Vitulano, busta gara appalto ‘manomessa’: tre provvedimenti nel Sannio

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Vitulano, busta gara appalto “manomessa”: tre provvedimenti nel Sannio.

La presunta manomissione di una busta, per abbassare l’offerta ed aggiudicare l’appalto a quella società, è la tesi dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Benevento, coordinata da Aldo Policastro,  ha portato all’esecuzione di tre misure cautelari.

I provvedimenti restrittivi, notificati dai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale e del Nipaff della Forestale,  ad altrettante persone in relazione all’affidamento della gestione del centro Spar nel comune di Vitulano, in provincia di Benevento.



    Provvedimenti che consistono nella sospensione da un pubblico ufficio o servizio nei confronti del responsabile unico del procedimento del comune, mentre il divieto di dimora a Vitulano è stato disposto nei confronti di altre due persone che, all’epoca dei fatti, erano coordinatore e locatore della struttura delle società cooperative – un’associazione temporanea d’impresa – affidatarie dello Sprar.

    Le tre persone coinvolte nell’inchiesta sono gravemente indiziati dei reati di turbata libertà degli incanti e peculato. L’ indagine, coordinata dalla Procura di Benevento, ha consentito, in primo luogo, – si legge in una nota della Procura – di acquisire gravi indizi in ordine all’avvenuta turbativa della gara d’appalto indetta nell’aprile 2017 in favore dell’associazione temporanea di impresa risultata aggiudicataria, resa possibile grazie alla ritenuta collusione tra il Responsabile dell’Ufficio Tecnico, quale Rup della gara, uno o più membri della commissione allo stato ignoti e gli amministratori delle imprese costituite in Ati.

    Nello specifico, sono emersi gravi indizi in merito all’avvenuta manomissione della busta contenente l’offerta economica dell’Ati, volta a sostituire l’offerta originariamente presentata con una più bassa, in modo che l’Ati potesse ottenere i punti necessari per superare un’altra cooperativa partecipante alla gara d’appalto.

    In secondo luogo, il prosieguo delle indagini ha consentito di acquisire gravi indizi su come il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Vitulano, in qualità di Rup per la gestione del centro di accoglienza di immigrati ubicato in quel centro, approvasse il pagamento di buste paga in favore di dipendenti di una società estranea alla gestione dello stesso, nonché liquidasse le fatture di tale società, riconducibile ad uno degli indagati, a fronte di servizi mai resi e che, invece, si sarebbero dovuti fornire ai migranti beneficiari di fondi pubblici erogati dal Ministero dell’Interno.

    La liquidazione delle spese asseritamente sostenute per la gestione del centro Sprar di Vitulano si basava su documenti giustificativi del tutto inconsistenti, sulla base dei quali venivano richiesti al comune di Vitulano i rimborsi per spese mai sostenute o del tutto estranee all’attività svolta dal centro, utilizzando il corrispettivo massimo dell’appalto fissato in 790mila euro per il triennio 2017-2019.

    In una circostanza, si è ritenuto che, al fine di aggirare il ritardo derivante dai controlli da parte del revisore dei conti, il Rup garantiva ugualmente l’immediata liquidazione di una fattura di euro 193.809,19 emessa a titolo di rimborso dalla società gestore del centro, ricorrendo alla stipula di un contratto di cessione del credito stipulato dal Comune di Vitulano in favore di un istituto di credito. In tal modo veniva favorita la creazione di un credito in favore di una Banca per somme che, almeno in parte, non dovevano essere rimborsate al gestore del centro Sprar.

     



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