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Prima notte in carcere ad Halle per Filippo Turetta

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Filippo Turetta “e’ stato condotto presso il centro detentivo della citta’ di Halle”.

Il giovane è accusato  di aver ucciso l’ex fidanzata di Giulia Cecchettin, come comunica la polizia di Halle an der Saale, citta’ del Bundesland Sachsen-Anhalt, oggi pomeriggio “verso le ore 17 e’ stato portato davanti al giudice del Tribunale di Halle che ha deciso di arrestare il cittadino italiano”.

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Ora lo studente veneto che aveva fatto perdere le proprie tracce dalla tarda serata di sabato 11 novembre, per poi essere immortalato da alcune telecamere sia nel Bellunese che in Austria, si trova rinchiuso nel carcere della citta’ tedesca.

Ieri sera intorno alle ore 22, Turetta, dopo una fuga disperata di mille chilometri, e’ stato fermato da una pattuglia, allertata da alcuni automobilisti in transito, mentre di trovava a bordo della sua Fiat Grande Punto nera nella corsia d’emergenza dell’autostrada A9, senza luci e senza benzina. Il luogo del fermo e’ Bad Duerrenberg, una trentina di chilometri a est di Lipsia.

Fermato a Bad Duerrenberg, una trentina di chilometri a est di Lipsia

A fermare la sua corsa nella Sassonia Anhalt, nel cuore dell’ex Germania comunista, dove era arrivato attraversando strade secondarie del nordest e poi l’Austria, è stata la benzina. E la mancanza di soldi per fare rifornimento. Era arrivato a usare anche banconote macchiate di sangue pur di fare rifornimento a un distributore automatico: ma erano evidentemente finite anche quelle.

E, evidentemente, è stata anche la stanchezza a bloccargli le gambe, magari per tentare di proseguire la fuga a piedi saltellando negli ordinati campi intrisi di pioggia della zona: agli agenti della polizia stradale tedesca che hanno operato il fermo, il giovane è apparso stanco e rassegnato.

Come se fosse desideroso di consegnarsi ponendo fine alla sua disperata fuga. Ad insospettire la pattuglia in servizio sull’autostrada è stato il fatto che la Punto nera era stata segnalata da un automobilista ferma in corsia d’emergenza poco dopo le 22 di sabato, ma senza le luci d’emergenza lampeggianti che sono obbligatorie.

E’ scattato così il controllo della targa e si è scoperto che l’auto era segnalata nel circuito internazionale della polizia. E proprio perché c’era un warning, gli agenti si sono mossi con cautela nell’avvicinarsi alla vettura. Ma Turetta non ha opposto alcuna resistenza.

L’identificazione del giovane a bordo ha portato così la certezza che si trattava proprio dell’omicida della 22enne Giulia Cecchettin. La posizione della vettura ha però lasciato perplessi i poliziotti tedeschi: la Punto stava percorrendo l’autostrada in direzione sud, dunque verso Monaco, e non verso nord, quindi in direzione di Berlino, come invece sarebbe stato più logico dato che Turetta fuggiva dall’Italia.

Per questo la polizia tedesca sta effettuando una serie di accertamenti, avvalendosi anche dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza, per accertare se il passaggio della Punto sia stato sia stato ripreso nel nord della Germania. Se, insomma, Il giovane avesse raggiunto una meta in particolare prima di rimettersi in viaggio.

Il giudice tedesco ha già confermato il fermo

Dopo il fermo Turetta è stato portato per ulteriori accertamenti nella vicina Weisseenfels, secondo indiscrezioni. Poi, come reso noto da una portavoce, alla Direzione di polizia di Halle, una trentina di chilometri più a nord, dove è rimasto in stato di fermo fin verso le 17. Da lì, l’apparizione davanti a un giudice che non ha potuto far altro che confermare l’arresto.

Già dalle prossime ore, o almeno “nei primi giorni della settimana”, il suo caso passerà al “Tribunale regionale superiore” (Oberlandesgericht) di Naumburg, una sorta di Corte d’appello chiamata a decidere sull’estradizione. Ma questa notte Filippo la trascorrerà nel carcere di Halle. E sarà soltanto la prima di molte che verranno.

Probabilmente già da domani il tribunale regionale di Naumburg comincerà ad esaminare la richiesta di estrazione. I tempi, ha osservato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, “in questi casi sono rapidi. Tutto dipende dalla magistratura di Venezia, ma generalmente i tempi sono molto rapidi”.

 Secondo il ministro Tajani l’estradizione potrà avvenire in pochi giorni

Il titolare della Farnesina Antonio Tajani ha sottolineato che con l’arresto europeo, avvenuto grazie “al coordinamento tra le nostre forze dell’ordine e quelle tedesche”, il ragazzo “potrà essere affidato in pochi giorni alle forze dell’ordine e alla giustizia italiana per subire un giusto processo”.

I tempi tecnici previsti dalle procedure per l’estradizione in genere sono di qualche settimana. L’Italia ha già completato la traduzione in tedesco del mandato di cattura internazionale e l’ha inviata alle autorità tedesche. Se dunque Turetta acconsentirà alla consegna il via libera potrebbe arrivare entro 10 giorni. Probabilmente anche prima.

A quel punto un team della polizia giudiziaria italiana andrà in Germania a prenderà in consegna il 22enne per trasferirlo in Italia e metterlo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Magistrati che hanno diverse domande da porre al giovane, per definire i dettagli che ancora mancano e soprattutto valutare se c’è stata o meno premeditazione.

 Filippo ha fatto ricerche su internet su kit per la sopravvivenza in alta quota

Analizzando la cronologia del suo computer gli investigatori hanno infatti scoperto numerose ricerche su kit per la sopravvivenza in alta quota, inoltre il corpo di Giulia è stato trovato avvolto in alcuni sacchi neri e nel luogo dell’aggressione, a Fossò, è stato trovato un coltello con la lama spezzata che ora verrà esaminato per capire se si tratti dell’arma del delitto.

Al momento, il medico legale che ha esaminato il corpo della ragazza ha già appurato che era morta quando è stata portata da Filippo nella scarpata vicino a Barcis. L’autopsia, che potrebbe essere eseguita già nelle prossime ore, chiarirà definitivamente le cause del decesso e l’arco temporale del crimine. Poi la salma sarà restituita alla famiglia per l’ultimo saluto a Giulia.

In migliaia alla fiaccolata per Giulia a Vigonovo

In migliaia alla fiaccolata per Giulia a Vigonovo Nel corteo anche il papà e la sorella della  Migliaia di persone hanno partecipato questa sera a Vigonovo alla fiaccolata silenziosa nel ricordo di Giulia Cecchettin, la giovane universitaria uccisa dall’ex fidanzata.

Il Comuhe aveva fatto preparare 2000 candele da distribuire, ma sono andate esaurite in brevissimo tempo, e molte altre persone si sono aggiunte comunque al corteo, dove c’erano il papà di Giulia, Gino Cecchettin, e la sorella, Elena.

Nessun discorso, ma solo un momento composto di dolore e di vicinanza alla famiglia. Alla fiaccolata hanno preso parte anche una trentina di sindaci dei paesi vicini, tra le province di Venezia e Padova.




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