A Napoli Beethoven in Vermont contro i fantasmi del nazismo

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Musica e teatro nello spettacolo di Compatangelo in scena domani.

Di scena domani a Napoli nel Teatro Sannazaro per la stagione dell’Associazione Scarlatti, Beethoven in Vermont, titolo dello spettacolo di teatro e musica scritto e diretto da Maria Letizia Compatangelo e dedicato agli ideali di giustizia e libertà che negli anni Quaranta guidarono le scelte di tre grandi musicisti tedeschi.

Le musiche di Beethoven, eseguite dal Trio Metamorphosi (Mauro Loguercio, Francesco Pepicelli e Angelo Pepicelli), contestualizzano la ricostruzione di un singolare accadimento del passato, neanche troppo remoto, cui si deve la nascita negli Stati Uniti di uno dei festival musicali più importanti al mondo, il Marlboro Music Festival.

La prima edizione fu nell’estate del 1951 per iniziativa dei musicisti Adolf ed Hermann Busch e Rudolf Serkin. Due ariani e un ebreo (Serkin, che pure era stato graziato, per i suoi elevatissimi meriti artistici, addirittura da Hermann Goering in persona) che, pur di non essere in nessun modo complici del piano criminale di Hitler (di cui già si intuivano i nefasti esiti) avevano, tra il 1939 ed il 1940, trovato asilo e continuato la loro attività in territorio americano. La scena li ritrae nel momento in cui stanno decidendo autore e musiche per il concerto inaugurale del nascente Festival.

Alla fine decidono per l’esecuzione di musiche di Beethoven, compositore che degli ideali di dialogo e fratellanza tra i popoli aveva informato gran parte della sua vita e della sua produzione musicale (basti pensare alla sua “Corale” ovvero la Sinfonia n. 9 in re minore). “Ribaltando i canoni del concerto classico – sottolinea Maria Letizia Compatangelo – ho voluto affidare ai musicisti del Trio Metamorphosi il compito di impersonare i ruoli di altrettanti illustri colleghi del passato e di riproporne la singolare esperienza, umana e artistica”.

    A 72 anni da quella speciale serata, “Beethoven in Vermont” rende omaggio alla vicenda, “destinata a fare scuola – conclude la regista – e a diventare un essenziale punto di riferimento per la musica da camera nel mondo”.



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