Abramovich, sospetto avvelenamento durante i negoziati di pace

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L’oligarca russo Roman Abramovich e i negoziatori ucraini hanno sofferto sintomi di sospetto avvelenamento dopo un incontro a Kiev all’inizio del mese.

Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali il sospetto attacco potrebbe essere stato commesso da qualcuno a Mosca che intendeva sabotare le trattative per mettere fine alla guerra.

Un portavoce di Roman Abramovich ha confermato che, come riportato dal Wall Street Journal, l’oligarca russo ha sofferto i sintomi di un sospetto avvelenamento all’inizio del mese dopo un incontro avvenuto nell’ambito dei negoziati per la pace fra Ucraina e Russia.

Il portavoce, si legge sul sito della Bbc, non conferma se ci sono state altre persone che hanno avuto gli stessi sintomi ne’ chi possa essere l’autore di questo presunto avvelenamento. Abramovich, si legge ancora, ha partecipato a diversi incontri e i suoi collaboratori hanno sottolineato che e’ impegnato per la pace per conto suo, dopo che era stato riferito che gli era stato chiesto un aiuto.

“Al momento non intendiamo commentare, quindi non possiamo ne’ confermare ne’ smentire” che il deputato ucraino Rustem Umerov sia stato vittima di avvelenamento insieme all’oligarca russo Roman Abramovich, a margine del secondo incontro negoziale fra le delegazioni di Ucraina e di Russia il 3 marzo scorso. Lo ha detto alle agenzie di stampa la portavoce del parlamentare di Kiev.

    “Di’ loro che li spazzerò via”. Così, secondo il ‘Times’, avrebbe risposto il presidente russo Vladimir Putin a un messaggio del leader ucraino Volodymyr Zelensky contenente le condizioni di Kiev per un accordo di pace e consegnato al Cremlino da Roman Abramovich. L’oligarca sarebbe arrivato a Mosca dopo una tappa a Istanbul.

    Invece un funzionario americano interpellato dalla Reuters ha dichiarato che, secondo l’intelligence, il miliardario russo Roman Abramovich e i negoziatori di pace ucraini si sono ammalati dopo un incontro a Kiev all’inizio di marzo a causa di un fattore “ambientale” e non per un sospetto avvelenamento, come sostenuto dalle fonti citate oggi dal Wall Street Journal. “L’intelligence suggerisce con forza che si sia trattato di un fattore ambientale, non avvelenamento”, ha detto il funzionario senza fornire maggiori dettagli.

    Il tycoon, di madre ucraina, e’ stato coinvolto fin dall’inizio nelle trattative, pare su richiesta di Kiev e con il via libera del Cremlino. La sua presenza era stata segnalata gia’ durante il primo incontro del 28 febbraio tra le delegazioni nella regione di Gomel, in Bielorussia.

    Il presunto avvelenamento si sarebbe consumato pero’ durante un incontro avvenuto con due negoziatori ucraini a Kiev all’inizio di marzo, tra il 3 e il 5 del mese. E’ stato allora che Abramovich ha accusato i sintomi, fra i quali “desquamazione della pelle del viso e delle mani, occhi rossi” e una “profusa e dolora lacrimazione”, come ha rivelato il Wall Street Journal, riferendo di problemi analoghi anche per gli altri due ucraini, tra cui il deputato Rustem Umerov. Kiev per il momento ha smentito parlando di “speculazione”.

    Ma la difficolta’ nello stabilire con esattezza la causa e’ legata all’impossibilita’ di raccogliere campioni in modo tempestivo a Leopoli, dove Abramovich si era fermato brevemente dopo l’incontro a Kiev per poi ripartire. L’unica cosa che sembrerebbe certa e’ che la quantita’ di veleno usata non puntava a uccidere: l’obiettivo sarebbe stato piu’ avvertirlo e spaventarlo. Impossibile ovviamente anche stabilire di chi sia stata la mano dietro l’avvelenamento, ma il sospetto cade su quei falchi del Cremlino intenzionati a sabotare le trattative di pace.

    Abramovich comunque non ha mollato e, secondo fonti vicine all’oligarca, sarebbe intenzionato a continuare a giocare fino in fondo il ruolo di facilitatore. Oltre ad aver partecipato al primo incontro fra Kiev e Mosca a fine febbraio, nelle settimane successive ha incontrato direttamente Putin.

    L’azione di Abramovich dietro le quinte lo ha portato anche a contattare l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroder. Nell’ultima settimana e’ volato in Polonia e in Ucraina, e ora e’ a Istanbul, dove domani e’ in programma il nuovo round di negoziati. Nonostante le pesanti sanzioni che gli sono state comminate in Europa e soprattutto in Gran Bretagna – ma non dagli Stati Uniti – Abramovich non si e’ lasciato intimidire e ha continuato a lavorare con l’obiettivo della pace in Ucraina.

    Sarebbe stato direttamente Zelensky a chiedere a Joe Biden di attendere prima di imporgli sanzioni visto il suo ruolo. Un invito che Biden per il momento ha accolto.

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