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Avellino, protesta contro domiciliari: indagati per striscione ‘vergogna’

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Oltraggio a corpo politico, amministrativo o giudiziario: è questa l’ipotesi di reato nei confronti di due persone responsabili, insieme ad altre non ancora identificate, dell’affissione davanti all’ingresso del Tribunale di Avellino di uno striscione con la scritta “Vergogna”.

L’iscrizione nel registro degli indagati, sulla scorta delle indagini affidate alla Squadra Mobile della Questura di Avellino, è stata disposta dal Pm Vincenzo D’Onofrio.

La protesta faceva riferimento alla decisione del Gip del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone, con la quale il 29 luglio scorso vennero trasferiti dal carcere agli arresti domiciliari Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo, accusati dell’omicidio di Roberto Bembo, 21enne di Mercogliano.

Il giovane sarebbe morto in ospedale dieci giorni dopo per le coltellate ricevute all’alba dello scorso Capodanno per una banale lite sfociata in rissa per motivi di parcheggio nei pressi di un bar di Monteforte Irpino.

Il Gip assunse la decisione di attenuare la misura cautelare per salvaguardare i diritti della difesa dei due indagati, in carcere da sette mesi mentre l’inchiesta, coordinata dalla Procura di Avellino, non si è ancora conclusa. Il provvedimento è stato impugnato dal pm Vincenzo Toscano, titolare dell’inchiesta.

La richiesta di rinvio a giudizio per Iannuzzi e Sciarrillo dovrebbe però essere formalizzata nei prossimi giorni, dopo la avvenuta consegna della relazione sull’autopsia affidata al medico legale.



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