Campania

Panificatori Napoli, delegazione ricevuta dall’arcivescovo Battaglia

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Una delegazione Unipan-Confcommercio, guidata dal Presidente regionale Domenico Filosa, è stata ricevuta oggi dall’Arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia.

L’incontro era stato richiesto dall’Unipan-Confcommercio per illustrare all’Arcivescovo lo stato di grave disagio dei panificatori, che non riescono più a far fronte agli aumenti del costo dell’energia e delle materie prime, e delle conseguenze sociali che tale crisi può innescare.

Il prezzo del pane in Campania è ancora il più basso in Italia, tra 2,5 e 3 euro al chilo, mentre al centro-nord si vende già a 6-6,5 al chilo. Purtroppo i panificatori a questi prezzi non riescono più a coprire i costi di produzione, per cui, senza un deciso intervento di sostegno diretto alle aziende della panificazione, ulteriori aumenti saranno inevitabili.

Un rincaro del prezzo del pane avrebbe però un costo sociale altissimo, perché in Campania il pane costituisce ancora un elemento basilare della dieta quotidiana, soprattutto per i meno abbienti, con un consumo pro capite che è il più alto d’Italia ed il doppio del Nord.

Attualmente in Campania operano 5000 panificatori con 30.000 addetti, la metà di questi potrebbe sospendere o chiudere definitivamente l’attività dopo Natale senza un sostegno immediato. L’unica alternativa per sopravvivere, hanno detto, è quella di portare il prezzo del pane ai livelli del Nord, ma il costo sociale sarebbe devastante.

I sostegni messi in campo da Governo (crediti d’imposta) e Regione (contributo parziale una tantum) sono assolutamente insufficienti. Occorre un intervento mirato e specifico. hanno aggiunto, per il settore della panificazione, che è una delle eccellenze produttive della Campania.

L’Arcivescovo ha ascoltato le ragioni dei panificatori ed ha promesso un intervento pubblico a sostegno della categoria,” condividendo appieno la necessità – si legge in una nota – di evitare i gravi contraccolpi sociali ed economici che la crisi del pane potrebbe avere sulle classi meno abbienti e sull’occupazione”.


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