AGGIORNAMENTO : 20 Ottobre 2025 - 16:25
19.8 C
Napoli
AGGIORNAMENTO : 20 Ottobre 2025 - 16:25
19.8 C
Napoli

Il viceministro Sileri: 'Stadi aperti? Meglio aspettare, ora arriva anche l'influenza'

Ascolta questo articolo ora...
Caricamento in corso...

Il viceministro Sileri: 'Stadi aperti? Meglio aspettare, ora arriva anche l'influenza'.

 

"Sono d’accordo con gli scienziati. Io avevo detto sì all’aumento degli spettatori ma solo con un rispetto rigidissimo delle regole e con la garanzia di controlli rigorosi: mille persone in uno stadio sono poche, ma anche così va fatto rispettare il distanziamento, va indossata la mascherina e ovunque vanno vietati gli assembramenti, all’interno e all’esterno degli impianti. Un’apertura con più pubblico è certamente auspicabile ma con molta gradualità, quindi è bene aspettare e vedere come evolve l’epidemia". Lo dice il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri in un'intervista al 'Corriere della sera, commentando il No del Comitato tecnico scientifico all’apertura degli stadi al 25%.

"Io credo che ci sarà un aumento dei contagi: entro i primi 10 giorni di ottobre potremo vedere gli effetti dell’apertura delle scuole, ma se riusciremo a tenere sotto controlli i focolai e l’aumento sarà graduale, il sistema sanitario non sarà sotto pressione.

Potrebbe interessarti

Leggi di più suAttualità
Non bisogna mollare la presa, con la stagione invernale arriveranno anche le sindromi influenzali e dobbiamo stare attenti a non intasare i pronto soccorso", aggiunge.

Come distinguere un raffreddore dai sintomi di infezione da Covid-19? "Tamponi e test rapidi. Ne stiamo facendo molti ma dobbiamo triplicarli: dobbiamo migliorare e aumentare la diagnostica. E ai primi sintomi sospetti restare a casa e chiedere di fare i test: in questa situazione è sbagliato pensare 'è solo un raffreddore'", risponde Sileri. Al primo starnuto, ci si deve rinchiudere in isolamento? "No, questo va evitato assolutamente: non dobbiamo lasciare le persone in casa ma far sì che abbiano una risposta in brevissimo tempo: oggi per il risultato di un tampone ci vogliono anche più di due giorni, con il rischio di intasare gli ospedali anche in caso di negatività - sottolinea - Oltre ai tamponi ci sono i test salivari che si usano già negli areoporti e ora anche a scuola: sono più economici, danno il risultato quasi in tempo reale ed evitano una quarantena inutile".

È d’accordo nel ridurre la quarantena? "Lo sono per chi ha avuto solo contatti indiretti con un positivo: oggi conosciamo di più il virus, e sappiamo che l’incubazione è tra i 4 e i 6 giorni, quindi già al settimo giorno si può fare un tampone e sapere se si è positivi. In caso negativo, isolarsi per altri 7 giorni è inutile, oggi vengono messe in quarantena troppe persone. Diverso il discorso per chi è positivo per cui la quarantena di due settimane è giusta".

Articolo pubblicato il 27 Settembre 2020 - 07:57 - Redazione

Notizie del giorno

Primo piano

Podcast

  • Napoli, violenta la sua ex minorenne e poi invia video al suo nuovo fidanzato: arrestato

  • Napoli, +26% di morti stradali nel 2024, la provincia italiana con l'incremento peggiore

  • Napoli, orrore sull'Asse Mediano: bastonato a sangue per un'auto vecchia di 10 anni

Clicca su icona o titolo per aprire i controlli
Ascolta gli altri episodi su Spreaker!