Arzano “Funzionario infedele e pretenzioso verso i sottoposti”: depositate le motivazioni della condanna per la vice comandante dei vigili, Angella Errichiello

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Arzano – “Funzionario infedele e pretenzioso verso i sottoposti”: depositata la sentenza di condanna con le motivazioni per la vice comandante dei vigili di Arzano, Angella Errichiello. Tra i teste a difesa anche un Parroco. Il Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra chiede l’intervento del Prefetto di Napoli Gaetano Palomba.

Quasi quaranta pagine e 5 anni di udienze, per delineare il personaggio dell’ex comandante della polizia locale. I giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Napoli Nord, letto l’art. 133 c.p. ha ritenuto “equo condannare Angela Errichiello alla pena finale di anni due, mesi 10 e giorni 12 di reclusione ed alla multa per euro 1.290,00, senza condizionale per il reato di truffa pluriaggravata in concorso ai danni del Comun e di Arzano dove presta servizio.

Condannando quali correi gli agenti Domenico Barone e Luigi Marigliano alla pena di un anno e 10 giorni pena sospesa. I tre, in concorso tra loro, ponendo in essere più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso – come dettagliatamente elencate nella nota della Tenenza di Arzano del 7 novembre c.a. (2017) – , integralmente riportata nella parte motiva della prima richiesta ed agendo anche in tempi diversi, abusando ciascuno dei poteri correlati alla qualifica di pubblico ufficiale, la Errichiello nella sua qualità di comandante dei vigili urbani di Arzano, il Barone e il Marigliano rispettivamente Capitano e Agente dei V.V. U.U. di Arzano, con artifici e raggiri, consistiti nell’aver il Marigliano e, in alcuni casi, il suddetto Barone, col previo accordo della Errichiello, falsamente attestato la presenza della comandante e del Capitano sul posto di lavoro, inserendo il badge in datazione alla Errichiello e al Barone nella macchina marcatempo allocata negli uffici del loro comando , inducevano in errore l’amministrazione di appartenenza sul quantum di ore di ore effettivamente svolte dalla Errichiello e dal Barone, avendone con lo stratagemma fatte apparire un numero maggiore di ore, ovvero consentire di introitare le relative somme ingiustamente corrisposte in più, con consegunete danno per il Comune di Arzano.



    “A parere del Collegio l’indagine – scrivono i giudici – ha confermato senza ambra di dubbio l’esistenza di una pratica altamente esecrabile nell’ambito lavorativo dei Comando di Polizia Municipale del Comune di Amano. Anche a credere alla versione fornita dagli imputati, per cui il passaggio della tessera magnetica della Errichiello aveva la mera funzione di statistica sulle presenze in servizio del Comandante, non può non ritenersi che anche detta statistica fosse ampiamente falsata dal disonesto comportamento dei tre 3 imputati”.

    “Al di là di ogni giudizio di valore su quanto si svolgeva nel suddetto Comando – precisa il collegio – , tornando ai fatti per cui si chiede l’irrogazione di una pena nei confronti degli odierni imputati, le giustifiche da loro fornite sulle condotte accertate, risultano del resto inverosimili, contraddittorie e apertamente smentite dalle oggettive risultanze di indagine. ln primo luogo è pacifico che Domenico Barone e soprattutto Luigi Marigliano abbiano avuto a disposizione il badge della Errichiello e abbiano attestato la sua presenza alla macchina marcatempo senza che essa corrispondesse alla materiale presenza in ufficio della coimputata.

    La Errichiello – incalzano i togati – , coerentemente con il proprio comportamento lavorativo infedele, descrive la flessibilità come una sorta di riduzione autorizzata dell’orario di lavoro, confondendo volutamente i concetti di flessibilità e di ritardo ed affermando sostanzialmente che il dipendente poteva tardare anche di 30 minuti senza incorrere in alcuna reprimenda o sanzione.

    A parere del Collegio questa versione dei fatti resa dall’imputata è essenzialmente volta a giustificare il comportamento del coimputato Marigliano”. “Angela Errichiello – scrivono ancora i giudici -, non è meritevole di alcuna circostanza attenuante. Il suo comportamento autoritario, altamente infedele verso la propria amministrazione, irriguardoso verso i propri sottoposti, è stato il motore della commessa vicenda che ha coinvolto gli altri coimputati e li ha determinati alla commissione dei reati. Ella era la finale beneficiaria della condotta, e traeva questo beneficio dallo stato di soggezione in cui il Marigliano Soprattutto giaceva al suo cospetto.

    Con la sua condotta ha altresì determinato la distrazione di risorse al Comando della Polizia Municipale, impedendo al Marigliano di svolgere il proprio lavoro istituzionale ad arrogandosi un diritto all’autista, non spettante per le sue prerogative” . “ Angela Errichiello – stigmatizzano – riflette in sé molti dei peggiori connotati che si tratteggiano allorquando si descrive un pubblico dipendente infedele: non presente sul lavoro, pretenzioso verso i sottoposti, portatore di una considerazione verso di sé eccessiva, mantenuta anche innanzi a questo Tribunale allorché ella ha continuato a definirsi una dirigente della Pubblica Amministrazione.

    Il Barone ed il Marigliano, che non hanno trama un interesse proprio nel complesso agire criminale del trio, possono invece vedersi riconosciute le circostanze generiche, anche in considerazione della loro soggezione rispetto alla Errichiello, alla difficile condizione personale in cui i due si sarebbero trovati allorquando avessero negato al loro Comandante gli illeciti favori richiesti”. Tra i teste a difesa, figura anche Padre Raffaele D’Onofrio – non ritenuto credibile dai giudici – che aveva testimoniato che il sabato mattina incrociava la Errichiello in via San Remo mentre si recava a lavoro e in divisa.

    Testimonianza smentita dai tabulati, dalla telecamere e dal gps sotto la vettura del vigile-autista. Ad interessarsi alla vicenda anche il Senatore Nicola Morra che aveva denunciato al Ministro dell’Interno Lamorgese la mancata revoca dell’incarico di voce comandante e il successivo licenziamento così come previsto nel caso della commissione di questi reati.

    L’amministrazione della sindaca Vincenza Aruta, solo dopo l’interrogazione parlamentare provvedeva nell’ambito di una rotazione interna unitamente ad altro personale al suo spostamento (non disciplinare) e senza avviare alcuna procedura sanzionatoria o di licenziamento. Ora la patata bollente passa nella mani della prima cittadina, del Segretario Generale e degli assessori Ernesto Pollice e Fabio Gallo.

    Luigi Vanacore


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