Lamorgese: ‘Controlli severi. Feste non siano come l’estate’

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Lamorgese: ‘Controlli severi. Feste non siano come l’estate’.

“Non ci possiamo permettere cedimenti nel rispetto delle regole. Per questo non mi stanco di far leva sul senso di responsabilita’, per evitare che anche in queste feste di Natale si ripetano quei comportamenti disinvolti che si sono verificati la scorsa estate”. Cosi’ in una intervista al ‘Messaggero’ la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. “Siamo all’apice di una pandemia – ha detto ancora – per di piu’ con un nuovo ceppo in circolazione, per alcuni mesi ancora non sara’ possibile abbassare la guardia”. Rispetto a cenoni e veglioni “soltanto responsabilita’ e autocontrollo potranno evitare l’esplosione dei contagi dopo le feste.

Le forze di polizia hanno agito con umanita’ ed equilibrio: questo, pero’, non vuol dire che ci saranno cedimenti davanti a violazioni e comportamenti scorretti”. Lamorgese ha poi promesso “massimo rigore” contro i fenomeni di assembramenti giovanili, talora degenerati in risse. Covid e reati: “Dal 1 gennaio al 30 novembre 2020 il totale dei delitti registrati ha mostrato un trend in diminuzione del 20,9%. In aumento invece, i reati di usura, le truffe informatiche e il contrabbando”. Rispetto alla riapertura delle scuole “i prefetti hanno dato atto degli sforzi compiuti per coordinare scuola e trasporti.

Le maggiori criticita’ potrebbero insorgere nella grandi aree metropolitane, come quella di Roma, Milano e Napoli, e per questo sono allo studio anche i piani per presidiare i principali nodi di scambio e gli ingressi delle linee metropolitane per indirizzare gli utenti verso i mezzi di superficie e per scongiurare gli assembramenti nelle ore di punta”.



    Anche il QN pubblica una intervista a Lamorgese sugli stessi temi: “Le autocertificazioni – ha detto – saranno oggetto di controllo attento. I controlli sulle persone sono stati fino a oggi quasi 30 milioni mentre sono circa 8,5 milioni le verifiche sugli esercizi commerciali”. Riguardo invece alla confusione di molti italiani rispetto ai vari Dpcm “e’ assolutamente comprensibile” e di certo “la proposta di chiudere tutto per molte settimane avrebbe rappresentato un messaggio chiaro e univoco. Ma l’Italia, dopo il lockdown della scorsa primavera, non poteva permetterselo”.

     


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