Marigliano, il sindaco arrestato per camorra nega le accuse davanti al gip. Parla il pentito

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Il sindaco di Marigliano, Antonio Carpino arrestato nega accuse della DDA di Napoli. Al gip resa sua versione dei fatti paventando ipotesi di ritorsione.

 

Ha risposto a tutte le domande ma negato ogni addebito contestato Antonio Carpino, il sindaco di Marigliano, arrestato ieri dai carabinieri di Castello di Cisterna nell’ambito delle indagini sul presunto intreccio tra camorra e politica della DDA (pm Esposito e Rossi). Davanti al gip Egle Pilla, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Francesco Picca, il primo cittadino ha negato la presunta compravendita dei voti, l’accusa di avere promesso appalti ai clan attraverso la costituzione di una cooperativa di ex detenuti da costituire per agevolare l’assegnazione di determinati servizi comunali, come quello per la pulizia delle strade nel rione popolare Pontecitra.

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    Carpino, che da ieri e’ recluso nel carcere napoletano di Secondigliano, ha affermato di conoscere bene Luigi Esposito, detto “o’ sciamarro” (l’altro destinatario delle misure cautelari emesse dal gip Egle Pilla) in quanto e’ stato per molti anni suo cliente (il sindaco Carpino e’ un avvocato penalista). A Lui, e a tantissime altre persone, ha chiesto il voto, ha riferito durante l’interrogatorio di garanzia, nell’imminenza delle tornate elettorali alle quali si e’ presentato come candidato.

    Carpino avrebbe anche fornito alla Procura (che ora potra’, o meno, fare accertamenti) la sua spiegazione dei fatti in merito alle ragioni che avrebbero spinto i collaboratori di giustizia, uno in particolare, a rendere dichiarazioni di quel tenore sul suo conto. Propalazioni, a suo dire, rese per ritorsione.

    “…Chi comanda, non comanda veramente se non comanda sul Comune…”. A parlare, con i magistrati antimafia di Napoli, e’ il collaboratore di giustizia Cristiano Piezzo, elemento di spicco della camorra di Marigliano, il comune della provincia di Napoli dove, ieri, i carabinieri hanno arrestato il sindaco Antonio Carpino nell’ambito di una indagine sulle commistioni tra la criminalita’ organizzata e politica locale. Piezzo, uno dei cosiddetti “pentiti” che accusano Carpino, risponde alle domande degli inquirenti il 29 ottobre del 2018.

    “…Mi chiedete se sono una sorta di Robin Hood della situazione? …Quando c’ero io a Pontecitra (il rione di Marigliano che era sotto il controllo della clan, ndr) funzionava tutto meglio e le persone erano contente…”. Piezzo ribadisce che, quand’era nel rione, non ha mai permesso ad alcuno di compiere atti sbagliati “…come manovre azzardate con l’autovettura oppure lo spaccio di stupefacenti davanti ai bambini…”.


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