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Boom di casi di Variante Delta in Gran Bretagna: 22.868 in un un giorno

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Preoccupa il boom di casi di Variante Delta in Gran Bretagna: 22.868 contagi in un giorno è il record da gennaio.

Per fortuna i vaccini frenano i morti (solo 3) e i ricoveri, ma casi s’impennano. Nuovo picco di contagi Covid nel Regno Unito, alimentati dall’aggressiva variante Delta importata dall’India: lo certificano i dati diffusi oggi dal governo britannico con altri 22.868 casi nelle ultime 24 ore censite (su 1,2 milioni di tamponi), record nel Paese dal 28 gennaio.

 

Si tratta di un’impennata evidente, anche se l’effetto dei vaccino continua finora a frenarne l’impatto sui ricoveri negli ospedali, stabili attorno a quota 1.500 in tutti i reparti del Regno, e sui morti giornalieri: che calano addirittura a non piu’ di 3, seppure alleggeriti dal consueto ritardo parziale della raccolta delle statistiche relative al weekend.

Secondo le indicazioni degli ultimi giorni, i contagi legati alla mutazione Delta del coronavirus – ormai dominante sull’isola rispetto al precedente ceppo Alfa (ex inglese), in un Paese nel quale peraltro si esegue circa la meta’ di tutti gli esami del genoma (in grado di tracciare le varianti) fatti al mondo – hanno toccato il 99% dei nuovi casi totali.

I vaccini somministrati hanno invece superato quota 77 milioni: con la prima dose inoculata a quasi l’85% della popolazione adulta residente e i richiami (in cifra assoluta oltre 32,5 milioni) al 62% degli over 18. L’ampliamento ulteriore della percentuale di abitanti vaccinati, e il coinvolgimento nella campagna di massa anche delle fasce piu’ giovani d’eta’, e’ l’arma con cui il governo di Boris Johnson sta cercando di far leva per consolidare il contenimento di questa nuova variante, dopo aver rinviato l’ultima tappa dell’uscita dalle restrizioni del lockdown dal 21 giugno a non prima del 19 luglio.

Tappa che il primo ministro e il neo titolare della Sanita’, Sajid Javid, hanno ribadito oggi di sperare di rispettare come scadenza questa volta definitiva, ma su cui alcuni esperti restano prudenti in attesa di vedere l’evoluzione della tendenza delle infezioni.

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Mentre a preoccupare sono pure le eccezioni sugli assembramenti collettivi concesse dallo stesso esecutivo nell’ambito degli Europei di calcio, con l’annunciato allargamento delle presenze autorizzate allo stadio di Wembley per le semifinali e la finale – in calendario fra il 6 e l’11 luglio – a oltre 60.000 spettatori contro i 40.000 circa inizialmente previsti.


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