Test medicina errati, il Consiglio di Stato dà l’ok a ricorso

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Sette quesiti, “ambigui, errati e fuorvianti”, con i quali a settembre scorso sono stati alle prese gli studenti che volevano accedere alla facoltà di Medicina, devono essere verificati dai giudici per confermare la presenza di domande errate.

Il Consiglio di Stato ha dato ragione ad una studentessa campana di Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno, accogliendo le censure proposte da lei e da altri ricorrenti difesi dai legali dello studio Leone-Fell & C. che da anni denuncia l’assoluta inefficacia dei test d’accesso come metodo selettivo, oltre all’errato calcolo del fabbisogno di medici in Italia.

Per il Consiglio di Stato, dunque, i quesiti 6, 11, 13, 15, 18, 27 e 29 sottoposti nelle prove che si sono svolte a settembre, potrebbero essere davvero considerati “errati, ambigui e fuorvianti”, perché in alcuni casi conterrebbero più di una risposta esatta, mentre in altri casi quella indicata come esatta sarebbe invece errata.



    “Nelle relazioni della commissione ministeriale incaricata della formulazione dei quesiti – scrivono i giudici nell’ordinanza che il Ministero ha depositato – sono indicate le fonti utilizzate e una succinta spiegazione degli stessi” ma “non vi è stata per contro alcuna presa di posizione sulle puntuali censure formulate dall’appellante, corredate da articolati pareri specialistici, ed in relazione alle quali la stessa parte ha chiesto che sia svolta un’apposita istruttoria”.

    Test medicina errati: ok al ricorso

    “Siamo lieti che i giudici abbiano dato seguito alle nostre istanze – affermano i legali Francesco Leone, Simona Fell, Floriana Barbata e Chiara Campanelli – confermando la presenza di quesiti fuorvianti per i quali si rende ora necessario verificarne l’attendibilità. Riteniamo che questo sia un passo importante verso la vittoria dei nostri ricorrenti e la conferma che il test non è uno strumento in grado di garantire l’accesso a Medicina dei più meritevoli”.

    Non è la prima volta che il Consiglio di Stato dà ragione agli studenti: lo scorso agosto aveva accolto il ricorso di 250 giovani ammettendoli sempre alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. “Tale aumento non soltanto e` indice del sottodimensionamento dei posti sin qui disponibili nell’offerta formativa, ma sembra anche più aderente ai prevedibili fabbisogni sanitari futuri”, scrivevano i giudici nelle motivazioni.

    Tra l’altro, la prova di settembre scorso è stata l’ultima con le vecchie procedure di ammissione a Medicina che dal prossimo anno accademico avverrà con il superamento della prova d’esame “Tolc” (Test OnLine Cisia). La prova potrà essere ripetuta più volte. La prima ‘finestra’ prevista per il 2023 è tra il 13 e il 22 aprile. Mentre la seconda è fissata tra il 15 e il 25 luglio. Nell’ambito di queste sessioni ciascun ateneo individuerà i giorni e i turni delle prove.


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