a Governo e Parlamento, “ho avuto una malattia. I concorsi pubblici hanno un limite di età, quindi non potrò più partecipare. Vi chiedo una mano affinché possiamo cambiare la normativa e impedire a queste ingiustizie di ripetersi per tutte le persone come me.”

    “Il decreto in questione, a cui il bando fa riferimento, equipara,” evidenzia Palermo, “chi sopravvive al cancro alla mammella a chi è ancora malato, ritenendo quindi il post-cancro incompatibile con la vita militare.

    Ma se ho superato tutte le prove mediche, psicoattitudinali e fisiche, e se ci sono diversi oncologi che hanno scritto nero su bianco quanto io sia pienamente in salute e in grado di svolgere qualsiasi attività senza alcun problema, questa è una pura discriminazione burocratica. Penso sia necessario modificare questo decreto, visto che oggi chi sopravvive al cancro ha un’aspettativa di vita pari a chi non ha mai avuto un tumore.

    Penso serva a tutte le donne che in futuro avranno il mio stesso problema ed il mio stesso sogno. Finché le leggi continueranno a rendere un inferno la vita di chi ha lottato contro un cancro, allora. Io so che ormai il mio sogno si è infranto a causa di una malattia che non ho scelto di avere ma che tuttavia ho affrontato e superato. Se sono qui oggi è perché vorrei cambiare il futuro di una successiva Lucia che avrà il mio stesso sogno e purtroppo la mia stessa malattia. Non vorrei,” conclude, “che vivesse anche lei sulla sua pelle questa discriminazione come l’ho vissuta io.”



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