Roma, nasce il Fondo per tutelare l’eredità culturale di Camilleri

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Vede la luce a Roma il Fondo Andrea Camilleri, creato per conservare il suo archivio e la sua biblioteca e promuovere attività culturali a partire dalla sua esperienza artistica e professionale nel teatro, la radio, la televisione e la scrittura per cui è noto in tutto il mondo.

 

L’apertura del Fondo Andrea Camilleri conferma l’incessante attività di divulgazione e approfondimento dell’opera dell’indimenticato “Maestro di Vigata”. L’occasione cade, inoltre, a pochi giorni dall’uscita in libreria di “La coscienza di Montalbano”, pubblicato dall’editore Sellerio, che riunisce per la prima volta sei racconti rimasti esclusi dal canone antologico con protagonista l’amatissimo Commissario Montalbano.

    Il Fondo Camilleri è stato presentato presso la sede di Radio Rai in via Asiago a Roma. Sono intervenuti Dario Franceschini, Ministro della Cultura, Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma, l’editore Antonio Sellerio e Marino Sinibaldi, Presidente del Centro per il libro e la lettura, alla presenza della Famiglia Camilleri.

    Il ministro della Cultura ha sottolineato come questo Fondo realizzato attraverso “un lavoro veloce e scientificamente ineccepibile, fatto in tempo così breve“, sia “un regalo che viene fatto alla cultura, al Paese, a tutti gli italiani“. “Porto con me il ricordo di chiacchierate bellissime nella sua casa in mezzo ai libri – ha ricordato Franceschini – sia sulla parte narrativa e sia sulla parte politica, la passione che metteva nelle vicende politiche anche in modo critico e duro“.

    Camilleri dentro di sé, ricorda Franceschini, aveva “un universo, un mare infinito di ricordi, di segreti, di passioni, di amori e di tensioni. Perché se ne deve andare tutto quando le persone se ne vanno?“.

    Dopo aver realizzato il fondo per Camilleri che sarà accessibile a “studiosi e ammiratori”, ha aggiunto Franceschini in conclusione, anche “le case degli scrittori andrebbero conservate così come sono perché sono un pezzo di loro, il pezzo che può restare di più di loro. Lavoriamo insieme per rendere questo luogo veramente accessibile a tutti“.

    Per il sindaco di Roma si tratta di “un meraviglioso dono fatto a Roma e a tutti gli appassionati di cultura e letteratura: sono sicuro che intorno a questo gioiellino che nasce ci sarà un grande fermento culturale. Noi parteciperemo per continuare a ricordare Camilleri e per valorizzare uno straordinario laboratorio che sarà uno spaccato di come nasce e si forma un grande intellettuale italiano, un tesoro con tante gemme che daranno ispirazione ad altri“.

    Andrea Camilleri ha contribuito a creare quel po’ di identità culturale comune che il nostro Paese ha. Per questo la Rai è la sua casa, per questo è o dovrebbe essere la missione della Rai, il servizio pubblico“. Lo ha detto il presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Marino Sinibaldi che ha aggiunto: “Questo archivio permette di conoscere i pensieri, il lavoro, ma anche la profondità della formazione dell’autore. Vediamo come un grande scrittore popolare si forma, con quanta serietà e anche con quanta allegria abbia costruito se stesso”.

    Il Fondo ha sede a Roma, città di adozione di Andrea Camilleri, in via Filippo Corridoni, 21 a poca distanza dalla casa, nel quartiere Prati, in cui il Maestro Camilleri ha vissuto a lungo. Il Fondo, pensato e progettato dallo stesso Andrea Camilleri, nasce con l’obiettivo di tutelare la sua eredità culturale, per proporsi come spazio identitario e qualificato per la conoscenza della sua opera di scrittore, autore teatrale e radiofonico, regista, intellettuale e figura pubblica.

    In questa prospettiva, la condivisione e la fruibilità del patrimonio costituito dalle sue carte e dal percorso umano e intellettuale che le ha prodotte in un processo di sedimentazione che attraversa molta parte del Novecento e ne incrocia vicende, esperienze e protagonisti, si declina in un’azione rivolta agli studiosi e alla collettività, in una concezione del lavoro culturale e artistico come bene comune.

    Con la famiglia Camilleri e con la sua supervisione è stato avviato quindi il recupero fisico del materiale conservato presso la propria abitazione, lo studio, la casa di Porto Empedocle e altri luoghi in cui nel corso di oltre 70 anni di lavoro erano stati raccolti faldoni, scatole e scatoloni, accorpamenti di fascicoli sparsi.

    Ovviamente anche libri, riviste culturali, audiovisivi, fotografie. Si tratta quindi di un complesso documentario che interessa un periodo lungo e denso di grandi trasformazioni in molteplici ambiti e soprattutto mostra le radici remote, i passaggi e le connessioni meno note del percorso artistico e professionale di Andrea Camilleri, segnato dallo spartiacque della grande notorietà e popolarità che ne ha definito il profilo pubblico di scrittore, dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso, cioè negli ultimi venti anni della sua vita.

    L’archivio conserva la documentazione organizzata in diverse sezioni che consentono di ricostruire il suo multiforme lavoro: gli scritti inediti (come poesie e racconti); le regie teatrali a partire dai primi anni ’50 di autori italiani ed europei (Pirandello, Giacosa, Betti, Fabbri, Bracco, Campanile, Strindberg, Cocteau, Adamov, Beckett e Ionesco), i saggi delle sue classi di regia all’Accademia d’Arte Drammatica ‘Silvio d’Amico’ negli anni ’80;

    il lavoro in Rai come regista della programmazione radiofonica quotidiana dei contenuti di prosa, caratterizzato da significative scelte personali e da un forte interesse per la sperimentazione; le sceneggiature e le produzioni televisive, sempre in Rai, negli anni dei grandi sceneggiati, dal Commissario Maigret al Tenente Sheridan, ad altri lavori meno noti realizzati con autori di primo piano.

    Dai primi anni ’50 agli anni ’80, sono oltre 300 i copioni, le bozze, i testi con adattamenti e riduzioni corredati da appunti autografi e documenti di lavoro che mostrano la fitta trama di rapporti personali e professionali con autori, attori, scenografi, artisti, registi, musicisti, personalità della cultura, editori, impresari teatrali e televisivi, un intreccio complesso di vicende, ambienti e contesti che raccontano il tessuto profondo del mondo culturale di quegli anni.

    Nelle raccolte di corrispondenza, nucleo centrale dell’archivio, sono conservati gli scambi epistolari della redazione dell’Enciclopedia dello Spettacolo a cui Camilleri ha lavorato per i contenuti teatrali dal 1951 e le lettere di esponenti del mondo culturale italiano ed europeo come, tra i tanti, Orazio Costa, Silvio d’Amico, Eduardo De Filippo, Elio Vittorini, Francesco Pavolini, Primo Levi, Jean Genet, da cui emergono progetti professionali e stretti legami di amicizia e stima reciproca. L’archivio, dichiarato di interesse storico dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio (MiC) nel giugno 2021, insieme alla biblioteca, è al centro delle attività del Fondo Andrea Camilleri.


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