Cronaca

Ercolano, domani Palumbo davanti al gip

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Ercolano. Si terra’ domani mattina l’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli nei confronti di Vincenzo Palumbo.

Il camionista di 53 anni è accusato del duplice omicidio di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, i due giovani di 26 e 27 anni uccisi a colpi di pistola la notte tra il 28 e il 29 ottobre scorsi davanti alla villetta in località san Vito di Ercolano, dove vive l’autotrasportatore che, secondo il racconto fornito dall’indagato, avrebbe agito perche’ li aveva scambiati per ladri.

A Palumbo (difeso dall’avvocato Francesco Pepe) dal 29 notte chiuso nel carcere di Poggioreale, i carabinieri e il procuratore aggiunto di Napoli, Pierpaolo Filippelli contestano il reato di duplice omicidio aggravato. Secondo le risultanze investigative finora acquisite, Palumbo avrebbe sparato all’indirizzo dell’auto dei giovani ben undici colpi con la Beretta calibro 40 che deteneva legalmente.

 

”Dolore, sgomento e tristezza per l’omicidio di due studenti, Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, scambiati per ladri. Il nostro affettuoso pensiero e la nostra solidarieta’ e’ alle loro famiglie”.

Lo si legge in una nota firmata da Libera Campania e diramata da Leandro Limoccia del coordinamento provinciale di Libera Napoli e referente del presidio Libera Portici nel commentare l’uccisione di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro.

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”La nostra e’ una societa’ che vive nella violenza, fondata sul dominio e sulla sottomissione. Come sostiene Heidegger l’uomo e’ doppiamente violento, perche’ depositario della violenza ed e’ l’unico ad essere in grado di rivolgere la violenza verso l’Essere stesso. Occorre cambiare modello di societa’. Il mondo ha bisogno di un nuovo umanesimo.

Quello che e’ accaduto ai due ragazzi di Portici, dovrebbe limitare fortemente il possesso delle armi, se non abolirlo e potenziare i controlli sulla detenzione di armi da fuoco. Al di la’ delle normative, sappiamo con certezza quante armi sono detenute legalmente nel nostro Paese? Continueremo a lottare nei territori per una societa’ nonviolenta, non armata e per la giustizia sociale”.