Economia

La nostra economia sta cambiando: da lineare a circolare

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Negli ultimi anni, l’idea di una “economia circolare” è arrivata a contrapporsi efficacemente al sistema economico definito “lineare” ed è giunta alla ribalta come un modo per affrontare il problema delle emissioni di carbonio e dei rifiuti.

La circolarità ha guadagnato fama tra i leader di varie scuole di pensiero “green” e le istituzioni politiche la considerano una risposta concreta in tutto il mondo.

Sono stati scritti libri e messi in atto progetti, perché l’economia circolare è considerata un modo per stimolare la crescita economica, promuovere l’innovazione e generare occupazione.

La Fondazione Ellen MacArthur è una delle principali autorità in materia di economia circolare.

Per chi volesse approfondire cosa cambia tra modello lineare e circolare, la scelta è ampia. Il magazine online di riferimento per l’economia circolare in Italia è “Tutto Intorno a Noi”.

Un progetto editoriale appassionante dove trovare spunti e consigli utili, per uno stile di vita green.

Cos’è l’economia circolare

L’economia circolare si basa su concetti come: rifiuti zero, “cradle to cradle” e biomimetica.

In sintesi, la circolarità si distacca dall’economia lineare del “take-make-waste” per concentrarsi sulla creazione di valore economico, parallelamente alla riduzione dell’impatto ambientale.

Attraverso:

  • il design (o progettazione)
  • un migliore uso dei materiali
  • l’utilizzo efficiente delle risorse e dell’energia

In particolare, quando si parla di economia circolare si fa riferimento principalmente ai “flussi di materiali” e all’energia. Spesso è dato per scontato che la circolazione di certe risorse possa avvenire in maniera equilibrata all’interno di qualsiasi sistema economico.

Ma non è così.

L’economia circolare ci insegna che la domanda di materiali ed energia deve essere considerata nel contesto dei limiti di un pianeta finito.

“Finito” nel senso che la terra è ricca di nutrienti, risorse, minerali ed energia che hanno bisogno di tempo per rinnovarsi.

L’impatto umano, quindi, deve rientrare in questi limiti e lasciare un po’ di “respiro” non solo per l’umanità, ma per milioni di altre specie.

Se l’ammontare dell’uso di risorse ed energia continua a crescere smodatamente, sarà questa stessa crescita (anche economica) a negare i guadagni che l’uomo potrebbe trarre dall’uso efficiente e consapevole delle risorse.

Cosa accade all’epoca dell’economia lineare?

Per continuare a crescere, un sistema dipendente dalla vecchia economica lineare deve continuamente convertire la natura in beni e le relazioni in “servizi”.

Quasi tutto tende a trasformarsi in una transazione monetizzata.

Tuttavia, secondo le ricerche attuali, oltre un certo punto i costi di una crescita sempre maggiore creano congestione.

L’inquinamento, il declino della qualità della vita, la disuguaglianza, la distruzione degli ecosistemi: sono alcune delle cose che accadono come conseguenza della “crescita a tutti i costi”.

Un esempio è la distruzione della biodiversità, come nel caso delle api e della loro preziosa capacità di impollinare, recentemente messa a rischio.

I costi, così, iniziano a superare i benefici e la crescita economica diventa una crescita antieconomica.

La circolarità e lo sviluppo sostenibile

Dal punto di vista dell’economia circolare persistere con la crescita in un sistema finito, quando la crescita non crea più determinati benefici e i costi superano i guadagni, è pericoloso.

Questo è il principale obiettivo di consapevolezza e cambiamento, dal sistema lineare a quello circolare.

Le conseguenze dell’economia lineare praticata finora, tra l’altro, sono in netto contrasto con i traguardi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Questo è stato riconosciuto con l’emergere di concetti come “crescita verde”.

Essa presuppone che possiamo ancora avere una crescita, a condizione che sia più -ecologica- o più responsabile dal punto di vista ambientale.

L’idea, soprattutto nel caso dell’economia circolare, è che possiamo “scollegare” la produzione di sempre nuovi materiali e lo sfruttamento energetico dalla crescita economica.

Ovvero, possiamo ridurre la domanda di risorse ed energia, continuando a crescere, compatibilmente con le necessità dell’ambiente in cui viviamo.

Per esempio, i materiali possono continuare a circolare, essendo progettati per essere smontati e rigenerati, o mantenuti in uso più a lungo attraverso la progettazione per la durata nel tempo.

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