Documenti falsi per il fisco: 8 indagati a Salerno. Arrestato noto commercialista

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La Fiamme gialle di Salerno, durante l’operazione Premiata Stamperia Cilentana, ha arrestato il titolare 79enne di un noto studio commerciale del Cilento, finito ai domiciliari e raggiunto da un divieto di esercizio della professione, e un suo dipendente di 48 anni. Sequestrati beni per 5 milioni di euro.

Sono otto le persone indagate nell’ambito di un’inchiesta della procura di Vallo Della Lucania per numerosi delitti di natura tributaria, contro la fede pubblica e il patrimonio, per i quali rischiano condanne fino a 6 anni di reclusione. Le indagini sono state avviate a seguito di una segnalazione trasmessa da Equitalia. Due professionisti di uno studio commerciale di Casal Velino avevano esibito documenti e certificazioni false, facendo in questo modo risultare dei pagamenti in realta’ mai avvenuti, per ottenere lo sgravio di cartelle esattoriali oppure per risolvere a favore dei propri clienti il contenzioso con il fisco. I finanzieri della tenenza di Vallo della Lucania hanno avviato le indagini, ricostruendo il modus operandi degli indagati: il titolare dello studio impartiva disposizioni sia al nipote, che lavorava alle sue dipendenze come ragioniere, sia alle due segretarie, che avevano il compito di predisporre tutta la documentazione fiscale, rigorosamente falsa, per soddisfare le diverse esigenze dei clienti in difficoltà.

Alcuni erano pienamente consapevoli della natura illecita degli “aggiustamenti” contabili adottati dal consulente, manipolazioni che avevano consentito loro un indebito risparmio di imposte quantificato dalle fiamme gialle in oltre 2 milioni di euro. La successiva perquisizione dello studio del professionista ha portato alla luce una stamperia di documentazione fiscale tarocca. Più di 2mila i documenti falsi acquisiti. Le condotte illecite erano state poste in essere nell’arco di ben sei anni, dal 2012 al 2018. Per garantire il pagamento delle somme dovute all’erario, il giudice ha inoltre disposto il sequestro preventivo dei beni nella disponibilità di tutti gli indagati per un valore complessivo di 5 milioni di euro.




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